Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ E poi il fiume... Un fiume tutto rosso vedrà... E dall'altra parte ci stanno gli spagnoli... Quello che lei va a sostituire alla fattoria, è un bel bastardo guardi... Tra noi... Glielo dico io... Non c'è modo che ci mandi i conti, quello stronzo là! Non c'è modo! Ho un bel mandargli solleciti e solleciti!...L'uomo non resta onesto a lungo quando è solo, andiamo vedrà!... Vedrà anche quello! E' malato ecco che ci scrive... Mi piacerebbe proprio! Malato! Io anche, sono malato! Cosa vuol dire malato? Siamo tutti malati! Anche lei s'ammalerà e tra non molto per giunta! Non è una ragione quella! Che ci frega che sia malato!... La Compagnia prima di tutto! Arrivando sul posto faccia il suo inventario per prima cosa! Ci sono viveri per tre mesi alla fattoria e poi merce almeno per un anno... Le mancherà niente!... Non parta di notte soprattutto... Diffidare! I negri che ha lui che manderà a prenderla a mare, la cacceranno forse in acqua! Li avrà educati bene! Sono dei lazzaroni come lui! Son sicuro! Gli deve aver detto due paroline ai negri sul suo conto!... Da queste parti si fa! Si prenda dunque anche il suo chinino, il suo, di lei, con lei, prima di partire...Lui è capacissimo di averci messo qualcosa nel suo!» Il Direttore ne aveva abbastanza di darmi consigli, si alzava per congedarmi. Il tetto in lamiera sopra di noi, sembrava pesare duemila tonnellate almeno, tanto che ci premeva addosso tutto il calore, la lamiera. Facevamo tutt'e due la faccia di quelli che hanno tanto caldo. C'era da restarci all'istante. Aggiunse: «Forse non è il caso che ci rivediamo prima che parta Bardamu! Tutto stanca qui! Insomma, andrò forse a sorvegliarla agli hangar comunque prima della sua partenza!...Le scriveremo quando sarà laggiù... C'è un corriere al mese... Parte di qui il corriere... Alè, buona fortuna!... » E se ne sparì nell'ombra sua tra casco e giacca. Gli si vedevano distintamente le corde dei tendini del collo, dietro, arcuate come due dita contro la testa. S'è girato ancora una volta: « Gli dica bene all'altra sagoma che ritorni qui in fretta!... Che ho due parole da dirgli!... Che non perda il suo tempo per strada! Ah! la carogna! Ci mancherebbe ancora che crepasse per strada!... Sarebbe peccato! Proprio peccato! Ah! quel bel fetente! » Un negro al suo servizio mi precedeva con la lanterna grande per portarmi al posto in cui dovevo alloggiare aspettando la partenza per quel simpatico Bikomimbo promesso. Andavamo lungo i viali dove tutti avevano l'aria d'essere scesi in passeggiata dopo il tramonto. La notte martellata di gong era dappertutto, tutta tagliuzzata di canti contratti e incoerenti come il singhiozzo, la grossa notte nera dei paesi caldi col suo cuore brutale a tam-tam che batte sempre ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 86
Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ troppo in fretta. La mia giovane guida filava sciolto sui piedi nudi. Ci dovevano essere degli europei nei boschetti, li si sentiva di là, che stavano andando a zonzo, le loro voci di bianchi, riconoscibilissime, aggressive, sforzate. I pipistrelli non la smettevano di venire a volteggiare, di solcare gli sciami d'insetti che la nostra luce attirava attorno al nostro passare. Sotto ogni foglia degli alberi doveva nascondersi almeno un grillo a giudicare dal baccano assordante che facevano tutti insieme. Fummo fermati all'incroCio di due strade, a mezzo d'un pendio, da un gruppo di fucilieri indigeni che discutevano attorno a una bara posata per terra, ricoperta di una larga e ondeggiante bandiera tricolore. Era un morto dell'ospedale che non sapevano bene dove andare a mettere sotto terra. Gli ordini erano vaghi. Alcuni volevano interrarlo in uno dei campi da basso, altri insistevano per un recinto bello alto sul costone. Bisognava mettersi d'accordo. Anche il boy e io ci avevamo da dire la nostra su quella faccenda. . Alla fine si decisero, i portatori, per il cimitero in basso piuttosto che per quello in alto, per via della discesa. incontrammo ancora sulla nostra strada tre giovani bianchi del tipo di quelli che frequentano la domenica le partite di rugby in Europa, spettatori appassionati, aggressivi e pallidini. Facevano parte, qui, impiegati come me, della Société Pordurière e mi indicarono molto gentilmente la via di questa casa non finita dove si trovava, temporaneo, il mio letto smontabile e portatile. Ci andammo. Questa costruzione era assolutamente vuota, salvo qualche utensile di cucina e la mia specie di letto. Non appena mi allungai su questa cosa filiforme e tremolante, venti pipistrelli uscirono dagli angoli e si lanciarono in un va e vieni frusciante come un crepitare di ventagli, sopra il mio riposo spaurito. Il negretto, la mia guida, tornò sui suoi passi per offrirmi i suoi servigi intimi, e poiché non ero in vena quella sera, mi offrì prontamente, deluso, di presentarmi la sorella. Ero curioso di sapere come poteva ritrovarla, lui, la sorella in una notte simile. Il tam-tam del vicino villaggio, ti faceva saltare, tagliati fini, pezzettini di pazienza. Mille diligenti zanzare presero senza indugio possesso delle mie cosce, ma non osavo più rimettere piede a terra per gli scorpioni e i serpenti velenosi di cui supponevo fosse cominciata l'orrenda caccia. Avevano da scegliere i serpenti in fatto di topi, li sentivo sgranocchiare i topi, tutto quel che si poteva, li sentivo sul muro, sul pavimento, tremanti, per il soffitto. Finalmente si levò la luna, e ci fu un po' più di calma in piola. Si stava mica bene insomma nelle colonie. Il mattino arrivò comunque, una caldaia. Una voglia forsennata di tornarmene in Europa m'invase corpo e anima. Mancavano solo i soldi per squagliarmela. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 87
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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troppo in fretta.<br />
La mia giovane guida filava sciolto sui piedi nudi.<br />
Ci dovevano essere degli europei nei boschetti, li si sentiva di là, che stavano andando a zonzo, le<br />
loro voci di bianchi, riconoscibilissime, aggressive, sforzate.<br />
I pipistrelli non la smettevano di venire a volteggiare, di solcare gli sciami d'insetti che la nostra<br />
luce attirava attorno <strong>al</strong> nostro passare.<br />
Sotto ogni foglia degli <strong>al</strong>beri doveva nascondersi <strong>al</strong>meno un grillo a giudicare d<strong>al</strong> baccano<br />
assordante che facevano tutti insieme.<br />
Fummo fermati <strong>al</strong>l'incroCio di due strade, a mezzo d'un pendio, da un gruppo di fucilieri<br />
indigeni che discutevano attorno a una bara posata per terra, ricoperta di una larga e ondeggiante<br />
bandiera tricolore.<br />
Era un morto dell'osped<strong>al</strong>e che non sapevano bene dove andare a mettere sotto terra.<br />
Gli ordini erano vaghi.<br />
Alcuni volevano interrarlo in uno dei campi da basso, <strong>al</strong>tri insistevano per un recinto bello <strong>al</strong>to sul<br />
costone.<br />
Bisognava mettersi d'accordo.<br />
Anche il boy e io ci avevamo da dire la nostra su quella faccenda. .<br />
Alla fine si decisero, i portatori, per il cim<strong>it</strong>ero in basso piuttosto che per quello in <strong>al</strong>to, per via<br />
<strong>della</strong> discesa. incontrammo ancora sulla nostra strada tre giovani bianchi del tipo di quelli che<br />
frequentano la domenica le part<strong>it</strong>e di rugby in Europa, spettatori appassionati, aggressivi e<br />
p<strong>al</strong>lidini.<br />
Facevano parte, qui, impiegati come me, <strong>della</strong> Société Pordurière e mi indicarono molto<br />
gentilmente la via di questa casa non fin<strong>it</strong>a dove si trovava, temporaneo, il mio letto smontabile e<br />
portatile.<br />
Ci andammo.<br />
Questa costruzione era assolutamente vuota, s<strong>al</strong>vo qu<strong>al</strong>che utensile di cucina e la mia specie di<br />
letto.<br />
Non appena mi <strong>al</strong>lungai su questa cosa filiforme e tremolante, venti pipistrelli uscirono dagli<br />
angoli e si lanciarono in un va e vieni frusciante come un crep<strong>it</strong>are di ventagli, sopra il mio riposo<br />
spaur<strong>it</strong>o.<br />
Il negretto, la mia guida, tornò sui suoi passi per offrirmi i suoi servigi intimi, e poiché non ero<br />
in vena quella sera, mi offrì prontamente, deluso, di presentarmi la sorella.<br />
Ero curioso di sapere come poteva r<strong>it</strong>rovarla, lui, la sorella in una <strong>notte</strong> simile.<br />
Il tam-tam del vicino villaggio, ti faceva s<strong>al</strong>tare, tagliati fini, pezzettini di pazienza.<br />
Mille diligenti zanzare presero senza indugio possesso delle mie cosce, ma non osavo più<br />
rimettere piede a terra per gli scorpioni e i serpenti velenosi di cui supponevo fosse cominciata<br />
l'orrenda caccia.<br />
Avevano da scegliere i serpenti in fatto di topi, li sentivo sgranocchiare i topi, tutto quel che si<br />
poteva, li sentivo sul muro, sul pavimento, tremanti, per il soff<strong>it</strong>to.<br />
Fin<strong>al</strong>mente si levò la luna, e ci fu un po' più di c<strong>al</strong>ma in piola.<br />
Si stava mica bene insomma nelle colonie.<br />
Il mattino arrivò comunque, una c<strong>al</strong>daia.<br />
Una voglia forsennata di tornarmene in Europa m'invase corpo e anima.<br />
Mancavano solo i soldi per squagliarmela.<br />
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