Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ curante che ne vedeva ben d'altre. Tra un soffocamento e l'altro se c'era un medico o un'infermiera che passava di là: « Vittoria! Vittoria! Avremo la Vittoria! « gridava Branledore, o lo mormorava al minimo o a pieni polmoni secondo il caso. Reso così conforme all'appassionata letteratura bellicista per effetto di un'opportuna messinscena, godeva della più alta quotazione morale. Lo conosceva il trucco, lui. Poiché tutto era Teatro bisognava recitare e aveva proprio ragione Branledore; nulla ha l'aria più idiota ed è più irritante, è vero, di uno spettatore inerte salito per caso sulle scene. Quando si è lì sopra, si sa, bisogna prendere il tono, animarsi, recitare, decidersi o sparire. Le donne soprattutto chiedevano spettacolo ed erano impietose, le streghe, con i dilettanti imbambolati. La guerra, indiscutibilmente, porta alle ovaie, sono loro ad esigere eroi, e quelli che non lo erano per niente dovevano presentarsi come tali ovvero prepararsi a subire il più ignominioso dei destini. Dopo otto giorni passati nel nuovo servizio, avevamo capito 1 urgenza di dover cambiare travestimento e, grazie a Branledore (da borghese piazzista di merletti), gli uomini impauriti e in cerca d'ombra, ossessionati da ricordi vergognosi di mattatoi che noi eravamo arrivando, si mutarono in una banda assatanata di prodi, del tutto risoluti alla vittoria e vi garantisco armati di gran dinamismo e formidabili intenti. Rude il linguaggio che in effetti era diventato il nostro, così pepato che quelle dame talvolta ne arrossivano, però senza lagnarsene mai perché si sa che un soldato è tanto più coraggioso quanto più se ne frega, e grossolano più di quanto dovrebbe, e che più è grossolano, più è coraggioso. All'inizio, pur imitando Branledore del nostro meglio, il nostro portamento patriottico non era ancora del tutto a punto, non troppo convincente. C'è voluta una settimana e due prove intensive per metterci completamente in sintonia, quella giusta. Non appena il nostro medico, il cattedratico Bestombes, ebbe notato, da vero scienziato, il brillante miglioramento delle nostre qualità morali, decise, a titolo di incoraggiamento, di autorizzarci qualche visita, a cominciare da quelle dei parenti. Certi soldati ben dotati, a quel che avevo sentito raccontare, provavano quando si buttavano nella mischia una specie di ebbrezza e persino una intensa voluttà. Quando da parte mia cercavo d'immaginare una voluttà di quel tipo particolarissimo, finivo per star male per otto giorni almeno. Mi sentivo così incapace di uccidere qualcuno, che era proprio meglio che ci rinunciassi e la finissi sùbito. Non che mi fosse mancata l'esperienza, avevano fatto di tutto per darmi il gusto, ma mi faceva difetto il talento. Mi ci sarebbe forse voluta un'iniziazione più lenta. ' Mi decisi un bel giorno a informare il professor Bestombes delle difficoltà che provavo corpo e anima per essere coraggioso come avrei voluto e come le circostanze, di certo sublimi, esigevano. Paventavo un po' che lui finisse per considerarmi uno sfrontato, un chiacchierone impertinente... Ma proprio per niente. Al contrario! Il Maestro si dichiarò felicissimo che in un accesso di franchezza mi venisse fatto di ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 60

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ confidargli il turbamento spirituale che provavo. « Lei va meglio Bardamu, amico mio! Lei va meglio, semplicemente! « Ecco quel che concludeva. « Questa confidenza che lei m'ha fatto, assolutamente spontanea, la considero, Bardamu, come l'indizio molto incoraggiante di un miglioramento notevole del suo stato mentale... Vaudesquin, d'altronde, osservatore modesto, ma quanto sagace, dei cedimenti morali nei soldati dell'Impero, aveva riassunto, sin dal 1802, osservazioni di questo genere in una memoria oggi classica, anche se ingiustamente trascurata dai nostri attuali studenti, ove egli notava, dico, con grande proprietà e precisione le crisi dette "di confessione", che sopravvengono, segno fra i più importanti, nel convalescente morale... Il nostro grande Dupré, quasi un secolo più tardi, seppe coniare a proposito dello stesso sintomo la denominazione ormai celebre in cui questa stessa identica crisi figura sotto il titolo di crisi di "assembramento dei ricordi", crisi che deve, secondo lo stesso autore, precedere di poco, quando la cura è ben condotta, il crollo massiccio delle ideazioni ansiose e la liberazione definitiva del campo della coscienza, fenomeno successivo insomma nel corso del ristabilimento psichico. Dupré ha dato d'altra parte, nella sua terminologia così immaginifica ed esclusiva, il nome di "diarrea cogitante di liberazione" alla crisi che s'accompagna nel soggetto a una sensazione d euforia assai attiva, a una ripresa molto marcata dell'attività di relazione, ripresa, tra l'altro, assai rimarchevole del sonno, che si osserva prolungarsi improvvisamente per intere giornate, infine altro stadio: iperattività assai marcata delle funzioni genitali, a tal punto che non è raro osservare negli stessi malati in precedenza frigidi, di vere "abboffate erotiche". Da cui la formula: "Il malato non entra nella guarigione, vi si precipita!". Tale è il termine che descrive splendidamente, nevvero, questi trionfi della riabilitazione, col quale un altro dei nostri grandi psichiatri francesi del secolo scorso, Philibert Margeton, caratterizzava la ripresa veramente trionfale di tutte le attività normali in un soggetto convalescente della malattia della paura... Per quel che la riguarda, Bardamu, io la considero dunque e da questo momento, come un autentico convalescente... Le interesserà sapere, Bardamu poiché siamo arrivati a questa conclusione soddisfacente, che domani, per l'esattezza, presento alla Società di psicologia militare una memoria sulle qualità fondamentali dello spirito umano?... Una memoria di qualità, credo. - Certo, Maestro, questi problemi mi appassionano... - Ebbene, sappia, per riassumere, Bardamu, che io sostengo questa tesi: che prima della guerra l'uomo restava per lo psichiatra uno sconosciuto inaccessibile e le risorse del suo spirito un enigma... - E anche il mio modestissimo avviso, Maestro - La guerra, vede, Bardamu, con i mezzi incomparabili ch'essa ci dà di saggiare i sistemi nervosi, agisce al modo di un formidabile rivelatore dello Spirito umano! Ne abbiamo per secoli di che chinarci, meditabondi, sulle recenti rivelazioni patologiche, secoli di studi appassionanti... Confessiamolo francamente... Noi fin qui non facevamo che sospettare le ricchezze emotive e spirituali dell'uomo! Ma adesso, grazie alla guerra, è fatta... Noi penetriamo, a seguito di un effrazione, dolorosa certo, ma decisiva e provvidenziale per la scienza, nella loro intimità! Dalle prime rivelazioni, il dovere dello psicologo e del moralista non ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 61

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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curante che ne vedeva ben d'<strong>al</strong>tre.<br />

Tra un soffocamento e l'<strong>al</strong>tro se c'era un medico o un'infermiera che passava di là: « V<strong>it</strong>toria!<br />

V<strong>it</strong>toria! Avremo la V<strong>it</strong>toria! « gridava Branledore, o lo mormorava <strong>al</strong> minimo o a pieni polmoni<br />

secondo il caso.<br />

Reso così conforme <strong>al</strong>l'appassionata letteratura bellicista per effetto di un'opportuna messinscena,<br />

godeva <strong>della</strong> più <strong>al</strong>ta quotazione mor<strong>al</strong>e.<br />

Lo conosceva il trucco, lui.<br />

Poiché tutto era Teatro bisognava rec<strong>it</strong>are e aveva proprio ragione Branledore; nulla ha l'aria più<br />

idiota ed è più irr<strong>it</strong>ante, è vero, di uno spettatore inerte s<strong>al</strong><strong>it</strong>o per caso sulle scene.<br />

Quando si è lì sopra, si sa, bisogna prendere il tono, animarsi, rec<strong>it</strong>are, decidersi o sparire.<br />

Le donne soprattutto chiedevano spettacolo ed erano impietose, le streghe, con i dilettanti<br />

imbambolati.<br />

La guerra, indiscutibilmente, porta <strong>al</strong>le ovaie, sono loro ad esigere eroi, e quelli che non lo erano<br />

per niente dovevano presentarsi come t<strong>al</strong>i ovvero prepararsi a subire il più ignominioso dei<br />

destini.<br />

Dopo otto giorni passati nel nuovo servizio, avevamo cap<strong>it</strong>o 1 urgenza di dover cambiare<br />

travestimento e, grazie a Branledore (da borghese piazzista di merletti), gli uomini impaur<strong>it</strong>i e in<br />

cerca d'ombra, ossessionati da ricordi vergognosi di mattatoi che noi eravamo arrivando, si<br />

mutarono in una banda assatanata di prodi, del tutto risoluti <strong>al</strong>la v<strong>it</strong>toria e vi garantisco armati di<br />

gran dinamismo e formidabili intenti.<br />

Rude il linguaggio che in effetti era diventato il nostro, così pepato che quelle dame t<strong>al</strong>volta ne<br />

arrossivano, però senza lagnarsene mai perché si sa che un soldato è tanto più coraggioso quanto<br />

più se ne frega, e grossolano più di quanto dovrebbe, e che più è grossolano, più è coraggioso.<br />

All'inizio, pur im<strong>it</strong>ando Branledore del nostro meglio, il nostro portamento patriottico non era<br />

ancora del tutto a punto, non troppo convincente.<br />

C'è voluta una settimana e due prove intensive per metterci completamente in sintonia, quella<br />

giusta.<br />

Non appena il nostro medico, il cattedratico Bestombes, ebbe notato, da vero scienziato, il<br />

brillante miglioramento delle nostre qu<strong>al</strong><strong>it</strong>à mor<strong>al</strong>i, decise, a t<strong>it</strong>olo di incoraggiamento, di<br />

autorizzarci qu<strong>al</strong>che vis<strong>it</strong>a, a cominciare da quelle dei parenti.<br />

Certi soldati ben dotati, a quel che avevo sent<strong>it</strong>o raccontare, provavano quando si buttavano nella<br />

mischia una specie di ebbrezza e persino una intensa voluttà.<br />

Quando da parte mia cercavo d'immaginare una voluttà di quel tipo particolarissimo, finivo per<br />

star m<strong>al</strong>e per otto giorni <strong>al</strong>meno.<br />

Mi sentivo così incapace di uccidere qu<strong>al</strong>cuno, che era proprio meglio che ci rinunciassi e la<br />

finissi sùb<strong>it</strong>o.<br />

Non che mi fosse mancata l'esperienza, avevano fatto di tutto per darmi il gusto, ma mi faceva<br />

difetto il t<strong>al</strong>ento.<br />

Mi ci sarebbe forse voluta un'iniziazione più lenta. ' Mi decisi un bel giorno a informare il<br />

professor Bestombes delle difficoltà che provavo corpo e anima per essere coraggioso come avrei<br />

voluto e come le circostanze, di certo sublimi, esigevano.<br />

Paventavo un po' che lui finisse per considerarmi uno sfrontato, un chiacchierone impertinente...<br />

Ma proprio per niente.<br />

Al contrario! Il Maestro si dichiarò felicissimo che in un accesso di franchezza mi venisse fatto di<br />

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