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musicaround.net - Dodicilune Records

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cultura dirigendo le orchestre nelle fabbriche, nei<br />

circoli, nelle caserme dell’Armata Rossa e per<br />

questo, nel 1922, in concomitanza con il suo<br />

quarantesimo anniversario come compositore, fu<br />

nominato Artista del Popolo della Repubblica.<br />

La vita da emigrante di Glazunov iniziò il 15 giugno<br />

del 1928, quando accettò l’invito a prendere parte<br />

della giuria nella Schubert Competition a Vienna.<br />

Lasciò la Russia per sempre. Immediatamente dopo<br />

la sua partenza, seguirono una serie di (reali o<br />

presunte) malattie, bronchiti, infezioni alle orecchie.<br />

Il compositore scrisse molte lettere alle autorità<br />

russe, citando una dopo l’altra queste malattie e<br />

chiedendo loro di estendere il permesso del periodo<br />

della sua assenza. Ma da questo momento in poi<br />

nei libri adottati presso i Conservatori Sovietici si<br />

iniziò a descrivere questo ultimo periodo di<br />

Glazunov come quello certamente più improduttivo,<br />

sia a causa delle sue malattie sia perché il<br />

compositore fu viziosamente soggetto all’influenza<br />

di una cultura ‘borghese’ come era quella<br />

occidentale. «Tale influenza<br />

divenne particolarmente<br />

evidente dopo la composizione<br />

del “Concerto In Mib Per<br />

Sassofono Contralto E<br />

Orchestra D'archi” op. 109,<br />

scritto per uno strumento<br />

tipicamente borghese quale<br />

era considerato, in Russia, il<br />

saxofono» (Andrei<br />

Sobchenko). Nel 1930<br />

l’Unione Sovietica chiuse<br />

ufficialmente la cosiddetta<br />

‘cortina di ferro’, e ciò<br />

significava la fine dei viaggi<br />

all’estero dei suoi cittadini.<br />

Glazunov capì che per lui non<br />

ci sarebbero state eccezioni.<br />

Nella primavera del 1929 il<br />

giornale Leningradskaya<br />

Pravda pubblicò la notizia che<br />

il Consiglio del Conservatorio<br />

di Leningrado stava mettendo<br />

in discussione la nomina di<br />

Glazunov a direttore (che<br />

tuttavia riuscì ancora a<br />

mantenere, visto l’enorme<br />

contributo musicale che aveva<br />

dato in passato), a causa della<br />

sua assenza reiterata.<br />

Appare insolito, oggi, a quasi 70 anni dalla sua<br />

scomparsa, parlare di Glazunov quale uno dei<br />

massimi compositori per saxofono, quando in realtà<br />

Sigurd Rascher<br />

23<br />

egli dedicò a questo<br />

strumento appena due opere.<br />

Iniziò ad interessarsi al<br />

saxofono durante un<br />

soggiorno a Parigi, nel 1921,<br />

dove ascoltò il quartetto della<br />

Guardia Repubblicana<br />

Francese. Fu una folgorazione<br />

che gli fece maturare l’idea di<br />

una composizione per questa formazione (il<br />

Aleksandr<br />

Glazunov<br />

<strong>musicaround</strong>.<strong>net</strong><br />

monumentale “Quartetto Per Quattro Sassofoni In<br />

Sib” op. 109 [La coincidenza del numero d’opera tra<br />

le due composizioni non è un refuso, ma<br />

un’anomalia nel catalogo dell’autore, ndcr], un<br />

pezzo dalla durata di 35 minuti, un’eternità, si disse,<br />

per i saxofonisti). Nonostante le incertezze iniziali<br />

del compositore (dovute principalmente alla non<br />

familiarità con lo strumento), i musicisti della<br />

Guardia Repubblicana furono degli eccellenti<br />

esecutori, e convinsero Glazunov che il saxofono<br />

non era uno strumento qualunque, da consumo,<br />

tanto che entusiasmato scrisse:<br />

«I saxofonisti sono talmente<br />

virtuosi che è impossibile<br />

immaginare che suonino lo<br />

stesso strumento che noi<br />

ascoltiamo nel jazz. Ciò che<br />

veramente mi ha stupito è il<br />

loro respiro, la loro<br />

infaticabilità, il suono leggero e<br />

l’intonazione chiara».<br />

(Da una lettera a<br />

M.O.Shteimberg 10 dicembre<br />

1933)<br />

Determinante in questo senso<br />

fu l’influenza e l’impressione<br />

che suscitò in lui l’eleganza<br />

esecutiva del saxofonista<br />

Marcel Mule.<br />

Nel 1934 iniziò per Glazunov<br />

un lungo calvario, fatto di<br />

malattie, tosse e bronchite che<br />

lo portò alla morte appena due<br />

anni dopo. La sua fama<br />

intanto, era molto cresciuta in<br />

Europa e il giovane Sigurd<br />

Rascher, un saxofonista di<br />

origine danese, nel pieno delle<br />

proprie capacità tecniche,<br />

iniziò a chiedere al maestro<br />

russo una composizione per saxofono solista. A dire<br />

la verità più che una semplice commissione, le<br />

richieste di Rascher avevano l’aspetto di veri e<br />

propri «assalti» (come appunto li ricorderà Glazunov<br />

in una lettera datata 17 marzo 1934).<br />

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23<br />

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