Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Sempre trovava nuovi pretesti per restare a Parigi. Le notti di Billancourt erano dolci, animate talvolta da quei puerili allarmi di aerei e di zeppelin, grazie ai quali i cittadini trovavano il modo di provare brividi giustificabili. Aspettando la mia amante, andavo a passeggiare, venuta la notte, fino al ponte di Grenelle, là dove l'ombra sale dal fiume fino alla piattaforma del metrò, con i suoi lampioni a corona, tesa in piena oscurità, con la sua ferraglia immane che s'avventa con un rumore di tuono nelle fiancate dei grossi palazzi del lungosenna di Passy. Esistono certi posti così nelle città, tanto stupidamente brutti che ci stai quasi sempre da solo. Musyne finì per tornare alla nostra specie di focolare non più di una volta alla settimana. Accompagnava sempre più frequentemente delle cantanti dagli argentini. Avrebbe potuto suonare e guadagnarsi da vivere nei cinema, dove sarebbe stato molto più facile per me andarla a prendere, ma gli argentini erano allegri e pagavano bene, mentre i cinema erano tristi e pagavano poco. C'è tutta la vita in queste preferenze. Per colmo di sfortuna arrivò il « Teatro dell'Esercito « Lei si creò all'istante, la Musyne, cento relazioni militari al Ministero e sempre più di frequente se ne partiva per distrarre al fronte i nostri soldatini, per intere settimane. Lei gli vendeva al minuto, all'esercito, la suonata e l'adagio davanti alle platee dello Stato Maggiore, ben piazzato per vederle le gambe. Ai soldati ammucchiati sui gradini dietro i capi gli arrivavano soltanto, a loro, degli echi melodiosi Poi lei passava necessariamente notti molto complicate negli hotel della zona militare. Un giorno mi è tornata tutta vispa dall'Esercito e munita di un diploma di eroismo, firmato da uno dei nostri grandi generali, a piacer vostro. Quel diploma fu l'origine del suo definitivo successo. Nella colonia argentina, seppe rendersi di colpo estremamente popolare. La festeggiarono. Impazzivano per la mia Musyne, violinista di guerra tanto carina! Così fresca piccolina, e poi eroina per giunta. 'Sti argentini avevano riconoscenza del ventre, riservavano ai nostri grandi capi un'ammirazione sconfinata, e quando gli è ricomparsa, la mia Musyne, col suo documento autentico, il suo bel musetto, i ditini agili e gloriosi, si misero ad amarla a gara, l'asta per così dire. La poesia eroica conquista senza colpo ferire quelli che non vanno in guerra e meglio ancora quelli che la guerra sta arricchendo spaventosamente. Regolare. Ah! l'eroismo sbarazzino, c'è da svenirci, vi assicuro! Gli armatori di Rio offrivano i loro nomi e i loro capitali a bella che con tanta grazia femminilizzava a loro uso il valore francese e guerresco. Musyne aveva saputo inventarsi, bisogna ammettere, un piccolo repertorio molto civettuolo d'incidenti di guerra che, come un cappello sbarazzino, le stava a meraviglia. Mi stupiva sovente, a me, il suo tatto e ho dovuto confessare a me stesso, ascoltandola, che in fatto di frottole ero solo un volgare simulatore al suo confronto. Aveva il dono di collocare le sue trovate una certa eco drammatica dove tutto diventava e restava prezioso e penetrante. In fatto di fanfaluche, noi combattenti restiamo, me ne rendevo conto all'improvviso, grossolanamente estemporanei e precisi. Lei lavorava sull'eterno, la mia bella. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 52

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Ha ragione Claude Lorrain, i primi di un quadro fanno sempre schifo, e l'arte vuole che ciò che interessa in un quadro venga collocato sullo sfondo nell'"inafferrabile" là dove si rifugia la menzogna, questo sogno colto sul fatto, unico amore degli uomini. La donna che sa tener conto della nostra indole miseranda diventa facilmente la nostra prediletta, indispensabile e suprema speranza. Noi ci attendiamo da lei che ci conservi la nostra menzognera ragion d'essere, ma nell'attesa lei può esercitando questa splendida funzione, guadagnarsi largamente di che vivere. Musyne non se la lasciava scappare, d'istinto. Trovavi i suoi argentini dalle parti di Ternes, e poi soprattutto ai confini del Bois, in piccoli palazzi privati, ben chiusi, splendenti, dove in quei tempi invernali regnava un calore così confortevole che entrando dalla strada, il corso dei tuoi pensieri volgeva all'ottimismo, anche se non volevi. Nella mia disperazione tremebonda, avevo cominciato, per colmo di goffaggine, ad andare il più spesso possibile, l'ho detto, ad aspettare la mia compagna nelle stanze di servizio. Pazientavo, qualche volta fino al mattino, avevo sonno, ma la gelosia mi teneva sveglio, anche il vino bianco, che i domestici mi servivano con larghezza. I padroni argentini, loro, li vedevo molto di rado, sentivo le loro canzoni e il loro spagnolo fracassone e il piano che non si fermava mai, ma suonato il più delle volte da mani che non erano quelle di Musyne. Cosa faceva lei dunque nel frattempo, 'sta troietta, con le mani? Quando ci ritrovavamo al mattino davanti alla porta lei faceva una smorfia, rivedendomi. Ero ancora brado come un animale a quel tempo, non volevo mollare la mia bella, e basta, come un osso. Si perde la maggior parte della propria gioventù a colpi. di goffaggini. Era chiaro che stava per abbandonarmi 1 beneamata, presto e per sempre. Non avevo ancora imparato che esistono due umanità molto diverse, quella dei ricchi e quella dei poveri. Mi ci son voluti, come a tanti vent'anni e la guerra, per imparare a starmene nella mia categoria, a chiedere il prezzo delle cose e degli esseri prima di prenderli, e soprattutto prima di attaccarmici. Scaldandomi dunque nelle stanze di servizio con i miei amici domestici, non capivo che sopra la mia testa danzavo gli dèi argentini, avrebbero potuto essere tedeschi, francesi, Cinesi, quello non aveva affatto importanza, ma i, e ricchi, ecco quel che bisognava capire. Loro in alto Musyne, io in basso, con niente. Musyne pensava seriamente al suo avvenire; allora preferiva farlo con un dio. Anch'io di certo pensavo all'avvenire, ma in una sorta di delirio, perché per tutto il tempo avevo, in sordina, paura di essere ammazzato in guerra e anche la paura di morir di fame in pace. Ero in rinvio di morte e innamorato Non era solo un incubo. Non molto lontano da noi, a meno di cento chilometri, milioni di uomini, coraggiosi, ben armati, ben addestrati, mi aspettavano per sistemare la faccenda, e c'erano anche dei francesi che mi aspettavano per farla finita con la mia pelle, se non volevo farmi ridurre a brandelli sanguinolenti da quelli di fronte. Ci sono per il povero a 'sto mondo due grandi modi di scampare, sia con l'indifferenza generale dei suoi simili in tempo di pace, sia con la passione omicida dei medesimi quando vien la guerra. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 53

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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Ha ragione Claude Lorrain, i primi di un quadro fanno sempre schifo, e l'arte vuole che ciò che<br />

interessa in un quadro venga collocato sullo sfondo nell'"inafferrabile" là dove si rifugia la<br />

menzogna, questo sogno colto sul fatto, unico amore degli uomini.<br />

La donna che sa tener conto <strong>della</strong> nostra indole miseranda diventa facilmente la nostra prediletta,<br />

indispensabile e suprema speranza.<br />

Noi ci attendiamo da lei che ci conservi la nostra menzognera ragion d'essere, ma nell'attesa lei<br />

può eserc<strong>it</strong>ando questa splendida funzione, guadagnarsi largamente di che vivere.<br />

Musyne non se la lasciava scappare, d'istinto.<br />

Trovavi i suoi argentini d<strong>al</strong>le parti di Ternes, e poi soprattutto ai confini del Bois, in piccoli<br />

p<strong>al</strong>azzi privati, ben chiusi, splendenti, dove in quei tempi invern<strong>al</strong>i regnava un c<strong>al</strong>ore così<br />

confortevole che entrando d<strong>al</strong>la strada, il corso dei tuoi pensieri volgeva <strong>al</strong>l'ottimismo, anche se<br />

non volevi.<br />

Nella mia disperazione tremebonda, avevo cominciato, per colmo di goffaggine, ad andare il più<br />

spesso possibile, l'ho detto, ad aspettare la mia compagna nelle stanze di servizio.<br />

Pazientavo, qu<strong>al</strong>che volta fino <strong>al</strong> mattino, avevo sonno, ma la gelosia mi teneva sveglio, anche il<br />

vino bianco, che i domestici mi servivano con larghezza.<br />

I padroni argentini, loro, li vedevo molto di rado, sentivo le loro canzoni e il loro spagnolo<br />

fracassone e il piano che non si fermava mai, ma suonato il più delle volte da mani che non erano<br />

quelle di Musyne.<br />

Cosa faceva lei dunque nel frattempo, 'sta troietta, con le mani? Quando ci r<strong>it</strong>rovavamo<br />

<strong>al</strong> mattino davanti <strong>al</strong>la porta lei faceva una smorfia, rivedendomi.<br />

Ero ancora brado come un anim<strong>al</strong>e a quel tempo, non volevo mollare la mia bella, e basta, come<br />

un osso.<br />

Si perde la maggior parte <strong>della</strong> propria gioventù a colpi.<br />

di goffaggini.<br />

Era chiaro che stava per abbandonarmi 1 beneamata, presto e per sempre.<br />

Non avevo ancora imparato che esistono due uman<strong>it</strong>à molto diverse, quella dei ricchi e quella dei<br />

poveri.<br />

Mi ci son voluti, come a tanti vent'anni e la guerra, per imparare a starmene nella mia categoria, a<br />

chiedere il prezzo delle cose e degli esseri prima di prenderli, e soprattutto prima di attaccarmici.<br />

Sc<strong>al</strong>dandomi dunque nelle stanze di servizio con i miei amici domestici, non capivo che sopra la<br />

mia testa danzavo gli dèi argentini, avrebbero potuto essere tedeschi, francesi, Cinesi, quello non<br />

aveva affatto importanza, ma i, e ricchi, ecco quel che bisognava capire.<br />

Loro in <strong>al</strong>to Musyne, io in basso, con niente.<br />

Musyne pensava seriamente <strong>al</strong> suo avvenire; <strong>al</strong>lora preferiva farlo con un dio.<br />

Anch'io di certo pensavo <strong>al</strong>l'avvenire, ma in una sorta di delirio, perché per tutto il tempo avevo,<br />

in sordina, paura di essere ammazzato in guerra e anche la paura di morir di fame in pace.<br />

Ero in rinvio di morte e innamorato Non era solo un incubo.<br />

Non molto lontano da noi, a meno di cento chilometri, milioni di uomini, coraggiosi, ben armati,<br />

ben addestrati, mi aspettavano per sistemare la faccenda, e c'erano anche dei francesi che mi<br />

aspettavano per farla fin<strong>it</strong>a con la mia pelle, se non volevo farmi ridurre a brandelli sanguinolenti<br />

da quelli di fronte.<br />

Ci sono per il povero a 'sto mondo due grandi modi di scampare, sia con l'indifferenza gener<strong>al</strong>e<br />

dei suoi simili in tempo di pace, sia con la passione omicida dei medesimi quando vien la guerra.<br />

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