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Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l'immaginazione.<br />

Tutto il resto è delusione e fatica.<br />

Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario.<br />

Ecco la sua forza.<br />

Va d<strong>al</strong>la v<strong>it</strong>a <strong>al</strong>la morte.<br />

Uomini, bestie, c<strong>it</strong>tà e cose, è tutto inventato.<br />

E' un romanzo, nient'<strong>al</strong>tro che una storia f<strong>it</strong>tizia.<br />

Lo dice L<strong>it</strong>tré, lui non si sbaglia mai.<br />

E poi in ogni caso tutti possono fare <strong>al</strong>trettanto.<br />

Basta chiudere gli occhi.<br />

E' d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tra parte <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a.<br />

E' cominciata così.<br />

Io, avevo mai detto niente.<br />

Niente.<br />

E'Arthur Ganate che mi ha fatto parlare.<br />

Arthur, uno studente, un fagiolo anche lui, un compagno.<br />

Ci troviamo dunque a Place Clichy.<br />

Era dopo pranzo.<br />

Vuol parlarmi.<br />

Lo ascolto. « Non restiamo fuori! mi dice lui.<br />

Torniamo dentro! ».<br />

Rientro con lui.<br />

Ecco. « 'Sta terrazza, attacca lui, va bene per le uova <strong>al</strong>la coque! Vieni di qua ».<br />

Allora, ci accorgiamo anche che non c'era nessuno per le strade,<br />

a causa del c<strong>al</strong>do; niente vetture, nulla.<br />

Quando fa molto freddo, lo stesso, non c'è nessuno per le strade; è lui, a quel che ricordo, che mi<br />

aveva detto in propos<strong>it</strong>o:<br />

« Quelli di Parigi hanno sempre l'aria occupata, ma di fatto, vanno a passeggio da mattino a sera;<br />

prova ne è che quando non va bene per passeggiare, troppo freddo o troppo c<strong>al</strong>do, non li si vede<br />

più; son tutti dentro a prendersi il caffè con la crema e bocc<strong>al</strong>i di birra.<br />

E così! Il secolo <strong>della</strong> veloc<strong>it</strong>à! dicono loro.<br />

Dove mai? Grandi cambiamenti! ti raccontano loro.<br />

Che roba è? E' cambiato niente, in ver<strong>it</strong>à.<br />

Continuano a stupirsi e basta.<br />

E nemmeno questo è nuovo per niente.<br />

Parole, e nemmeno tante, anche le parole che son cambiate! Due o tre di qui, di là, di quelle<br />

piccole...».<br />

Tutti fieri <strong>al</strong>lora d'aver fatto risuonare queste utili ver<strong>it</strong>à, siamo rimasti là seduti, incantati, a<br />

guardare le dame del caffè.<br />

Dopo, la conversazione è tornata sul Presidente Poincaré che s'era inaugurato, proprio quel<br />

mattino lì, una mostra di cagnetti; e poi, passin passetto, su «Le Temps» dove quello stava scr<strong>it</strong>to.<br />

«Di', che signor giorn<strong>al</strong>e il "Temps", ecco che mi provoca Arthur Ganate a 'sto propos<strong>it</strong>o. «Ce n'è<br />

mica un <strong>al</strong>tro come quello che difende la razza francese! - Ce n'ha proprio bisogno la razza<br />

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<strong>Beneinst</strong>.<strong>it</strong> 3

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