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musicaround.net - Dodicilune Records

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L’ultima Opera Di Aleksandr Glazunov<br />

Ovvero come il saxofono arrivò nell’Unione Sovietica<br />

di Emanuele Raganato<br />

Su Glazunov la storia della musica ha speso<br />

certamente non molte parole. E probabilmente lo ha<br />

fatto in maniera ingiusta, poiché magari non lo<br />

considerava un innovatore, un artista originale o<br />

comunque non degno degli onori riservati<br />

(giustamente) a compositori suoi contemporanei<br />

(pensiamo a Schöenberg o a Stravinskij per<br />

esempio). Ma parlare di Glazunov, autore ai più<br />

sconosciuto e spesso bistrattato, significa ricordare<br />

uno dei massimi interpreti dell’ultimo sinfonismo<br />

ottocentesco, autore fecondo e originale, che,<br />

sviluppando un linguaggio fortemente personale<br />

portò, con una falcata da gigante, la grande<br />

tradizione russa al varco del nuovo secolo.<br />

Ad Aleksandr Kostantinovic (San Pietroburgo 1865 -<br />

Neully sur Seine 1936) non mancò certo<br />

l’educazione musicale (era infatti figlio di una<br />

pianista) e, anzi, dimostrò in questo una certa<br />

precocità nell’apprendimento. Le sue<br />

prime composizioni videro la luce<br />

quand’egli aveva appena 11 anni.<br />

Oltre al pianoforte Glazunov sapeva<br />

suonare anche molti strumenti a<br />

fiato. Durante la sua infanzia studiò<br />

clari<strong>net</strong>to, e successivamente imparò<br />

a suonare il trombone, la tromba, il<br />

violoncello, la viola e il corno. Nel<br />

1879 divenne allievo di Balakirev<br />

che, notando la vivacità intellettuale<br />

del giovane Aleksandr, decise di<br />

introdurlo, poco dopo, all’attenzione<br />

di un altro importante compositore:<br />

Rimski-Korsakov. L’incontro con il<br />

grande maestro fu determinante per<br />

Glazunov, che acquisì padronanza<br />

della materia con voracità onnivora<br />

A.K Glazunov<br />

(«migliora non di giorno in giorno, ma<br />

di ora in ora» disse di lui Rimski-Korsakov). E da<br />

allora fu un’escalation continua. Si affermò ben<br />

presto come compositore, grazie soprattutto ad un<br />

grande mecenate dell’arte russa come Belyayev,<br />

che nel 1884 lo portò con sé in un viaggio europeo<br />

(in questo periodo conobbe Liszt, a Weimar). Dotato<br />

di una straordinaria memoria musicale si rese<br />

protagonista, nel 1887, di un recupero in extremis<br />

dell’ouverture Il Principe Igor, della quale l’autore<br />

appena defunto, Borodin, non aveva lasciato<br />

partiture. Glazunov trascrisse insieme a Rimski-<br />

22<br />

Aleksandr<br />

Glazunov<br />

Korsakov l’intera opera a<br />

<strong>musicaround</strong>.<strong>net</strong><br />

memoria, così come l’aveva<br />

ascoltata eseguita al pianoforte dallo stesso autore.<br />

Gli ultimi anni dell’800 furono ricchissimi di<br />

soddisfazioni, legate soprattutto alle nuove attività di<br />

direttore d’orchestra e, dal 1899, di insegnante al<br />

Conservatorio di S. Pietroburgo. Ma da questo<br />

momento, le vicende umane e politiche che<br />

travagliarono la Russia lo portarono, a malincuore, a<br />

maturare una volontà di esilio dalla madrepatria. Le<br />

dimissioni che diede dall’incarico di insegnante nel<br />

1905 furono la conseguenza di un’opposizione<br />

ideologica al maestro-collega Rimski-Korsakov, che<br />

si era mostrato solidale con gli studenti tumultuosi<br />

delle insurrezioni di quel periodo. Ma poco dopo,<br />

richiamato a gran voce da un folto numero di<br />

colleghi fu addirittura eletto direttore del<br />

Conservatorio stesso. Con la Rivoluzione del ’17<br />

Glazunov iniziò ad avere rapporti ambigui con il<br />

nuovo apparato dirigente, che dal<br />

canto suo invece promosse il<br />

Conservatorio al rango di una delle<br />

poche istituzioni dell’Alta Educazione<br />

Artistica, presenti in Russia.<br />

Glazunov nutriva un forte<br />

risentimento sia per il circolo dei<br />

docenti, che chiedevano una riforma<br />

in senso progressista dei metodi<br />

d’insegnamento, sia per gli studenti<br />

che chiedevano più diritti all’interno<br />

dell’Istituzione. Se la gestione<br />

politico-amministrativa del<br />

Conservatorio gli comportava spesso<br />

questo tipo di problemi ‘umani’,<br />

certamente lo stimolava invece dal<br />

punto di vista intellettuale. Quando<br />

infatti il governo organizzò la<br />

Balalaika Competition nel suo<br />

Conservatorio, lui, professore anche di<br />

composizione e strumentazione, offrì il suo<br />

appoggio logistico e presiedette la giuria. E così per<br />

tanti anni la sua musica risuonò nella sala concerti<br />

del Conservatorio di Leningrado (così fu denominata<br />

S. Pietroburgo dopo la Rivoluzione), denominata in<br />

suo onore Sala<br />

Concerti Glazunov. Tuttavia così come tutti i russi,<br />

anche Aleksandr soffrì molto le privazioni portate dal<br />

Primo Conflitto Mondiale e dalla guerra civile, e<br />

ciononostante si attivò per promuovere l’arte e la<br />

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22<br />

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