Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ meno di vivere. 'Sto giorno della medaglia all'Opéra-Comique fu uno di quelli, decisivo. Per causa sua, di Lola, son diventato maniaco degli Stati Uniti, per via delle domande che le facevo subito e a cui lei rispondeva appena. Quando uno si lancia a 'sto modo nei viaggi, torna quando può e come può... All'epoca di cui parlo, a Parigi tutti volevano avere la loro bella uniforme. C'erano quasi solo i neutrali e le spie che non l'avevano, che poi erano circa gli stessi. Lola ce ne aveva una sua di uniforme ufficiale, molto carina, decorata con piccole croci rosse dappertutto, sulle maniche, sullo svelto berretto militare, civettuolo, sempre messo di traverso sui capelli ondulati. Era venuta ad aiutarci a salvare la Francia, confidò lei al direttore dell'hotel, per quanto potevano le sue deboli forze, ma con tutto il cuore! Ci capimmo subito, però non completamente, perché gli slanci del cuore mi erano diventati completamente indigesti. Preferivo quelli del corpo, semplicemente. Bisogna diffidare moltissimo del cuore, l'avevo imparato e come! in guerra. E non me lo dimenticavo certo. Il cuore di Lola era tenero, debole ed entusiasta. Il corpo era grazioso, molto gradevole, e dovetti prenderla tutta insieme come si ritrovava. Era una ragazza proprio carina Lola dopo tutto, solo che c'era la guerra tra noi, questa fottuta smisurata rabbia che spingeva metà degli umani, volenti o no, a spedire l'altra metà al mattatoio. Allora disturbava nelle relazioni, per forza, una mania come quella. Per me che tiravo di lungo la convalescenza fin che potevo e che ci tenevo per niente a riprendere il turno nel cimitero ardente delle battaglie, il ridicolo del nostro massacro mi saltava fuori, nel suo falso splendore, ad ogni passo che facevo in città. Una furberia sconfinata si pavoneggiava dappertutto. Tuttavia avevo poche speranze di farla franca, non avevo nessuna delle conoscenze indispensabili per tirarsi fuori. Conoscevo solo dei poveri, cioè gente la cui morte non interessa a nessuno. Quanto a Lola, non bisognava contare su di lei per imboscarsi. Anche se era infermiera, non si poteva immaginare, tranne Ortolan, forse, un essere più combattivo di quella ragazza incantevole. Prima di aver traversato la fricassea fangosa degli eroismi, la sua arietta da Giovanna d'Arco mi avrebbe forse eccitato, convertito, ma adesso, dopo il mio arruolamento a Place Clichy, davanti ad ogni eroismo verbale o reale ero diventato fobicamente ostico. Ero guarito, guarito bene. Per la comodità delle dame del Corpo di spedizione americano, il gruppo di infermiere di cui Lola faceva parte alloggiava all'Hotel Paritz e per renderle, specie a lei, le cose ancora più simpatiche, le avevano affidato (aveva delle conoscenze) nello stesso hotel la direzione d'un servizio speciale, quello delle frittelle di mele per gli ospedali di Parigi. Ne distribuivano ogni mattino migliaia di dozzine. Lola svolgeva questa umana funzione con un certo zelo che doveva d'altronde un po' più tardi mettersi a girare proprio male. Lola, bisogna dirlo, non aveva mai preparato frittelle in vita sua. Lei arruolò un certo numero di cuoche mercenarie e le frittelle, dopo qualche prova, furono ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 32

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ pronte per essere puntualmente consegnate sugose, dorate e zuccherate a meraviglia. Lola insomma non aveva da far altro che assaggiarle prima che fossero mandate ai vari servizi ospedalieri. Ogni mattina Lola si alzava verso le dieci e scendeva, dopo aver fatto il bagno, nelle cucine situate in profondità, vicino alle cantine. Questo, ogni mattina, dico, vestita soltanto d'un chimono giapponese nero e giallo che un suo amico di San Francisco le aveva regalato il giorno prima che partisse. Tutto filava stupendamente insomma, e noi stavamo anche vincendo la guerra, quando un bel giorno, all'ora di pranzo, la trovai sconvolta, che si rifiutava di toccare un solo piatto del pasto. Fui assalito dal timore che fosse capitata una disgrazia, una malattia improvvisa. La scongiurai di contare sul mio vigile affetto. Per aver assaggiato puntualmente le frittelle per tutto un mese, Lola era ingrassata di un buon chilo! D'altra parte la sua cintura, con un buco, testimoniava il disastro. Furono lacrime. Cercando di consolarla meglio che potevo, abbiamo passato in rassegna, sotto la sferza dell'emozione, in tassì, vari farmacisti, piazzati nei posti più diversi. Per combinazione, implacabili, tutte le bilance confermarono che il chilo c'era tutto bello e buono, innegabile. Le suggerii di passare il servizio a una collega che lei, al contrario, aspirava alle tettone. Lola non volle saperne di un compromesso che considerava come una vergogna e una vera piccola diserzione nel suo genere. Fu anzi in quella stessa occasione che mi rivelò che un suo pro-prozio aveva fatto parte, anche lui,dell'equipaggio nei secoli glorioso del Mayflower, sbarcato a Boston nel 1677, e che in considerazione di memorie di quel genere, non poteva sognarsi di sottrarsi, lei, al dovere delle frittelle, modesto, certo, ma comunque sacro. Fatto sta che da quel giorno lei assaggiava le frittelle solo con la punta dei denti, che peraltro aveva tutti a posto e carini. 'Sta angoscia d'ingrassare era arrivata a rovinarle ogni piacere. Deperiva. Ebbe in poco tempo una paura delle frittelle pari a quella che io avevo delle granate. Il più delle volte adesso andavamo a fare passeggiate igieniche in lungo e in largo, per colpa delle frittelle, sui viali, sui boulevards, ma non entravamo più dal Napolitain, perché i gelati, anche quelli, fanno ingrassare le signore. Mai avevo sognato nulla di tanto confortevolmente abitabile come la sua camera, tutta in blu pallido, con bagno a fianco. Foto di suoi amici, dappertutto, dediche, poche di donne, molte di uomini, bei ragazzi, bruni e ricci, il suo tipo, lei mi parlava del colore dei loro occhi, e poi di quelle dediche tenere, solenni e, tutte, definitive. All'inizio, per educazione, provavo imbarazzo in mezzo a tutte quelle effigi, poi ci si abitua. Quando smettevo di baciarla, lei ci tornava sopra, non potevo scappare, sul tema della guerra o delle frittelle. La Francia aveva un bel posto nelle nostre conversazioni. Per Lola, la Francia restava una specie di entità cavalleresca, dai contorni poco definiti nello spazio e nel tempo, ma in quel momento gravemente ferita e proprio per questo molto eccitante. A me, quando mi parlavano della Francia, pensavo irresistibilmente alle mie trippe, per forza, ero ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 33

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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pronte per essere puntu<strong>al</strong>mente consegnate sugose, dorate e zuccherate a meraviglia.<br />

Lola insomma non aveva da far <strong>al</strong>tro che assaggiarle prima che fossero mandate ai vari servizi<br />

osped<strong>al</strong>ieri.<br />

Ogni mattina Lola si <strong>al</strong>zava verso le dieci e scendeva, dopo aver fatto il bagno, nelle cucine s<strong>it</strong>uate<br />

in profond<strong>it</strong>à, vicino <strong>al</strong>le cantine.<br />

Questo, ogni mattina, dico, vest<strong>it</strong>a soltanto d'un chimono giapponese nero e gi<strong>al</strong>lo che un suo<br />

amico di San Francisco le aveva reg<strong>al</strong>ato il giorno prima che partisse.<br />

Tutto filava stupendamente insomma, e noi stavamo anche vincendo la guerra, quando un bel<br />

giorno, <strong>al</strong>l'ora di pranzo, la trovai sconvolta, che si rifiutava di toccare un solo piatto del pasto.<br />

Fui ass<strong>al</strong><strong>it</strong>o d<strong>al</strong> timore che fosse cap<strong>it</strong>ata una disgrazia, una m<strong>al</strong>attia improvvisa.<br />

La scongiurai di contare sul mio vigile affetto.<br />

Per aver assaggiato puntu<strong>al</strong>mente le fr<strong>it</strong>telle per tutto un mese, Lola era ingrassata di un buon<br />

chilo! D'<strong>al</strong>tra parte la sua cintura, con un buco, testimoniava il disastro.<br />

Furono lacrime.<br />

Cercando di consolarla meglio che potevo, abbiamo passato in rassegna, sotto la sferza<br />

dell'emozione, in tassì, vari farmacisti, piazzati nei posti più diversi.<br />

Per combinazione, implacabili, tutte le bilance confermarono che il chilo c'era tutto bello e buono,<br />

innegabile.<br />

Le suggerii di passare il servizio a una collega che lei, <strong>al</strong> contrario, aspirava <strong>al</strong>le tettone.<br />

Lola non volle saperne di un compromesso che considerava come una vergogna e una vera<br />

piccola diserzione nel suo genere.<br />

Fu anzi in quella stessa occasione che mi rivelò che un suo pro-prozio aveva fatto parte, anche<br />

lui,dell'equipaggio nei secoli glorioso del Mayflower, sbarcato a Boston nel 1677, e che in<br />

considerazione di memorie di quel genere, non poteva sognarsi di sottrarsi, lei, <strong>al</strong> dovere delle<br />

fr<strong>it</strong>telle, modesto, certo, ma comunque sacro.<br />

Fatto sta che da quel giorno lei assaggiava le fr<strong>it</strong>telle solo con la punta dei denti, che per<strong>al</strong>tro<br />

aveva tutti a posto e carini. 'Sta angoscia d'ingrassare era arrivata a rovinarle ogni piacere.<br />

Deperiva.<br />

Ebbe in poco tempo una paura delle fr<strong>it</strong>telle pari a quella che io avevo delle granate.<br />

Il più delle volte adesso andavamo a fare passeggiate igieniche in lungo e in largo, per colpa delle<br />

fr<strong>it</strong>telle, sui vi<strong>al</strong>i, sui boulevards, ma non entravamo più d<strong>al</strong> Napol<strong>it</strong>ain, perché i gelati, anche<br />

quelli, fanno ingrassare le signore.<br />

Mai avevo sognato nulla di tanto confortevolmente ab<strong>it</strong>abile come la sua camera, tutta in blu<br />

p<strong>al</strong>lido, con bagno a fianco.<br />

Foto di suoi amici, dappertutto, dediche, poche di donne, molte di uomini, bei ragazzi, bruni e<br />

ricci, il suo tipo, lei mi parlava del colore dei loro occhi, e poi di quelle dediche tenere, solenni e,<br />

tutte, defin<strong>it</strong>ive.<br />

All'inizio, per educazione, provavo imbarazzo in mezzo a tutte quelle effigi, poi ci si ab<strong>it</strong>ua.<br />

Quando smettevo di baciarla, lei ci tornava sopra, non potevo scappare, sul tema <strong>della</strong> guerra o<br />

delle fr<strong>it</strong>telle.<br />

La Francia aveva un bel posto nelle nostre conversazioni.<br />

Per Lola, la Francia restava una specie di ent<strong>it</strong>à cav<strong>al</strong>leresca, dai contorni poco defin<strong>it</strong>i nello spazio<br />

e nel tempo, ma in quel momento gravemente fer<strong>it</strong>a e proprio per questo molto ecc<strong>it</strong>ante.<br />

A me, quando mi parlavano <strong>della</strong> Francia, pensavo irresistibilmente <strong>al</strong>le mie trippe, per forza, ero<br />

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