Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Non suppuravano nemmeno più dalle palpebre. E tutti laggiù mi reclamavano. Avevo promesso d'altra parte d'andare a trovarli. Lo stesso Protiste insisteva. Da quel che mi raccontò ancora, ho capito che Robinson doveva sposarsi tra poco con la figlia della negoziante di ceri della chiesa a fianco della grotta, quella da cui dipendevano le mummie della vecchia Henrouille. Era quasi fatto 'sto matrimonio. Per forza tutto quello ci portò a parlare un po' del decesso del signor Henrouille, ma senza insistere, e la conversazione tornò più piacevolmente sull'avvenire di Robinson e poi su quella stessa città di Tolosa, che non conoscevo per niente, e di cui Grappa m'aveva parlato una volta, e poi sul tipo di commercio che facevano laggiù tutti e due con la vecchia e infine sulla ragazza che stava per sposare Robinson. Un po' su tutti gli argomenti insomma e a proposito di tutto, chiacchierammo... Millecinquecento franchi! Questo mi rendeva indulgente e per così dire ottimista. Trovavo tutti i progetti che mi riportava da Robinson assolutamente saggi, sensati e giudiziosi e adattissimi alle circostanze...'Sta cosa si sarebbe sistemata. Almeno credevo. E poi, ci mettemmo a discorrere sull'età col prete. Avevamo, lui e io, passato la trentina da un pezzo. S'allontanavano nel passato i nostri trent'anni su rive coriacee e a malapena rimpiante. Non valeva nemmeno la pena girarsi a guardarle le rive. Non avevamo perduto granché invecchiando. «Bisogna essere proprio meschini dopo tutto, concludevo io, per rimpiangere un anno piuttosto che un altro!... Possiamo invecchiare con entusiasmo noialtri, Reverendo, perfino con decisione! Era tanto divertente ieri? E l'anno prima?... Come lo trovava?... Rimpiangere cosa?... Glielo chiedo! La gioventù?... Non ce l'abbiamo avuta noialtri la gioventù!... «E'vero che ringiovaniscono piuttosto dentro man mano che vanno avanti i poveri, e verso la fine se hanno cercato di perdere per strada tutte le menzogne e la paura e l'ignobile voluttà d'obbedire che gli hanno dato alla nascita sono insomma meno spregevoli che all'inizio. Il resto di quel che esiste sulla terra non fa per loro! Non li riguarda! Il compito che hanno l'unico è svuotarsi della loro obbedienza, vomitarla. Se ci sono arrivati prima di crepare del tutto allora possono vantarsi di non aver vissuto per niente.» Ero decisamente in vena... I mila e passa franchi mi titillavano l'estro, continuai: «La vera giovinezza, la sola, Reverendo, è amare tutti senza distinzione, questo solo è vero, questo solo è giovane e nuovo. Eh be', lei ne conosce molti lei, Reverendo, di giovani che siano messi così?... Io, non ne conosco affatto!... Dappertutto non vedo altro che delle nere e vecchie corbellerie che fermentano in corpi più o meno freschi, e più fermentano 'ste schifezze e più i giovani si sconvolgono, e più si convincono allora d'essere straordinariamente giovani! Ma è niente vero, sono fregnacce... ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 258
Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Sono soltanto giovani come possono esserlo dei foruncoli per il pus che gli fa male dentro e li gonfia.» Lo imbarazzava Protiste che gli parlavo a 'sto modo...Per non irritarlo oltre, cambiai discorso... Soprattutto perché era stato accomodante con me e perfino provvidenziale... E'molto difficile trattenersi dal ritornare su un tema che ti tormenta quanto quello tormentava me. Sei oppresso dalle faccende della tua vita intera quando vivi solo. Ne esci degradato. Per sbarazzartene cerchi di rifilarne un po' a tutti quelli che vengono a trovarti e questo li annoia. Essere soli è allenarsi a morire. «Bisognerà morire gli dico ancora io, più lussuosamente di un cane e ci metteremo mille minuti a crepare e ogni minuto sarà comunque nuovo e abbastanza carico d'angoscia da farci dimenticare mille volte tutto il piacere che avevamo potuto avere a far l'amore nei mille anni precedenti... La felicità in terra sarebbe morire con piacere, nel piacere... Il resto è niente di niente, è la paura che non osi confessare, è arte.» Protiste a sentirmi divagare a quel modo, s'è pensato che di sicuro m'ero ammalato di nuovo. Forse aveva ragione lui e io avevo torto marcio in tutto. Nel mio ritiro, intento a cercare una punizione per l'egoismo universale, mi facevo delle vere seghe mentali, l'andavo a cercare fin nel nulla la punizione! Ci si diverte come si può quando le occasioni di uscire diventano rare, per via dei soldi che mancano, e ancora più rare le occasioni di uscire da se stessi e scopare. Ammetto che non avevo nessun motivo di tormentarlo Protiste con la mia filosofia contraria alle sue convinzioni religiose, ma bisogna pur dire che aveva comunque in tutta la sua persona una piccola sporca inclinazione alla superiorità che dava sui nervi a parecchia gente. Dalle idee che lui aveva, tutti gli umani stavano in una specie di sala d'attesa dell'eternità sulla terra con dei numeri. Il suo numero di sicuro eccellente e per il Paradiso. Del resto se ne fotteva. Convinzioni del genere, sono insopportabili. Per contro, quando lui mi offrì, la stessa sera, d'anticiparmi la somma che ci voleva per il viaggio a Tolosa, smisi completamente di importunarlo e contraddirlo. Lo spago di dover ritrovare Tania al Tarapout col suo fantasma mi fece accettare l'invito senza discutere oltre. Sempre una o due settimane di bella vita! mi dicevo io. Il diavolo possiede tutti i trucchi per tentarvi! Si finirà mai di conoscerli. Se si vivesse abbastanza a lungo non si saprebbe più dove andare per ricominciare con la felicità. Ne avrebbero messi dappertutto di aborti di felicità, a puzzare in ogni angolo della terra e non si potrebbe nemmeno più respirare. Quelli che stanno nei musei, i veri aborti, c'è gente che sta male solo a vederli, pronta a vomitare. Anche i tentativi schifosi che facciamo noi per essere felici, c'è da ammalarsi tanto vanno a ramengo e molto prima di morire per davvero. Non la finiremmo di consumarci se non li dimenticassimo. Senza contare la pena che ci siamo dati per arrivare dove siamo, per renderle eccitanti le nostre speranze, quelle degenerate delle nostre felicità, i nostri fervori e le nostre menzogne... Ne vuoi, eccole! E i nostri soldi allora? E ancora le belle maniere da metterci insieme, e l'eternità ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 259
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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Non suppuravano nemmeno più d<strong>al</strong>le p<strong>al</strong>pebre.<br />
E tutti laggiù mi reclamavano.<br />
Avevo promesso d'<strong>al</strong>tra parte d'andare a trovarli.<br />
Lo stesso Protiste insisteva.<br />
Da quel che mi raccontò ancora, ho cap<strong>it</strong>o che Robinson doveva sposarsi tra poco con la figlia<br />
<strong>della</strong> negoziante di ceri <strong>della</strong> chiesa a fianco <strong>della</strong> grotta, quella da cui dipendevano le mummie<br />
<strong>della</strong> vecchia Henrouille.<br />
Era quasi fatto 'sto matrimonio.<br />
Per forza tutto quello ci portò a parlare un po' del decesso del signor Henrouille, ma senza<br />
insistere, e la conversazione tornò più piacevolmente sull'avvenire di Robinson e poi su quella<br />
stessa c<strong>it</strong>tà di Tolosa, che non conoscevo per niente, e di cui Grappa m'aveva parlato una volta, e<br />
poi sul tipo di commercio che facevano laggiù tutti e due con la vecchia e infine sulla ragazza che<br />
stava per sposare Robinson.<br />
Un po' su tutti gli argomenti insomma e a propos<strong>it</strong>o di tutto, chiacchierammo...<br />
Millecinquecento franchi! Questo mi rendeva indulgente e per così dire ottimista.<br />
Trovavo tutti i progetti che mi riportava da Robinson assolutamente saggi, sensati e giudiziosi e<br />
adattissimi <strong>al</strong>le circostanze...'Sta cosa si sarebbe sistemata.<br />
Almeno credevo.<br />
E poi, ci mettemmo a discorrere sull'età col prete.<br />
Avevamo, lui e io, passato la trentina da un pezzo.<br />
S'<strong>al</strong>lontanavano nel passato i nostri trent'anni su rive coriacee e a m<strong>al</strong>apena rimpiante.<br />
Non v<strong>al</strong>eva nemmeno la pena girarsi a guardarle le rive.<br />
Non avevamo perduto granché invecchiando. «Bisogna essere proprio meschini dopo tutto,<br />
concludevo io, per rimpiangere un anno piuttosto che un <strong>al</strong>tro!...<br />
Possiamo invecchiare con entusiasmo noi<strong>al</strong>tri, Reverendo, perfino con decisione! Era tanto<br />
divertente ieri? E l'anno prima?...<br />
Come lo trovava?...<br />
Rimpiangere cosa?...<br />
Glielo chiedo! La gioventù?...<br />
Non ce l'abbiamo avuta noi<strong>al</strong>tri la gioventù!...<br />
«E'vero che ringiovaniscono piuttosto dentro man mano che vanno avanti i poveri, e verso la fine<br />
se hanno cercato di perdere per strada tutte le menzogne e la paura e l'ignobile voluttà d'obbedire<br />
che gli hanno dato <strong>al</strong>la nasc<strong>it</strong>a sono insomma meno spregevoli che <strong>al</strong>l'inizio.<br />
Il resto di quel che esiste sulla terra non fa per loro! Non li riguarda! Il comp<strong>it</strong>o che hanno l'unico<br />
è svuotarsi <strong>della</strong> loro obbedienza, vom<strong>it</strong>arla.<br />
Se ci sono arrivati prima di crepare del tutto <strong>al</strong>lora possono vantarsi di non aver vissuto per<br />
niente.» Ero decisamente in vena...<br />
I mila e passa franchi mi t<strong>it</strong>illavano l'estro, continuai: «La vera giovinezza, la sola, Reverendo, è<br />
amare tutti senza distinzione, questo solo è vero, questo solo è giovane e nuovo.<br />
Eh be', lei ne conosce molti lei, Reverendo, di giovani che siano messi così?...<br />
Io, non ne conosco affatto!...<br />
Dappertutto non vedo <strong>al</strong>tro che delle nere e vecchie corbellerie che fermentano in corpi più o<br />
meno freschi, e più fermentano 'ste schifezze e più i giovani si sconvolgono, e più si convincono<br />
<strong>al</strong>lora d'essere straordinariamente giovani! Ma è niente vero, sono fregnacce...<br />
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