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Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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pubblicato da Sartre su « Temps Modernes » nel dicembre 1945, in cui dichiara che Céline si era<br />

venduto ai nazisti.<br />

Georges Bataille coglie ovviamente il centro del Voyage nella relazione che il protagonista del<br />

romanzo ha con la propria morte; Queneau ferma la sua attenzione sul linguaggio: « E' il primo<br />

libro importante in cui per la prima volta lo stile or<strong>al</strong>e marcia a tutta veloc<strong>it</strong>à...<br />

Qui abbiamo fin<strong>al</strong>mente il francese moderno: così com'è, come lo si r<strong>it</strong>rova.<br />

Non è solo questione di lessico, ma anche di sintassi».<br />

Ma la vera folgorazione è quella di Henry Miller: « Nessuno scr<strong>it</strong>tore mi diede uno choc del<br />

genere ».<br />

Ricordando i libri che avevano segnato la sua v<strong>it</strong>a, parlerà di « fratello Céline ».<br />

Miller aveva composto Tropico del cancro nel 1930, senza trovare ed<strong>it</strong>ore.<br />

Dopo il Voyage lo riscrisse a fondo, e lo pubblicò poi nel 1934 a Parigi, mandandone copia a<br />

Céline.<br />

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Le traduzioni.<br />

Il Voyage esce in It<strong>al</strong>ia nell'agosto 1933 per iniziativa di una singolare figura di scr<strong>it</strong>tore ed ed<strong>it</strong>ore,<br />

il vicentino Gian Dàuli, pseudonimo di Giuseppe Ugo N<strong>al</strong>ato (Vicenza 1884-Milano 1945).<br />

All'epoca Dàuli dirigeva per la casa ed<strong>it</strong>rice milanese Modernissima una collana di «Scr<strong>it</strong>tori di<br />

tutto il mondo» da lui stesso ideata.<br />

Nel 1932 la Modernissima era passata <strong>al</strong>l'ed<strong>it</strong>ore D<strong>al</strong>l'Oglio, ma Dàuli mantenne la responsabil<strong>it</strong>à<br />

delle scelte letterarie fino <strong>al</strong> novembre 1934, e vanno dunque ascr<strong>it</strong>ti a lui i mer<strong>it</strong>i dei primi 34<br />

t<strong>it</strong>oli <strong>della</strong> collana (devo queste notizie e le <strong>al</strong>tre che seguono <strong>al</strong>la cortesia di Michel David, Sulla<br />

prima traduzione <strong>it</strong><strong>al</strong>iana del « Voyage au bout de la nu<strong>it</strong> », « Opera aperta » II, n. 8-9, Roma<br />

aprile 1967).<br />

Dàuli era stato tra i pochissimi scr<strong>it</strong>tori <strong>it</strong><strong>al</strong>iani a cogliere la nov<strong>it</strong>à del Voyage, se è vero che nel<br />

suo diario si dichiarava stup<strong>it</strong>o «d<strong>al</strong> suo formidabile verismo intellettu<strong>al</strong>e...<br />

E voglio notare anch'io che in questa arte re<strong>al</strong>istica del Céline si sente spesso il metodo<br />

d'osservazione minuta e spesso sofisticata per essere troppo minuta, usata d<strong>al</strong> Proust nella sua<br />

miope ricerca del tempo perduto.<br />

E direi quasi di più! Céline deve aver letto e riletto <strong>al</strong>la sazietà le opere di Proust tanto che <strong>al</strong>cune<br />

immagini e <strong>al</strong>cune fini osservazioni le ha assimilate senza però riuscire a trasformarle del tutto,<br />

cosicché <strong>al</strong> microscopio <strong>al</strong>cune cellule céliniane si riconoscerebbero per proustiane».<br />

Nell'ottobre 1945, due mesi prima <strong>della</strong> sua morte prematura, Dàuli espresse poi l'intenzione di<br />

tradurre Mort à cred<strong>it</strong> (impresa che riuscirà poi a Giorgio Caproni per Garzanti nel 1964) e<br />

Guignol's Band, per il qu<strong>al</strong>e era giunto perfino a coniare un t<strong>it</strong>olo <strong>it</strong><strong>al</strong>iano: Compagnia <strong>della</strong><br />

teppa.<br />

Per la traduzione, Dàuli si affidò a un singolare personaggio di letterato <strong>it</strong><strong>al</strong>iano che in quegli anni<br />

viveva a Parigi: Luigi Alessio.<br />

Nato nel 1902 a Caramagna, in provincia di Cuneo, da un'agiata famiglia borghese, a Fiume con<br />

D'Annunzio, Alessio aveva fondato nel 1923 la rivista Teatro, uno dei primi periodici di quel<br />

genere, affiancandole la casa ed<strong>it</strong>rice Rinascimento, che pubblicava romanzi, novelle, opere teatr<strong>al</strong>i.<br />

Passato in Francia nel 1927, Alessio condusse a Montparnasse un'esistenza di bohèmien in mezzo<br />

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<strong>Beneinst</strong>.<strong>it</strong> 360

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