Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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Non potevamo restare tutto il tempo in giardino a sorvegliare i m<strong>al</strong>ati.<br />
Per provare a noi stessi che eravamo m<strong>al</strong>grado tutto un po' liberi ci avventuravamo fino ai bordi<br />
<strong>della</strong> Senna, solo per uscire.<br />
Dopo il terrapieno dell'<strong>al</strong>tra riva, è la grande pianura di Gennevilliers che comincia, una gran bella<br />
distesa grigia e bianca in cui le ciminiere si stagliano lentamente nella polvere e nella bruma.<br />
Attaccata <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>zaia sta la bettola dei marinai, guarda l'entrata del can<strong>al</strong>e.<br />
La corrente gi<strong>al</strong>la viene a premere sulla chiusa.<br />
Stavamo a guardare quello noi<strong>al</strong>tri d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>to in basso per ore intere, e di fianco, anche quella specie<br />
di lungo acqu<strong>it</strong>rino il cui odore ris<strong>al</strong>e sornione sino <strong>al</strong>la strada carrozzabile.<br />
Ci si ab<strong>it</strong>ua.<br />
Non aveva più colore 'sto fango, tanto era vecchio e lavorato d<strong>al</strong>le piene.<br />
Certe sere d'estate, diventava qu<strong>al</strong>che volta come dolce, il fango, quando il cielo, in rosa, andava<br />
sul sentiment<strong>al</strong>e.<br />
E là sul ponte che si veniva a sentire la fisarmonica, quella delle chiatte, mentre se ne stanno ad<br />
aspettare davanti <strong>al</strong>le chiuse, che la <strong>notte</strong> finisca per passare <strong>al</strong> fiume.<br />
Soprattutto quelle che vengono giù d<strong>al</strong> Belgio fanno musica, portano del colore dappertutto, del<br />
verde e del gi<strong>al</strong>lo, e biancheria da asciugare che riempie i fili e ancora delle sottovesti color<br />
lampone che il vento gonfia s<strong>al</strong>tandoci dentro a sbuffi.<br />
Alla piola dei marinai, ci venivo spesso anche da solo, nell'ora morta che segue il pranzo, quando<br />
il gatto del padrone se ne sta bello tranquillo, tra i quattro muri, come rinchiuso in un piccolo<br />
cielo di sm<strong>al</strong>to blu tutto per lui.<br />
Là, anch'io, sonnecchiando <strong>al</strong>l'inizio d'un pomeriggio, ad aspettare, dimenticato come mi credevo,<br />
che passi.<br />
Ho visto qu<strong>al</strong>cuno arrivare da lontano, che s<strong>al</strong>iva per la strada.<br />
Non ho dovuto restare incerto a lungo.<br />
Appena sul ponte l'avevo già riconosciuto.<br />
Era il mio Robinson in persona.<br />
Non si poteva sbagliare! «Viene a cercarmi da queste parti! mi son detto io di botto...<br />
Il prete gli ha dovuto dare il mio indirizzo!...<br />
Bisogna che me ne liberi in fretta!» Sul momento l'ho trovato spaventoso disturbarmi proprio nel<br />
momento in cui cominciavo a rifarmi un caro piccolo egoismo.<br />
A diffidare di quel che arriva d<strong>al</strong>le strade, si fa sempre bene.<br />
Eccolo dunque arrivato vicinissimo <strong>al</strong>l'osteria.<br />
Esco.<br />
Ha l'aria sorpresa nel vedermi. «Da dov'è che s<strong>al</strong>ti fuori un'<strong>al</strong>tra volta? gli chiedo io, così, poco<br />
gentile. - Da La Garenne... mi risponde lui. - Ben, va bene! Hai mangiato?» gli chiedo io.<br />
Non aveva tanto l'aria d'aver mangiato, ma non voleva fare la parte del crapulone che ancora non<br />
era arrivato. «Eccoti lì di nuovo in giro eh?» aggiungo io.<br />
Perché adesso posso proprio dirlo, ero niente contento di rivederlo.<br />
La cosa non mi faceva <strong>al</strong>cun piacere.<br />
Parapine arrivava anche lui d<strong>al</strong> lato del can<strong>al</strong>e, per incontrarmi.<br />
Cascava a fagiolo.<br />
Era stanco Parapine d'essere tanto spesso di guardia <strong>al</strong>l'Ist<strong>it</strong>uto.<br />
E'vero che me la prendevo un po' c<strong>al</strong>ma col servizio.<br />
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