28.05.2013 Views

musicaround.net - Dodicilune Records

musicaround.net - Dodicilune Records

musicaround.net - Dodicilune Records

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Aveva un colore giallastro, si temeva il peggio per la<br />

bambina, «malaria ticianu» [malaria, si diceva].<br />

Quando Don Oronzo Petito, medico locale, le fece<br />

una puntura contro la malaria, ’Nzina, per il dolore,<br />

saltò e s’appese a una di quelle zanzariere che in<br />

altri tempi ricoprivano il letto. Era il 1937. Si<br />

cominciò a pensare che la causa del male fosse<br />

un’altra…<br />

Tra lo sgomento dei presenti qualcuno consigliò:<br />

«chiamati li sonatori» [chiamate i suonatori], «è<br />

taranta», dicevano altri. Così fecero i genitori di<br />

’Nzina.<br />

Le chiesi se avesse ballato. «Ballai? to giurni e do<br />

nuetti!» [Ballai? due giorni e due notti!], ci racconta,<br />

livida in tutto il corpo, e lo fece finché S. Paolo non<br />

le concesse la grazia. Il 29 giugno dello stesso anno<br />

’Nzina fu portata nella cappella a Galatina.<br />

Lo spettacolo in chiesa era surreale, dice ’Nzina, «ia<br />

ulutu cu ’biti, figghiu mia!» [avrei voluto che vedessi,<br />

figlio mio!].<br />

Intanto Nina, l’anziana donna di 98 anni, nella<br />

stanza di fronte aveva iniziato ad agitarsi in maniera<br />

più violenta. Non mi è stato permesso di entrare<br />

nella camera, ma lo spettacolo che vedevo dalla<br />

porta socchiusa è stato una sorta di viaggio onirico<br />

nel mondo che ’Nzina stava raccontando: vedevo<br />

Nina, con una lunga camicia da notte bianca e con i<br />

capelli appena sciolti che cercava di buttarsi per<br />

terra.<br />

Le figlie Teresa e Tetti, sbigottite, parlavano tra loro:<br />

«per favore, ’itimu ci la azzamu, sa stisa a ’nterra!»<br />

[Per favore, cerchiamo di alziamola, si è stesa per<br />

terra!], e ancora «na Matonna mia!» [Madonna<br />

mia!].<br />

«Quannu era l’auru annu ti inia ’ndretu» [L’anno<br />

successivo il fenomeno si ripeteva]: così ’Nzina<br />

procede il racconto.<br />

Il ‘morso’ tornava, dunque, l'anno successivo, nello<br />

stesso periodo in cui si era verificato il primo, ma<br />

l’elemento interessante stavolta è la confessione<br />

che ’Nzina ci fa nel dirci che quell’anno, mentre<br />

raccoglieva una pera, fu pizzicata da uno scorpione<br />

[scarpione, nel dialetto di Copertino], e l’anno dopo<br />

ancora «spiatata da una sacara» mentre raccoglieva<br />

le more.<br />

«Tice ca gli alimali ni attiranu» [si dice che gli<br />

animali siano attirati da noi], e ciò finché il Santo non<br />

concede la grazia, cosicché ogni anno, nella stessa<br />

stagione, ’Nzina aveva paura di andare in<br />

campagna per timore di incontrare ancora animali. E<br />

tornava ogni anno a debilitarsi nel fisico.<br />

Il ciclo coreutico di ’Nzina aveva molto in comune<br />

con quelli descritti da De Martino, ma un anno, in<br />

particolare, ricorda di aver preteso, mentre ballava,<br />

un paio di forbici per tagliarsi i capelli. Dopo<br />

insistenti richieste gli furono<br />

date le forbici, così si tagliò un<br />

grosso ciuffo di capelli.<br />

«Allu crei li capiddrhi no<br />

parianu ti do mi l’ia tagghiati! »<br />

[Il giorno successivo non si<br />

capiva da dove avessi tagliato<br />

i capelli]. Poi si stendeva a<br />

terra e ballava sotto le sedie.<br />

65<br />

Nzina da<br />

Copertino<br />

Cronaca di un<br />

morso<br />

<strong>musicaround</strong>.<strong>net</strong><br />

Vari erano i suonatori copertinesi addetti alla cura<br />

domiciliare, in genere l’organico era costituito da un<br />

uomo alla fisarmonica e una donna al tamburello.<br />

Quando il suonatore di ’Nzina morì fu subito<br />

chiamato Pino, un altro suonatore. Ma «sunà<br />

sunà...ma iò nu ’ballà!» [suonava, suonava ma io<br />

non ballavo!]. Pino era da poco tornato dall’aratura<br />

e, appena seduto a tavola per mangiare un<br />

boccone, fu chiamato in tutta fretta per correre a<br />

casa di ’Nzina. In preda all’istinto e alla stanchezza,<br />

Pino bestemmiò San Paolo. Il Santo stesso<br />

comunicò il fatto a ’Nzina, impedendole di ballare<br />

con la musica suonata da quell’uomo.<br />

Mentre si racconta che era proibito avvicinarsi con<br />

vesti colorate, poiché spesso suscitavano<br />

l’avversione delle tarantate, Teresa ricorda di un<br />

altro caso copertinese di ‘morso’, quello di Paola ti li<br />

Pigni, condannata a servire latte alla serpe che<br />

l’aveva spiatata, finché l’animale non fosse morto.<br />

Ed ancora, il caso di ’Nzina ti la Muteddrha, sua ex<br />

vicina di casa, della quale aveva vissuto<br />

l’esperienza da vicino.<br />

«Queddrha paru cu me!» [lei insieme a me!],<br />

esclama subito ’Nzina.<br />

La storia di quest’altra tarantata (’Nzina ti la<br />

Muteddrha) iniziò quando la madre le impedì di<br />

accompagnare un’altra tarantata a Galatina.<br />

«L’annu prossimu ha ballatu eddrha» [l'anno dopo<br />

ballò lei], spiatata anch’essa da una sacara, e<br />

destinata a ballare, appesa a funi (ruagne), sul letto,<br />

a volte con una bimba in fasce in braccio. «Ahi,<br />

mamma!», diceva rivolta alla madre, «pi l'amore tua<br />

sta ballu iò!» [sto ballando per colpa tua!].<br />

E con questo si apriva un nuovo ciclo coreutico, che<br />

terminava con la grazia di San Paolo e la visita della<br />

tarantata alla cappella di Galatina. Il viaggio nello<br />

scialabbà era fatto insieme ad altre tarantate che,<br />

appena entravano nel feudo galatinese, iniziavano<br />

ad urlare e ad agitarsi. Fino all’arrivo nella cappella,<br />

da dove, ricevuta la grazia, si tornava al paese.<br />

«Ci n’era tante a Cupirtinu» [ce n’erano tante a<br />

Copertino], testimonia ancora ’Nzina con aria<br />

malinconica...<br />

Ma ad un tratto, un rumore improvviso fa accorrere<br />

tutti i presenti nella stanza accanto. Nina non ce la<br />

fa più e, divincolatasi dalle protezioni del letto, si<br />

butta per terra. Sembrava ballasse...<br />

__________________________________________________________________________________________<br />

65<br />

<strong>musicaround</strong>.<strong>net</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!