Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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di dub<strong>it</strong>are che esistano <strong>al</strong>tre autentiche re<strong>al</strong>izzazioni del nostro io più profondo che non siano la<br />
guerra e la m<strong>al</strong>attia, questi due infin<strong>it</strong>i dell'incubo.<br />
La gran fatica dell'esistenza non è forse insomma nient'<strong>al</strong>tro che questo gran darsi da fare per<br />
restare ragionevoli venti, quarant'anni, o più, per non essere semplicemente, profondamente se<br />
stessi, cioè immondi, atroci, assurdi.<br />
L'incubo di dover sempre presentare come un piccolo ide<strong>al</strong>e univers<strong>al</strong>e, un superuomo da mane a<br />
sera, il sottouomo zoppicante che ci hanno dato.<br />
Di m<strong>al</strong>ati, ne avevamo <strong>al</strong>l'Ist<strong>it</strong>uto di tutti i prezzi, i più ricchi soggiornavano in camere<br />
solidamente imbott<strong>it</strong>e in stile Luigi xv.<br />
A quelli, Baryton faceva ogni giorno la sua vis<strong>it</strong>ina a tariffe care e s<strong>al</strong>ate.<br />
Loro lo aspettavano.<br />
Di quando in quando, si prendeva un sonoro paio di schiaffoni, Baryton, davvero formidabili,<br />
lungamente premed<strong>it</strong>ati.<br />
Sùb<strong>it</strong>o lui li segnava in conto <strong>al</strong>la voce trattamenti speci<strong>al</strong>i.<br />
A tavola Parapine restava sulle sue, non che i miei successi oratori con Baryton lo disturbassero<br />
minimamente, anzi, sembrava piuttosto meno preoccupato d'<strong>al</strong>tre volte, <strong>al</strong> tempo dei microbi e, in<br />
defin<strong>it</strong>iva, quasi contento.<br />
Bisogna sapere che s'era spaventato a morte con le sue storie di minorenni.<br />
E così restava un po' disorientato di fronte <strong>al</strong> sesso.<br />
Nelle ore libere, gironzolava sui prati dell'Ist<strong>it</strong>uto, anche lui, proprio come un m<strong>al</strong>ato, e quando<br />
passavo vicino a lui, mi faceva dei sorrisetti, ma così indecisi, così p<strong>al</strong>lidi, quei sorrisi, che si<br />
sarebbe potuto scambiarli per degli addii.<br />
Arruolandoci tutti e due nel suo person<strong>al</strong>e tecnico Baryton faceva un bell'acquisto perché gli<br />
avevamo portato non soltanto la nostra dedizione a tempo pieno, ma anche le distrazioni e gli<br />
echi di quelle avventure di cui era ghiotto e carente.<br />
Così si compiaceva spesso di manifestarci la sua soddisfazione.<br />
Esprimeva tuttavia qu<strong>al</strong>che riserva su Parapine.<br />
Non era mai stato con Parapine completamente a suo agio. «Parapine...<br />
Vede Ferdinand... mi fece un giorno in confidenza, è un russo!» Il fatto di essere russo per<br />
Baryton, era qu<strong>al</strong>cosa d'<strong>al</strong>trettanto descr<strong>it</strong>tivo, morfologico, inconfutabile, quanto «diabetico» o<br />
«negretto».<br />
Lanciato su questo argomento che gli tormentava l'anima da molti mesi, si mise in mia presenza e<br />
a mio esclusivo beneficio a far andare le meningi <strong>al</strong> massimo...<br />
Non lo riconoscevo più Baryton...<br />
Stavamo appunto andando d<strong>al</strong> tabacchino del paese a cercare delle sigarette.<br />
«Parapine, nevvero Ferdinand, è uno che trovo molto intelligente, beninteso...<br />
Ma comunque ha un'intelligenza interamente arb<strong>it</strong>raria 'sto ragazzo! Lei non trova Ferdinand?<br />
(inderamende, diceva lui).<br />
E'uno, per prima cosa, che non vuole adattarsi...<br />
Quello si nota sùb<strong>it</strong>o in lui...Non è nemmeno a suo agio nel mestiere che fa...<br />
Lo ammetta!...<br />
E'in questo ha torto! Assolutamente torto!...<br />
Visto che sta m<strong>al</strong>e!...<br />
E'la prova! Senta, io, guardi come mi adatto Ferdinand!... (Si batteva lo sterno.) Facciamo che la<br />
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