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musicaround.net - Dodicilune Records

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Rubrica<br />

Un disco<br />

al mese<br />

FREAK OUT!<br />

40 anni fa…le Mothers (ed ovviamente anche Zappa)<br />

Il geniale album entra negli ‘...anta’.<br />

di FrancescoTrinchera<br />

Se nel 1966 vi si fosse avvicinato qualcuno<br />

facendovi leggere dal booklet di un disco la frase:<br />

«Se i vostri figli si accorgessero di quanto<br />

inconsistenti voi realmente siate, probabilmente vi<br />

ammazzerebbero nel sonno» probabilmente gli<br />

avreste dato del pazzo.<br />

E magari avreste avuto ragione, considerato che<br />

nella follia si nasconde il genio.<br />

La frase in questione ‘sponsorizza’ il disco d’esordio<br />

di Frank Zappa e delle sue Mothers of Invention:<br />

“Freak Out!”.<br />

Zappa è il figlio ‘bastardo’ di Igor Stravinskyj ed<br />

Edgar Varèse ed è logico che il suo approccio alla<br />

musica fosse quanto meno inusuale, ma proprio per<br />

questo di una genialità originale e corrosiva.<br />

The Mothers (il nome completo The Mothers of<br />

Invention deriva proprio dal proverbio «Necessity is<br />

the Mother of Invention»), prima nota come Soul<br />

Giant, è la band che lo accompagna, degni<br />

compagni di avventura nel viaggio strampalato di<br />

Zappa nel mondo della musica.<br />

Il Disco<br />

L’opera è volutamente disomogenea ed incoerente,<br />

quasi cacofonica.<br />

A dettare legge sono più realtà sonore figlie<br />

soprattutto del ‘comportamento musicale’ dei<br />

protagonisti.<br />

Esistono brani vicini alla forma canzone ma anche<br />

manifestazioni anarchiche di caos puro, rumore,<br />

frenesia e creatività incontrollata: mesdames et<br />

messieurs, voiçi la musique concrete.<br />

Tra I Solchi<br />

Hungry Freaks Daddy<br />

L’esordio è di quelli confortanti: chitarre distorte,<br />

kazoo, vibrafono e voci stonate introducono<br />

l’orecchio dell’ascoltatore in un brano dalla struttura<br />

mai banale e non appiattito dalla ricerca del<br />

ritornello vincente.<br />

Analiticamente nel testo si riscontra, invece, un vero<br />

e proprio manifesto delle cosiddette persone ‘non<br />

allineate’ al sistema, di cui Zappa si sente portavoce<br />

nel gridare la rabbia degli «esclusi della grande<br />

società», (come da autodefinizione nel testo stesso)<br />

contro il prototipo del Mister America.<br />

I Ain’t Got No Heart<br />

Una song quasi imponente,<br />

che vive spesso dell’artifizio: sono numerosi infatti<br />

nel brano gli stacchi e gli inserti, sottolineati dalla<br />

ritmica dei timpani e delle percussioni di vario tipo.<br />

Zappa qui si produce nell’anti-canzone d’amore, che<br />

invece era lo stilema più in voga nel periodo,<br />

deridendo la ragazza che aveva al suo cospetto e<br />

rinunciando alle diabetiche involuzioni all’insegna<br />

del sentimento.<br />

Who Are The Brain Police?<br />

Eccola qui la pagina ‘socialmente contro’ forse più<br />

importante dell’opera intera, in un inquietante e tetro<br />

massaggio di contestazione.<br />

L’autore ci dà dentro con una composizione testuale<br />

solo in apparenza senza senso, ma che nasconde<br />

un’invettiva feroce contro l’ignoranza imperante.<br />

Lo stesso landscape sonoro, popolato da chitarre e<br />

basso distorti, appare decisamente arido e<br />

sconfortante.<br />

Kazoo ed inserti rumoristici sono gli esempi<br />

antesignani di un ‘gesto sonoro intransigente’, in<br />

questo caso più che mai ‘concreto’, per<br />

l’adolescente del tempo.<br />

Go Cry On Somebody Else’s Shoulders<br />

Ora l’adolescente di cui sopra ha un po’ di respiro<br />

ed il gruppo si concede un primo brano di<br />

ispirazione doo-wop, stile musicale in voga nel<br />

decennio precedente, anche se volutamente<br />

imprecisa.<br />

Siamo comunque sempre nella concezione dell’antiromanticismo,<br />

in quanto la canzone narra del ritorno<br />

di una ragazza dal suo vecchio amore, dopo un<br />

anno, ed a cui è ‘suggerito’ di andare a piangere<br />

sulla spalla di qualcun altro.<br />

Il siparietto finale invece lascia presagire il ritorno di<br />

fiamma con un una bizzarra conversazione tra i due<br />

spasimanti.<br />

Motherly Love<br />

Canzone dall’andamento vagamente burlesco, con<br />

l’inserto del solito kazoo e chitarre tirate a lucido. Il<br />

ritornello è sottilmente e ruffianamente malefico<br />

nella sua semi-atonalità, ma strambo a sufficienza<br />

per rimanere impresso nella mente.<br />

Difatti qui i membri della band si preparano a dare<br />

alle ragazze che lo volessero il loro particolare<br />

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6<br />

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6<br />

Un Disco<br />

al mese<br />

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