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Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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Stavo per rimettermi <strong>al</strong> trotto.<br />

Noirceur-sur-la-Lys doveva essere ancora a un'ora di strada <strong>al</strong>meno, quando ho scorto un chiarore<br />

ben mascherato sopra una porta.<br />

Mi son diretto sparato su quel chiarore ed è così che mi sono scoperto una sorta di audacia, da<br />

disertore, è vero, ma insospettata.<br />

Il chiarore scomparve sub<strong>it</strong>o, ma l'avevo proprio visto.<br />

Ho picchiato.<br />

Insistevo, picchiavo ancora, chiamavo ad <strong>al</strong>ta voce, mezzo in tedesco mezzo in francese, di volta<br />

in volta, ad ogni buon conto, gli sconosciuti rinchiusi nel fondo di quell'ombra.<br />

La porta finì per schiudersi, un battente.<br />

«Chi siete? » fece una voce.<br />

Ero s<strong>al</strong>vo.<br />

«Sono un dragone...<br />

Francese? - La donna che parlava, potevo vederla.<br />

Sì, francese...<br />

E che di qui ne son passati tanti di dragoni tedeschi...<br />

Parlavano francese anche quei là...<br />

- Sì, ma io, sono francese per davvero...<br />

- Ah! Aveva l'aria di dub<strong>it</strong>arne.<br />

- Dove sono adesso? ho chiesto.<br />

- Sono ripart<strong>it</strong>i verso Noirceur verso le otto...<br />

E mi mostrava il nord con il d<strong>it</strong>o.<br />

Una ragazza, uno sci<strong>al</strong>le, un grembiule bianco, sono anche usc<strong>it</strong>i d<strong>al</strong>l'ombra, adesso, fino <strong>al</strong>la<br />

soglia <strong>della</strong> porta...<br />

«Cos'è che vi han fatto, gli ho chiesto, i tedeschi? Hanno bruciato una casa vicino <strong>al</strong> municipio e<br />

poi qui hanno ammazzato il mio fratellino con un colpo di lancia nella pancia...<br />

Giocava sul Pont Rouge e li guardava passare...<br />

Ecco! me lo mostrò...<br />

E là... » Non piangeva.<br />

Riaccese la candela di cui avevo sorpreso il chiarore.<br />

E ho scorto in fondo - era vero - il cadaverino disteso sul materasso, vest<strong>it</strong>o <strong>al</strong>la marinara; e il<br />

collo e la testa lividi quanto il chiarore <strong>della</strong> candela, spuntavano da un grosso colletto blu,<br />

quadrato.<br />

Era raggom<strong>it</strong>olato su se stesso, braccia e gambe e schiena ricurve, il bambino.<br />

Il colpo di lancia gli aveva fatto come un asse di morte in mezzo <strong>al</strong> ventre.<br />

La madre, lei, piangeva forte, accanto, in ginocchio, il padre anche.<br />

E poi, si misero a gemere ancora tutti insieme.<br />

Ma io avevo molta sete.<br />

-« Avete mica una bottiglia di vino da vendermi? gli chiesi io.<br />

- Bisogna rivolgersi <strong>al</strong>la madre...<br />

Lei forse sa se ce ne sono ancora...<br />

I tedeschi ce ne hanno prese così tante...» ..<br />

E <strong>al</strong>lora, si misero a discutere insieme la mia richiesta, a bassa voce.<br />

«Ce n'è più! tornò ad annunciarmi la ragazza, i tedeschi han preso tutto...<br />

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<strong>Beneinst</strong>.<strong>it</strong> 24

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