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Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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Strade, corsi, riverberi, e ancora <strong>al</strong>tre par<strong>al</strong>lele di luce, quartieri interi, e poi il resto intorno, più<br />

ancora che nero, vuoto, avido, intorno <strong>al</strong>la c<strong>it</strong>tà, tutta distesa, offerta davanti a me, come se<br />

l'avessero perduta, la c<strong>it</strong>tà, tutta illuminata e sparsa nel bel mezzo <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.<br />

Ho messo piede a terra e mi son seduto su un poggetto per guardare un momento ' 'sta roba.<br />

Continuavo a non capire se i tedeschi erano entrati a Noirceur, ma poiché sapevo che in quei casi<br />

loro d'ab<strong>it</strong>udine dan fuoco a tutto, se erano entrati e non avevano sùb<strong>it</strong>o incendiato la c<strong>it</strong>tà, era<br />

proprio perché avevano idee e progetti fuori dell'ordinario.<br />

Cannoni nemmeno, era losca.<br />

Il mio cav<strong>al</strong>lo voleva sdraiarsi anche lui.<br />

Tirava per la briglia e mi son dovuto voltare.<br />

Quando sono tornato a guardare d<strong>al</strong>la parte <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà, qu<strong>al</strong>cosa aveva cambiato aspetto nel<br />

tumulo davanti a me, non gran che, certo, ma comunque abbastanza perché chiamassi. « Ehi là!<br />

Chi va là?... » 'Sto cambiamento di come era messa l'ombra aveva luogo pochi passi più in là...<br />

Doveva esserci qu<strong>al</strong>cuno « Cosa stai a gridare! ha risposto una voce d'uomo grave e rauca, una<br />

voce che aveva l'aria di essere molto francese - Sei nella merda anche te? » mi domanda pure.<br />

Potevo vederlo, adesso.<br />

Un fantaccino, era, con la visiera d'ordinanza tutta rotta.<br />

Dopo anni e anni, mi ricordo ancora benissimo il momento, la figuretta che esce d<strong>al</strong>l'erba, come<br />

facevano le sagome dei soldati <strong>al</strong> tirassegno di una volta, <strong>al</strong>le fiere.<br />

Ci siamo accostati.<br />

Avevo la rivoltella in mano.<br />

Avrei tirato senza sapere perché, poco ci manca.<br />

« Senti,ecco che mi chiede,li hai visti, te? - No, ma son venuto qui per vederli.<br />

- Sei del 145° dragoni, te? - Sì, e tu? - Sono un riservista, io...<br />

- Ah! » ho fatto.<br />

Mi stupiva, un riservista.<br />

Era il primo riservista che incontravo in guerra.<br />

Eravamo sempre stati con quelli in servizio permanente, noi.<br />

Non gli vedevo la faccia, ma la voce era già diversa d<strong>al</strong>le nostre, come più triste, dunque più<br />

qu<strong>al</strong>ificata delle nostre.<br />

Per quello, non potevo fare a meno di avere un po' di fiducia in lui.<br />

Era già qu<strong>al</strong>cosa.<br />

« Ne ho basta io, ripeteva, vado a farmi cuccare dai crucchi ...» Nascondeva niente.<br />

« Cos'è che vuoi fare?» All'improvviso mi interessava più di tutto, il progetto com'è che faceva,<br />

lui, per riuscire a farsi cuccare? « So mica ancora...<br />

- Com'è che hai sempre fatto per squagliartela?...<br />

E niente facile farsi cuccare! - Me ne sbatto, mi faccio prendere.<br />

- Hai paura? - Ho paura e poi la trovo da coglioni, 'sta faccenda, se Vuoi sapere quel che penso,<br />

me ne sbatto dei tedeschi, io, mi hanno fatto niente...<br />

- Sta' z<strong>it</strong>to, gli faccio, che forse son lì ad ascoltarci... » Avevo come una voglia di essere gentile con<br />

i tedeschi.<br />

Avrei proprio voluto che mi spiegasse, quello lì, fin che c'era, il riservista, perché non avevo il<br />

coraggio, io, di far la guerra, come tutti gli <strong>al</strong>tri...<br />

Ma lui non spiegava niente, ripeteva soltanto che ne aveva le p<strong>al</strong>le piene.<br />

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<strong>Beneinst</strong>.<strong>it</strong> 26

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