Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ La terra mi sembrava vicinissima, ma il mio piano di fuga mi ispirava mille inquietudini... Poco a poco la nostra conversazione cessò d'ssere militare per diventare sboccata e poi francamente oscena, alla fine, così scucita che non si sapeva più dove prenderla per continuarla; l'uno dopo l'altro i miei convitati ci rinunciarono e s'addormentarono e il russare li travolse, sonno disgustoso che gli raschiava le profondità del naso. Era il momento di sparire o mai più. Non bisogna lasciar passare 'ste tregue di crudeltà che malgrado tutto la natura impone agli organismi più depravati e più aggressivi di questo mondo. Eravamo ancorati adesso, a pochissima distanza dalla costa. Si scorgeva soltanto qualche lume che oscillava lungo la riva. Tutto lungo la nave vennero ad accalcarsi molto rapidamente cento piroghe tremolanti cariche di negri vociferanti. Questi neri assaltarono tutti i ponti per offrirci i loro servigi. In pochi secondi, portai alla scaletta di sbarco i pochi fagotti preparati furtivamente e filai dietro uno di quei battellieri di cui l'oscurità mi nascondeva quasi interamente i tratti e i movimenti. Al fondo della passerella e al pelo dell'acqua sciabordante, mi preoccupai della nostra destinazione. «Dov'è che siamo? chiesi io. -A Bambola-Fort-Gono! » mi rispose quell'ombra. Ci mettemmo a flottare liberamente a grandi colpi di pagaia. Lo aiutai per andare più in fretta. Ho avuto ancora il tempo di scorgere una volta ancora fuggendomela i miei pericolosi compagni di bordo. Alla luce dei lampioni dei sottoponti, schiacciati infine dall'ebetudine e dalla gastrite continuavano a fermentare grugnendo nel sonno. Satolli, stravaccati, si rassomigliavano tutti adesso, ufficiali, funzionari, ingegneri e appaltatori d'imposte, pustolosi, panciuti, olivastri, mescolati, pressappoco identici.I cani assomigliano ai lupi quando dormono. Ritrovai la terra pochi istanti più tardi e la notte, più spessa ancora sotto gli alberi, e poi dietro la notte tutte le complicità del silenzio. In questa colonia di Bambola-Bragamance, al di sopra di tutti, trionfava il Governatore. Militari e funzionari osavano appena respirare quando lui si degnava di abbassare lo sguardo sulle loro persone. Molto al di sotto ancora di quei notabili i commercianti installati sembravano rubare e prosperare più facilmente che in Europa. Nemmeno una noce di cocco, nemmeno una nocciolina americana, su tutto il territorio, che scappasse alle loro rapine. I funzionari capivano, via via che diventavano più stanchi e malati, che se ne fottevano di loro facendoli venire lì, per dargli insomma solo galloni e formulari da riempire e quasi niente grana insieme. Così guardavano di brutto i commercianti. L'elemento militare ancora più inebetito degli altri due s'abboffava di gloria coloniale e per farla passare ci metteva molto chinino e chilometri di Regolamenti. Tutti diventavano, si capisce bene, a forza d'aspettare che il termometro si abbassi, sempre più incarogniti. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 82
Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ E le ostilità personali e collettive duravano interminabili e assurde tra i militari e l'amministrazione, e poi ancora tra quest'ultima e i commercianti, e poi ancora tra quelli lì alleati temporaneamente contro quelli là, e poi tra tutti contro il negro e alla fine tra i negri tra di loro. Così, le rare energie che scampavano alla malaria, alla sete, al sole, si consumavano in odi così mordaci, così insistenti, che molti coloni finivano per crepare sul posto, avvelenati di se stessi, come degli scorpioni. Tuttavia, questa anarchia tanto virulenta si trovava rinchiusa in una cornice ermetica di polizia, come vipere nel loro nido. Blateravano invano i funzionari, e d'altronde il Governatore per mantenere la colonia in obbedienza trovava da reclutare tutti i miliziani disgraziati di cui aveva bisogno, e altrettanti negri indebitati che la miseria cacciava a migliaia verso la costa, vinti dal commercio, venuti a cercare una zuppa. Gli insegnavano a quelle reclute il diritto e la maniera d'ammirare il Governatore. Aveva l'aria il Governatore di far passeggiare sulla sua uniforme tutto l'oro delle sue finanze, e col sole sopra era una cosa da non credere, senza contare le piume. Si concedeva Vichy ogni anno il Governatore e leggeva solo il « Journal Officiel ». Un sacco di funzionari aveva vissuto nella speranza che un giorno sarebbe andato a letto con le loro mogli, ma il Governatore non amava le donne. Non amava niente. In mezzo a ogni nuova epidemia di febbre gialla, il Governatore sopravviveva che era un incanto mentre tanti tra quelli che volevano fargli il funerale crepavano loro come mosche alla prima pestilenza. Ci si ricordava che un certo «Quattordici Luglio» mentre lui passava davanti allo schieramento delle truppe della Residenza, caracollando in mezzo agli spahis della guardia solo davanti a una bandiera grande così, un certo sergente che la febbre esaltava di sicuro, si gettò davanti al cavallo per gridargli: «Indietro grandissimo cornuto!» Pare che fosse molto addolorato il Governatore, da questa specie di attentato che restò d'altra parte senza spiegazione. E' difficile guardare in coscienza la gente e le cose dei Tropici a causa dei colori che emanano. Una scatoletta di sardine aperta in pieno mezzogiorno per la strada proietta tanti di quei riflessi che assume per gli occhi l'importanza di un accidente. Bisogna fare attenzione. Non è che la giù ci sono solo degli uomini isterici, ci si mettono anche le cose. La vita diventa quasi tollerabile solo quando cade la notte, ma ecco che l'oscurità, quella, è accaparrata quasi immediatamente dalle zanzare a sciami. Non uno, due o cento, ma bilioni. Cavarsela in quelle condizioni diventa un'autentica opera di preservazione. Carnevale di giorno, colabrodo di notte, una guerra in sordina. Quando la capanna in cui ti ritiri, e che ha un'aria quasi amichevole è alfine diventata silenziosa, le termiti cominciano a tormentare la costruzione, occupate come sono sempre 'ste schifose, a papparti i montanti della capanna. Che arrivi un tornado in questo merletto traditore, e strade intere finiranno vaporizzate. La città di Fort-Gono in cui m'ero incagliato appariva così, precaria capitale della Bragamance, tra mare e foresta ma guarnita, ornata tuttavia di tutto quel ci vuole in fatto di banche, bordelli, caffè, terrazze e perfino d'ufficio di reclutamento, per farne una piccola metropoli, senza dimenticare ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 83
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E le ostil<strong>it</strong>à person<strong>al</strong>i e collettive duravano interminabili e assurde tra i mil<strong>it</strong>ari e l'amministrazione,<br />
e poi ancora tra quest'ultima e i commercianti, e poi ancora tra quelli lì <strong>al</strong>leati temporaneamente<br />
contro quelli là, e poi tra tutti contro il negro e <strong>al</strong>la fine tra i negri tra di loro.<br />
Così, le rare energie che scampavano <strong>al</strong>la m<strong>al</strong>aria, <strong>al</strong>la sete, <strong>al</strong> sole, si consumavano in odi così<br />
mordaci, così insistenti, che molti coloni finivano per crepare sul posto, avvelenati di se stessi,<br />
come degli scorpioni.<br />
Tuttavia, questa anarchia tanto virulenta si trovava rinchiusa in una cornice ermetica di polizia,<br />
come vipere nel loro nido.<br />
Blateravano invano i funzionari, e d'<strong>al</strong>tronde il Governatore per mantenere la colonia in<br />
obbedienza trovava da reclutare tutti i miliziani disgraziati di cui aveva bisogno, e <strong>al</strong>trettanti negri<br />
indeb<strong>it</strong>ati che la miseria cacciava a migliaia verso la costa, vinti d<strong>al</strong> commercio, venuti a cercare<br />
una zuppa.<br />
Gli insegnavano a quelle reclute il dir<strong>it</strong>to e la maniera d'ammirare il Governatore.<br />
Aveva l'aria il Governatore di far passeggiare sulla sua uniforme tutto l'oro delle sue finanze, e col<br />
sole sopra era una cosa da non credere, senza contare le piume.<br />
Si concedeva Vichy ogni anno il Governatore e leggeva solo il « Journ<strong>al</strong> Officiel ».<br />
Un sacco di funzionari aveva vissuto nella speranza che un giorno sarebbe andato a letto con le<br />
loro mogli, ma il Governatore non amava le donne.<br />
Non amava niente.<br />
In mezzo a ogni nuova epidemia di febbre gi<strong>al</strong>la, il Governatore sopravviveva che era un incanto<br />
mentre tanti tra quelli che volevano fargli il funer<strong>al</strong>e crepavano loro come mosche <strong>al</strong>la prima<br />
pestilenza.<br />
Ci si ricordava che un certo «Quattordici Luglio» mentre lui passava davanti <strong>al</strong>lo schieramento<br />
delle truppe <strong>della</strong> Residenza, caracollando in mezzo agli spahis <strong>della</strong> guardia solo davanti a una<br />
bandiera grande così, un certo sergente che la febbre es<strong>al</strong>tava di sicuro, si gettò davanti <strong>al</strong> cav<strong>al</strong>lo<br />
per gridargli: «Indietro grandissimo cornuto!» Pare che fosse molto addolorato il Governatore, da<br />
questa specie di attentato che restò d'<strong>al</strong>tra parte senza spiegazione.<br />
E' difficile guardare in coscienza la gente e le cose dei Tropici a causa dei colori che emanano.<br />
Una scatoletta di sardine aperta in pieno mezzogiorno per la strada proietta tanti di quei riflessi<br />
che assume per gli occhi l'importanza di un accidente.<br />
Bisogna fare attenzione.<br />
Non è che la giù ci sono solo degli uomini isterici, ci si mettono anche le cose.<br />
La v<strong>it</strong>a diventa quasi tollerabile solo quando cade la <strong>notte</strong>, ma ecco che l'oscur<strong>it</strong>à, quella, è<br />
accaparrata quasi immediatamente d<strong>al</strong>le zanzare a sciami.<br />
Non uno, due o cento, ma bilioni.<br />
Cavarsela in quelle condizioni diventa un'autentica opera di preservazione.<br />
Carnev<strong>al</strong>e di giorno, colabrodo di <strong>notte</strong>, una guerra in sordina.<br />
Quando la capanna in cui ti r<strong>it</strong>iri, e che ha un'aria quasi amichevole è <strong>al</strong>fine diventata silenziosa,<br />
le term<strong>it</strong>i cominciano a tormentare la costruzione, occupate come sono sempre 'ste schifose, a<br />
papparti i montanti <strong>della</strong> capanna.<br />
Che arrivi un tornado in questo merletto trad<strong>it</strong>ore, e strade intere finiranno vaporizzate.<br />
La c<strong>it</strong>tà di Fort-Gono in cui m'ero incagliato appariva così, precaria cap<strong>it</strong><strong>al</strong>e <strong>della</strong> Bragamance, tra<br />
mare e foresta ma guarn<strong>it</strong>a, ornata tuttavia di tutto quel ci vuole in fatto di banche, bordelli, caffè,<br />
terrazze e perfino d'ufficio di reclutamento, per farne una piccola metropoli, senza dimenticare<br />
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