Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ quel bastione di Bicetre, il « 43 » s'intitolava. Era quello giusto. L'avevano appena rimesso a nuovo per accogliere degli sciancati e dei vecchietti. Il giardino non era nemmeno finito. Quando arrivammo, in fatto di abitanti non c'era che la portinaia, nella parte militare. Pioveva fitto. Ha avuto paura di noi la portinaia sentendoci, ma noi la facemmo mettendole sùbito la mano sul posto giusto. « Credeva che fossero dei tedeschi! fece lei. - Son lontani! le rispondemmo. - Dov'è che siete malati? s'inquietava lei. Dapertutto; ma non sul bìgolo!» le fece un artigliere di rimando. Allora, si poteva dire che quello era vero spirito, lei lo apprezzava eccome, la portinaia. In quello stesso bastione soggiornarono in seguito con noi dei vecchi della resistenza pubblica. Avevano costruito per loro, d'urgenza, nuovi fabbricati forniti di chilometri di vetrate, li avevano lì dentro fino alla fine delle ostilità, come degli insetti. Sulle collinette intorno, un'eruzione di lotti striminziti si contendevano dei mucchi di fango sfuggente mal tenuto da una serie di capannoni precari. A quel riparo vengono su ogni tanto una lattuga e tre ravanelli, che non perché, delle lumache schifate si degnano di farne omaggio al proprietario. Il nostro ospedale era pulito, bisogna sbrigarsi a vederle le cose lì, qualche settimana, quando sono agli inizi, perché per la manutenzione delle cose da noi, non c'è nessun gusto, siamo proprio a 'sto riguardo dei veri porcelli. ci siamo dunque coricati, dico, a casaccio nei letti metallici, alla luce della luna, erano così nuovi i locali che l'elettricità non ci arrivava ancora. Al risveglio, il nostro nuovo medico-capo è venuto a presentarsi, tutto contento di vederci, sembrava, tutto cordiale a vederlo. Ci aveva delle ragioni da parte sua per essere contento, lo avevano appena promosso a quattro galloni. possedeva inoltre i più begli occhi del mondo, vellutati e sovrannaturali, se ne serviva molto per turbare le notte le belle infermiere volontarie che l'attorniavano di giorno e gesti e non si perdevano una briciola del loro medico-capo Sin dal primo contatto, lui si impadronì del nostro morale, come ci aveva annunciato. Con semplicità, mettendo familiarmente una mano sulla spalla di uno di noi scrollandolo paternamente, con voce di conforto, ci tracciò le regole e la via più breve per andare coraggiosamente e anche al più presto a rifarci rompere il grugno. Da dovunque venissero, non pensavano davvero che a quello. Si sarebbe detto che quello gli faceva del bene. Era il nuovo vizio. « La Francia, amici miei, ha fiducia in voi, è come una donna, la più bella delle donne la Francia! intonò lui. Conta sul vostro eroismo la Francia! Vittima della più vile, della più abominevole delle aggressioni. Ha il diritto di esigere dai suoi figli d'essere vendicata fino in fondo la Francia! D'essere ristabilita nell'integrità del suo territorio anche a prezzo dei maggiori sacrifici la Francia! Faremo tutti qui, per quel che ci riguarda, il nostro dovere, amici miei, voi fate il vostro! La nostra scienza vi appartiene! E vostra! Tutte le sue risorse sono al servizio della vostra guarigione! Aiutateci a vostra ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 56

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ volta a misura della vostra buona volontà! E che possiate presto riprendere il vostro posto accanto ai vostri cari camerati delle trincee! Il vostro sacro posto! Per la difesa del nostro amato suolo. Viva la Francia! Avanti! « Lui sapeva parlare ai soldati. Noi stavamo ciascuno ai piedi del letto, sull'attenti, ad ascoltarlo. Dietro di lui, una bruna del gruppo delle belle infermiere dominava male l'emozione che l'attanagliava e che qualche lacrima rese visibile. Le altre infermiere, le compagne, si prodigarono sùbito: « Cara! Cara! Ti assicuro... Tornerà, suvvia!... » Era una delle sue cugine, la bionda un po' grassottella, quella che la consolava meglio. Passando vicino a noi, sostenendola con le braccia, mi confidò la grassottella che la bella cugina soffriva per la recente partenza del fidanzato mobilitato in marina. Il maestro della passione, sconcertato, si sforzava d'attenuare la bella e tragica commozione propagata dalla sua breve e vibrante allocuzione. Restava tutto confuso e afflitto davanti a lei. Risveglio di una troppo dolorosa inquietudine in un cuore d'élite, evidentemente languido, tutto sensibilità e tenerezza. « Avessimo saputo, maestro! sussurrava ancora la bionda cugina, l'avremmo avvertita... Si amano così teneramente, sapesse!... « Il gruppo delle infermiere e il Maestro medesimo sparirono continuando a parlottare e ronzando per il corridoio. Non si occupavano più di noi. Cercavo di ricordare e comprendere il senso di questa allocuzione che aveva appena pronunciato, l'uomo dagli occhi splendidi, ma lungi dal rattristarmi, a me, quelle parole mi parvero a ripensarci straordinariamente efficaci a farmi venire la nausea della morte. Era quel che pensavano anche gli altri compagni, ma loro non ci trovavano come me quel di più, quel tipo di sfida e d'insulto. Loro non cercavano affatto di capire quel che capitava attorno a noi nella vita, capivano soltanto e a malapena che il normale delirio del mondo era cresciuto da qualche mese, in tali proporzioni che non si poteva più fondare la propria esistenza su alcunché di stabile. Qui all'ospedale, proprio come nella notte delle Fiandre la morte ci braccava; solo che qui, ci minacciava da più lontano la stessa morte irrevocabile di laggiù, è vero, una volta che le cure dell'Amministrazione la scagliavano sulla vostra tremante carcassa. Qui, non ci urlavano addosso, certo, ci parlavano perfino con dolcezza, per tutto il tempo non ci parlavano d'altro che di morte, ma la nostra condanna figurava tuttavia bella chiara nell'angolo di ogni foglio di carta che ci chiedevano di firmare, in ognuna delle precauzioni che prendevano nei nostri confronti: Medaglie... Braccialetti... Il minimo permesso... Qualunque consiglio... Ci sentivamo contati, spiati, numerati nella grande riserva dei partenti di domani. Allora per forza, tutto il mondo civile e l'ambiente sanitario avevano l'aria molto più leggera di noi, al confronto. Le infermiere, 'ste troiette, non lo condividevano mica, loro, il nostro destino, loro non pensavano per contrasto che a vivere a lungo, e molto più a lungo ancora e ad amare, era chiaro, ad andare a passeggio e a fare e rifare l'amore mille e diecimila volte. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 57

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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volta a misura <strong>della</strong> vostra buona volontà! E che possiate presto riprendere il vostro posto accanto<br />

ai vostri cari camerati delle trincee! Il vostro sacro posto! Per la difesa del nostro amato suolo.<br />

Viva la Francia! Avanti! « Lui sapeva parlare ai soldati.<br />

Noi stavamo ciascuno ai piedi del letto, sull'attenti, ad ascoltarlo.<br />

Dietro di lui, una bruna del gruppo delle belle infermiere dominava m<strong>al</strong>e l'emozione che<br />

l'attanagliava e che qu<strong>al</strong>che lacrima rese visibile.<br />

Le <strong>al</strong>tre infermiere, le compagne, si prodigarono sùb<strong>it</strong>o: « Cara! Cara! Ti assicuro...<br />

Tornerà, suvvia!... » Era una delle sue cugine, la bionda un po' grassottella, quella che la<br />

consolava meglio.<br />

Passando vicino a noi, sostenendola con le braccia, mi confidò la grassottella che la bella cugina<br />

soffriva per la recente partenza del fidanzato mobil<strong>it</strong>ato in marina.<br />

Il maestro <strong>della</strong> passione, sconcertato, si sforzava d'attenuare la bella e tragica commozione<br />

propagata d<strong>al</strong>la sua breve e vibrante <strong>al</strong>locuzione.<br />

Restava tutto confuso e affl<strong>it</strong>to davanti a lei.<br />

Risveglio di una troppo dolorosa inquietudine in un cuore d'él<strong>it</strong>e, evidentemente languido, tutto<br />

sensibil<strong>it</strong>à e tenerezza. « Avessimo saputo, maestro! sussurrava ancora la bionda cugina, l'avremmo<br />

avvert<strong>it</strong>a...<br />

Si amano così teneramente, sapesse!... « Il gruppo delle infermiere e il Maestro medesimo<br />

sparirono continuando a parlottare e ronzando per il corridoio.<br />

Non si occupavano più di noi.<br />

Cercavo di ricordare e comprendere il senso di questa <strong>al</strong>locuzione che aveva appena pronunciato,<br />

l'uomo dagli occhi splendidi, ma lungi d<strong>al</strong> rattristarmi, a me, quelle parole mi parvero a ripensarci<br />

straordinariamente efficaci a farmi venire la nausea <strong>della</strong> morte.<br />

Era quel che pensavano anche gli <strong>al</strong>tri compagni, ma loro non ci trovavano come me quel di più,<br />

quel tipo di sfida e d'insulto.<br />

Loro non cercavano affatto di capire quel che cap<strong>it</strong>ava attorno a noi nella v<strong>it</strong>a, capivano soltanto e<br />

a m<strong>al</strong>apena che il norm<strong>al</strong>e delirio del mondo era cresciuto da qu<strong>al</strong>che mese, in t<strong>al</strong>i proporzioni<br />

che non si poteva più fondare la propria esistenza su <strong>al</strong>cunché di stabile.<br />

Qui <strong>al</strong>l'osped<strong>al</strong>e, proprio come nella <strong>notte</strong> delle Fiandre la morte ci braccava; solo che qui, ci<br />

minacciava da più lontano la stessa morte irrevocabile di laggiù, è vero, una volta che le cure<br />

dell'Amministrazione la scagliavano sulla vostra tremante carcassa.<br />

Qui, non ci urlavano addosso, certo, ci parlavano perfino con dolcezza, per tutto il tempo non ci<br />

parlavano d'<strong>al</strong>tro che di morte, ma la nostra condanna figurava tuttavia bella chiara nell'angolo di<br />

ogni foglio di carta che ci chiedevano di firmare, in ognuna delle precauzioni che prendevano nei<br />

nostri confronti: Medaglie...<br />

Bracci<strong>al</strong>etti...<br />

Il minimo permesso...<br />

Qu<strong>al</strong>unque consiglio...<br />

Ci sentivamo contati, spiati, numerati nella grande riserva dei partenti di domani.<br />

Allora per forza, tutto il mondo civile e l'ambiente san<strong>it</strong>ario avevano l'aria molto più leggera di<br />

noi, <strong>al</strong> confronto.<br />

Le infermiere, 'ste troiette, non lo condividevano mica, loro, il nostro destino, loro non pensavano<br />

per contrasto che a vivere a lungo, e molto più a lungo ancora e ad amare, era chiaro, ad andare<br />

a passeggio e a fare e rifare l'amore mille e diecimila volte.<br />

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