Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Era di quello che aveva bisogno. Non appena se li ebbe presi i miei complimenti, fu come un coito. Si lasciò scivolare verso uno dei gonfi sofà di bordo e s'addormentò quasi sùbito, tranquillamente, evidentemente felice. I convitati nel frattempo seguivano ancora i contorni dei loro volti con sguardi di piombo e reciprocamente affascinati, indecisi tra un sonno quasi invincibile e le delizie d'una digestione miracolosa. Quanto a me economizzai questa voglia di sonnecchiare e me la conservai per la notte. Le paure che sopravvivono durante il corso della giornata allontanano troppo spesso il sonno e quando si ha la fortuna di costituirsi, fin che si può, una piccola provvista di beatitudine, bisognerebbe proprio essere degli idioti per sprecarla in futili sonnecchiamenti anticipati. Tutto per la notte! E' il mio motto! Tutto il tempo, bisogna pensare alla notte. E poi intanto eravamo invitati per la cena, era il momento di farsi tornare l'appetito Approfittammo dell'intontimento che regnava per svignarcela. Eseguimmo tutti e tre un'uscita di assoluta discrezione, schivando i convitati assopiti e tranquillamente sparpagliati intorno alla fisarmonica della padrona. Gli occhi della padrona addolciti dalla musica sfarfallavano alla ricerca dell'ombra. «A presto» ci fece lei, quando le passammo vicino e il suo sorriso si dileguò in un sogno. Non andammo lontano, tutti e tre, solo fino a quel posto che avevo trovato dove il fiume faceva un'ansa, tra due file di pioppi, di grandi pioppi appuntiti. Da quel posto si scorge tutta la vallata e perfino in lontananza quella cittadina incassata, raggrinzita intorno al campanile piantato come un chiodo nel rosso del cielo. «A che ora abbiamo il treno per tornare? s'inquietò improvvisamente Madelon. - Non preoccuparti! la rassicurò lui. Ci porteranno con l'auto, è già deciso... L'ha detto il padrone... Ne hanno una...» Madelon non insistette. Aveva lo sguardo sognante dal piacere. Una giornata davvero straordinaria. «E i tuoi occhi, Léon, come vanno adesso? gli chiese lei allora. - Vanno molto meglio. Non volevo dirti niente perché non ero sicuro, ma credo proprio che soprattutto con l'occhio sinistro comincio a poter anche contare le bottiglie sulla tavola... Ho bevuto mica male, hai notato? Era di quello buono !. . - Il sinistro, è il lato del cuore» osservò Madelon radiosa. Era tutta contenta, si capisce, del meglio che gli andavano gli occhi, a lui. «Baciami allora che adesso ti bacio!» gli propose lei. Cominciavo a sentirmi di troppo, io, in mezzo alle loro effusioni. Era un po' complicato eclissarmi, perché non sapevo bene dove mettermi. Ho fatto finta d'andare a fare un bisogno dietro un albero che era un po' più in là, e son restato dietro l'albero ad aspettare che gli passi. Erano delle tenerezze che stavano a scambiarsi. Li sentivo. Anche i dialoghi amorosi più banali, suonano comunque sempre un po' strani quando conosci le ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 278
Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ persone. E poi non li avevo mai sentiti dire cose come queste. «Mi ami davvero? gli domandava lei. - Come i miei occhi ti amo! rispondeva lui. - Non è poco, quello che hai detto Léon!...Ma ancora non mi hai vista Léon!...Forse quando mi avrai vista con i tuoi stessi occhi e non solo con gli occhi degli altri, mi amerai ancora così tanto? A quel momento lì, rivedrai le altre donne e forse ti metterai ad amarle tutte?...Come i tuoi amici?...» Questa osservazione che gli faceva lei, sottovoce, era per me. Non mi ci sbagliavo... Lei credeva che fossi già lontano e non potessi sentirla...Allora ci metteva una parola buona. Non perdeva tempo...Lui,l'amico, si mise a protestare. «Per esempio?...» le faceva. Erano solo insinuazioni! Calunnie... «Io, Madelon, proprio per niente! si discolpava lui. Sono mica uno del suo genere, io! Cosa ti fa credere che sono come lui?...Gentile come sei stata con me?...Mi attacco io! Sono mica una carogna io! È per sempre, ti ho detto io, ho una parola sola! È per sempre! Sei bella, già lo so, ma lo sarai ancora di più una volta che ti avrò vista...Là! Sei contenta adesso? Piangi più? Non posso dirti qualcosa di più grande a ogni modo! - Questo è carino, Léon!» rispondeva allora lei rannicchiandosi contro di lui. Erano dietro a fare giuramenti, non si poteva più fermarli, il cielo non era più abbastanza grande. «Vorrei che tu sia sempre felice con me... faceva lui dopo, a bassa voce. Che tu non abbia niente da fare e tu abbia però tutto quello che hai bisogno... - Ah! quanto seí buono Léon mio. Sei ancora migliore di quanto immaginavo... Sei tenero! Sei fedele! e sei tutto !... - È perchè ti adoro, gattina...» E si scaldavano ancora di più, in pomiciamenti. E poi come per tenermi lontano dalla loro intensa felicità, a me, mi sparavano un bel colpo basso...Prima lei: «Il dottore, tuo amico, è gentile no?» Tornava alla carica, come se le fossi rimasto sullo stomaco. «È gentile!... Voglio dire niente contro di lui, perché è un amico tuo...Ma è un uomo che uno direbbe che comunque è brutale con le donne...Non voglio dirne male perché credo che è vero che ti vuol proprio bene... Ma insomma non sarebbe il mio tipo...Te lo dico proprio...Non è che la cosa ti dà fastidio?» No, niente gli dava fastidio a Léon. «Eh be', mi sembra, il dottore, che lui le ama un po' troppo le donne...Un po' come i cani, capisci?...Te non trovi?...È come se ci saltasse sempre sopra si direbbe !...Fa il danno e se ne va...Trovi mica te? che è così?» Trovava, lo stronzo, trovava tutto quello che lei voleva, trovava perfino che quello che lei diceva era assolutamente giusto e sfizioso. Spassoso come tutto. La incoraggiava ad andare avanti e si faceva venire i singhiozzi. «Sì, proprio vero quello che hai notato di lui Madelon, e un uomo che non è cattivo Ferdinand, ma quanto a delicatezza, non è il suo forte, si può dirlo, e nemmeno quanto a fedeltà d'altronde!... Questo son sicuro. - Chissà quante ne hai viste te delle sue amanti; eh di' Léon?» Andava sulle informazioni confidenziali la troietta «Un sacco e una sporta! le ha risposto lui con sicurezza, ma sai... ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 279
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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Era di quello che aveva bisogno.<br />
Non appena se li ebbe presi i miei complimenti, fu come un co<strong>it</strong>o.<br />
Si lasciò scivolare verso uno dei gonfi sofà di bordo e s'addormentò quasi sùb<strong>it</strong>o, tranquillamente,<br />
evidentemente felice.<br />
I conv<strong>it</strong>ati nel frattempo seguivano ancora i contorni dei loro volti con sguardi di piombo e<br />
reciprocamente affascinati, indecisi tra un sonno quasi invincibile e le delizie d'una digestione<br />
miracolosa.<br />
Quanto a me economizzai questa voglia di sonnecchiare e me la conservai per la <strong>notte</strong>.<br />
Le paure che sopravvivono durante il corso <strong>della</strong> giornata <strong>al</strong>lontanano troppo spesso il sonno e<br />
quando si ha la fortuna di cost<strong>it</strong>uirsi, fin che si può, una piccola provvista di beat<strong>it</strong>udine,<br />
bisognerebbe proprio essere degli idioti per sprecarla in futili sonnecchiamenti anticipati.<br />
Tutto per la <strong>notte</strong>! E' il mio motto! Tutto il tempo, bisogna pensare <strong>al</strong>la <strong>notte</strong>.<br />
E poi intanto eravamo inv<strong>it</strong>ati per la cena, era il momento di farsi tornare l'appet<strong>it</strong>o<br />
Approf<strong>it</strong>tammo dell'intontimento che regnava per svignarcela.<br />
Eseguimmo tutti e tre un'usc<strong>it</strong>a di assoluta discrezione, schivando i conv<strong>it</strong>ati assop<strong>it</strong>i e<br />
tranquillamente sparpagliati intorno <strong>al</strong>la fisarmonica <strong>della</strong> padrona.<br />
Gli occhi <strong>della</strong> padrona addolc<strong>it</strong>i d<strong>al</strong>la musica sfarf<strong>al</strong>lavano <strong>al</strong>la ricerca dell'ombra. «A presto» ci<br />
fece lei, quando le passammo vicino e il suo sorriso si dileguò in un sogno.<br />
Non andammo lontano, tutti e tre, solo fino a quel posto che avevo trovato dove il fiume faceva<br />
un'ansa, tra due file di pioppi, di grandi pioppi appunt<strong>it</strong>i.<br />
Da quel posto si scorge tutta la v<strong>al</strong>lata e perfino in lontananza quella c<strong>it</strong>tadina incassata,<br />
raggrinz<strong>it</strong>a intorno <strong>al</strong> campanile piantato come un chiodo nel rosso del cielo.<br />
«A che ora abbiamo il treno per tornare? s'inquietò improvvisamente Madelon.<br />
- Non preoccuparti! la rassicurò lui.<br />
Ci porteranno con l'auto, è già deciso...<br />
L'ha detto il padrone...<br />
Ne hanno una...» Madelon non insistette.<br />
Aveva lo sguardo sognante d<strong>al</strong> piacere.<br />
Una giornata davvero straordinaria.<br />
«E i tuoi occhi, Léon, come vanno adesso? gli chiese lei <strong>al</strong>lora.<br />
- Vanno molto meglio.<br />
Non volevo dirti niente perché non ero sicuro, ma credo proprio che soprattutto con l'occhio<br />
sinistro comincio a poter anche contare le bottiglie sulla tavola...<br />
Ho bevuto mica m<strong>al</strong>e, hai notato? Era di quello buono !. .<br />
- Il sinistro, è il lato del cuore» osservò Madelon radiosa.<br />
Era tutta contenta, si capisce, del meglio che gli andavano gli occhi, a lui.<br />
«Baciami <strong>al</strong>lora che adesso ti bacio!» gli propose lei.<br />
Cominciavo a sentirmi di troppo, io, in mezzo <strong>al</strong>le loro effusioni.<br />
Era un po' complicato eclissarmi, perché non sapevo bene dove mettermi.<br />
Ho fatto finta d'andare a fare un bisogno dietro un <strong>al</strong>bero che era un po' più in là, e son restato<br />
dietro l'<strong>al</strong>bero ad aspettare che gli passi.<br />
Erano delle tenerezze che stavano a scambiarsi.<br />
Li sentivo.<br />
Anche i di<strong>al</strong>oghi amorosi più ban<strong>al</strong>i, suonano comunque sempre un po' strani quando conosci le<br />
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