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musicaround.net - Dodicilune Records

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Suites per Violoncello solo<br />

Ogni qualvolta un musicista si trovi di fronte allo<br />

studio di una partitura di J.S.Bach, meglio se<br />

scarsamente rilegata, ingiallita dal tempo, con la<br />

simbologia arabeggiante di chi, quel pezzo, lo ha già<br />

sviscerato prima di lui, si predispone in un naturale<br />

stato di rispetto, sintomatico timore, ben attento a<br />

mettere le mani sullo strumento se non ha prima<br />

impugnato la matita, avvolta dal distensivo odore<br />

della grafite appena limata dalla tempera. «Bach è<br />

matematica nella musica»: lo affermo sperando di<br />

non aver appena detto qualcosa di già noto, visto<br />

che, sul musicista di Eisenach (città della Germania<br />

centrale, nello stato confederato della Turingia, che<br />

nel marzo del 1685 diede i natali al genio tedesco),<br />

sono stati consumati fiumi d’inchiostro e migliaia di<br />

Megabyte telematici. Bach è considerato da secoli il<br />

musicista più attuale. Il suo lavoro, che ha ben<br />

saputo legare il gusto musicale con quello<br />

matematico-estetico, ha comunicato la musica nel<br />

suo stato più essenziale. L’analisi nel punctum<br />

contra punctum di Bach ci lascia sbalorditi per la<br />

millimetrica idea armonica che si era già costituita<br />

nella sua mente di genio dell’arte musicale.<br />

Organista, clavicembalista, violinista, violoncellista<br />

nonché flautista…il<br />

musicista tedesco amava<br />

qualsiasi strumento,<br />

oggetto, pensiero<br />

riguardasse la musica.<br />

Traviata, non poi così<br />

semplice, la sua vita: la<br />

perdita dei genitori, l’amore<br />

per la cugina Maria<br />

Barbara prima e per il<br />

soprano Anna Magdalena<br />

poi, i problemi di salute,<br />

derivati dall’obesità e dai<br />

successivi problemi alla<br />

vista, che uno scellerato<br />

pseudo-chirurgo londinese<br />

trasformò in cecità<br />

definitiva, dopo un<br />

tentativo vano di guarirlo<br />

da un problema di<br />

cataratta corticale. Il Bach<br />

che oggi conosciamo, non<br />

è solo l’uomo da mettere<br />

sul piedistallo intoccabile<br />

J.S.Bach<br />

di Antonio Marchello<br />

30<br />

Bach alla<br />

Marimba<br />

Ivan Mancinelli<br />

<strong>musicaround</strong>.<strong>net</strong><br />

dell’artista degli anni barocchi,<br />

ma un uomo che nella<br />

comune vita mortale è riuscito a presentare, con la<br />

sua musica, il sentimento insaziabile per l’arte delle<br />

note.<br />

Bach aveva trovato, nel genere della suite, francese<br />

di nascita, il collante ideale per presentare il suo<br />

curriculum artistico in ogni strumento da lui<br />

magistralmente guidato. Scrisse dunque suites per<br />

violino, violoncello, flauto, liuto, organo e<br />

clavicembalo. Quelle per violoncello, per natura<br />

timbrica dello stesso strumento, lasciano<br />

presupporre un lavoro altamente introspettivo del<br />

Bach contrappuntista. Il progetto, tra i pochi nel suo<br />

genere, di Ivan Mancinelli, di trasdurre la timbrica<br />

‘profonda’ del violoncello sul ‘tocco fugace’ della<br />

marimba, anche nota per i suoi sagaci virtuosismi, lo<br />

si può apprezzare nel risultato artistico e<br />

pedagogico insieme. La possibilità concessa, grazie<br />

al riuscito lavoro di Mancinelli, di regalare alle<br />

percussioni la musica del maestro di tutti i tempi, è<br />

un lodevole atto di equilibrio tra arte e scienza<br />

pedagogica. In ogni movimento si intuisce come<br />

questo progetto sia stato studiato con particolare<br />

attenzione alla prassi esecutiva di<br />

Bach. La riconoscibile<br />

ripetizione delle prime due<br />

quartine di semicrome, nel 4/4<br />

del Preludio della prima suite,<br />

non è mai uguale, per intensità<br />

sonora, alle seconde due<br />

quartine: le note di base<br />

armonica, che la scienza<br />

acustica si assorbirà il compito<br />

di lasciar vibrare all’infinito, sono<br />

ben messe in rilievo. Una seduta<br />

di ascolto in full immersion<br />

potrebbe farci riconoscere un<br />

più noto Bach al clavicembalo<br />

che al violoncello. Quello che<br />

Mancinelli ci ha presentato è un<br />

nuovo volto, una nuova identità<br />

entro la quale ricercare il<br />

musicista tedesco. Abbiamo<br />

ascoltato per voi<br />

un’interpretazione al violoncello<br />

di Pieter Wespelwey, e<br />

l’abbiamo confrontata con la<br />

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30<br />

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