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musicaround.net - Dodicilune Records

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amore, assimilabile a quello che era l’amore<br />

materno prima dello svezzamento.<br />

How Could I Be Such A Fool<br />

Un brano sorprendente, dall’inusuale melodia<br />

iniziale fino al ritornello drammatico, grondante<br />

pathos e suspense. Il tutto condito con arpeggi di<br />

chitarra molto ben eseguiti ed un arrangiamento a<br />

tono del vibrafono.<br />

È il testamento dell’amante tradito, ovviamente<br />

ripreso in chiave ironica, che ancora si chiede come<br />

abbia fatto ad essere tanto stupido.<br />

Wowie Zowie<br />

All’apparenza il brano ha l’aria spensierata e banale,<br />

ma l’uso della marimba è il segno chiaro della<br />

ricerca di nuove sonorità, dando un aspetto quasi<br />

serio e professionale al brano.<br />

Zappa qui si esprime in una dichiarazione d’amore<br />

scherzosa, (sarà che il freak si sta facendo<br />

sentire…) perché porta in risalto<br />

tutto ciò che mai di una donna<br />

possa interessare ad un uomo:<br />

la sua propensione a depilarsi,<br />

il fatto che si lavi i denti ed<br />

altro, tanto da apparire<br />

oniricamente nei ‘deliri’ onirici<br />

dell’autore in qualsiasi<br />

momento della giornata.<br />

You Didn’t Try To Call Me<br />

Il brano è divisibile in più parti,<br />

in cui si scorge la lungimiranza<br />

compositiva di Zappa.<br />

Ad esempio se si prende la<br />

sezione fiati, si capisce come<br />

stia maturando nel frontman la<br />

capacità di visione d’insieme.<br />

Inseribile nel filone delle stupid song, fatte più che<br />

altro per prendere in giro il giovane del tempo in<br />

preda agli sconvolgimenti emotivo-ormonali e ad<br />

uno dei suoi attrezzi del mestiere, il telefono, muto<br />

nella vana attesa della chiamata della ragazza<br />

amata.<br />

Anyway The Wind Blows<br />

Ecco il ritorno della classica forma canzone per le<br />

orecchie meno abituate alle sperimentazioni, forse<br />

una strizzata d’occhio alla casa discografica che<br />

tanto aveva investito nel progetto.<br />

Nel testo, Zappa racconta la separazione dalla<br />

prima moglie.<br />

Nel riesaminare le vicende che hanno portato<br />

all’evento, Zappa passa in esame il brutto della loro<br />

vita coniugale, mettendoci infine la fatidica e<br />

proverbiale pietra sopra.<br />

I’m Not Satisfied<br />

Ancora la forma canzone, e<br />

l’arrangiamento<br />

eccessivamente<br />

particolareggiato può<br />

mettere in secondo piano il<br />

cantato vero e proprio.<br />

L’intero ensemble degli<br />

strumenti crea un insieme sonoro forse difficilmente<br />

distinguibile.<br />

Torniamo qui ai manifesti ‘contro’ che tanto<br />

piacciono all’autore, il quale non riesce a<br />

nascondere dietro al sorriso di circostanza la sua<br />

insoddisfazione di vivere in un mondo che gli va<br />

stretto di qualche misura, soffocandolo.<br />

You’re Probably Wondering Why I’m Here<br />

Una delle prime stupid song zappiane, che mira ad<br />

avere una sua efficacia concettuale. Basti pensare<br />

al verso «they only pay me here to<br />

play» sviluppando un tema caro a<br />

Zappa che il musicista riprenderà<br />

con l’album “We’re Only In It For<br />

The Money” (1968).<br />

Ma la canzone è anche qualcosa di<br />

più: non solo il finto spirito artistico<br />

ma cosa ben più grave la falsità in<br />

genere dei finto-perbenisti, i quali<br />

pensavano bastassero il look e gli<br />

status symbol per essere rispettabili<br />

(Zappa si rivolge in particolare ad<br />

una ragazza).<br />

Gli strumenti usati, invece, sono<br />

sempre gli stessi: kazoo e vibrafono.<br />

Trouble Everyday<br />

La canzone nasce all’indomani dei disordini di Los<br />

Angeles (nel quartiere di Watts) del 13 agosto 1965.<br />

Ci ritroviamo quindi a delineare i contorni di uno<br />

Zappa molto meno consueto all’interno del disco,<br />

ovvero quello promotore di istanze sociali esplicite<br />

(vedasi «non sono nero, ma ci sono volte in cui non<br />

vorrei essere bianco»).<br />

Gli scontri sono così visti da Zappa in maniera aspra<br />

e caustica.<br />

Il brano, cadenzato come un blues , costituisce<br />

quindi l’invettiva zappiana sull’argomento, in un<br />

fluire di osservazioni critiche verbali con la chitarra e<br />

l’armonica a bocca, riverberata allo stremo, che<br />

danno pathos al brano durante gli assoli.<br />

Help I’m A Rock<br />

Lo abbiamo aspettato tutto l’album ed eccolo qui: il<br />

Freak, che ha gettato la maschera e svelato il suo<br />

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