Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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Mi descrisse un'uman<strong>it</strong>à affamata di catastrofi, innamorata di massacri».<br />
Fu steso un contratto: nessun anticipo, 3000 copie di tiratura inizi<strong>al</strong>e, una percentu<strong>al</strong>e del 10 % per<br />
le prime 4.000 copie, che s<strong>al</strong>iva in progressione fino <strong>al</strong> 18 % oltre le 50.000 copie vendute.<br />
Il dottor Destouches s'era scelto uno pseudonimo: avrebbe firmato Louis-Ferdinand Céline.<br />
Un nome femminile: Céline si chiamava appunto la nonna materna Guillou, molto amata.<br />
Il dottore voleva continuare a fare il suo mestiere, e temeva le gelosie o il sarcasmo dei colleghi, a<br />
seconda che il libro fosse stato un successo o un fiasco.<br />
Il dattiloscr<strong>it</strong>to venne mandato in composizione, e i tipografi, stupefatti da quello stile inus<strong>it</strong>ato,<br />
decisero di intervenire d'ufficio sulla punteggiatura, togliendo virgole, dando una sistemata<br />
grammatic<strong>al</strong>e a quel che sembrava un po' eccessivo.<br />
Il dottore, spossato da tre anni di stesura, non voleva nemmeno vedere le bozze, ma quando<br />
seppe del misfatto, fece una scenata <strong>al</strong>l'ed<strong>it</strong>ore: «Questi mi vogliono far scrivere come François<br />
Mauriac! Non aggiungete una sillaba senza dirmelo! Mi buttereste <strong>al</strong>l'aria il r<strong>it</strong>mo come niente!...<br />
Ho un'aria sc<strong>al</strong>cinata ma so perfettamente quel che voglio».<br />
Il 15 ottobre il romanzo è pronto per la libreria e per il Premio Goncourt di prossima<br />
assegnazione: Denoel è sicuro di avere per la mani la grande occasione <strong>della</strong> sua v<strong>it</strong>a di ed<strong>it</strong>ore, e<br />
si prodiga in ogni modo per il successo del libro.<br />
Il comunicato stampa <strong>della</strong> casa ed<strong>it</strong>rice parla di un'opera «impossibile da classificare e da definire<br />
a causa <strong>della</strong> sua origin<strong>al</strong><strong>it</strong>à», di una satira che arriva <strong>al</strong>la ferocia ma non è un pamphlet.<br />
Pubblico presunto: i medici, che vi erano vivacemente attaccati, gli studenti, i lettori colti.<br />
Nasceva così Voyage au bout de la nu<strong>it</strong>, e oggi che il secolo sta finendo fra tragedie e farse d'ogni<br />
genere, ci appare sempre più chiaro che questo è il romanzo che l'ha meglio cap<strong>it</strong>o e<br />
rappresentato, che il consapevole delirio céliniano ne ha saputo cogliere come nessun <strong>al</strong>tro gli<br />
aspetti fondament<strong>al</strong>i: gli orrori <strong>della</strong> guerra e <strong>della</strong> retorica patriottarda di quelli che stavano a<br />
dirigere il macello nelle retrovie; la ferocia dello sfruttamento coloni<strong>al</strong>e; la sol<strong>it</strong>udine delle<br />
metropoli (New York) e gli incubi tayloristici delle catene di montaggio (la Ford a Detro<strong>it</strong>), il<br />
degrado urbano e l'abbrutimento operaio nella Parigi delle borgate, I'avvento di una piccola<br />
borghesia cinica e faccendiera, quella stessa di cui oggi contempliamo i guasti forse irreversibili<br />
nelle imprese dei figli e dei nipoti, <strong>al</strong> di qua e <strong>al</strong> di là delle Alpi.<br />
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V<strong>it</strong>a del dottor Destouches.<br />
Céline era nato in riva <strong>al</strong>la Senna a Courbevoie, nei pressi di Parigi, il 27 maggio 1894, da una<br />
famiglia normanna <strong>della</strong> piccola nobiltà del Cotentin, i Des Touches de Lentillière, il cui<br />
esponente di maggior spicco era stato il nonno di Louis, Auguste, professore a Le Havre, poeta e<br />
romanziere.<br />
Louis aveva rapporti difficili con il padre Fernand, una carriera mediocrissima di corrispondente<br />
presso una compagnia di assicurazioni, con una nomina a vice capoufficio l'anno prima del<br />
pensionamento, il 1923.<br />
Di quell'incomprensione sempre sull'orlo dello scontro fisico si può cogliere un'eco, anche se<br />
certamente esagerata, in Mort à cred<strong>it</strong>.<br />
Era troppo lontano, il figlio irrequieto e ribelle, d<strong>al</strong>la querula rassegnazione di un padre frustrato.<br />
E certo non è senza significato che Louis si decida a presentare il manoscr<strong>it</strong>to del Voyage a<br />
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