Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ lo stesso insulso fallimento là dove tanti altri animali l'avevano lasciato. Avremmo dunque dovuto capire quello che capitava. Ondate incessanti di esseri inutili vengono dal fondo dei tempi a morire in continuazione davanti a noi, e tuttavia restiamo lì, a sperare qualcosa... Nemmeno capaci di pensare la morte che siamo. Le donne dei ricchi ben nutrite, ben sistemate, ben riposate loro, diventano belle. E'vero. Dopo tutto questo forse basta. Non si sa. Sarebbe almeno una ragione per esistere. «Le donne in America, non trovi che sono più belle di queste di qui?» Mi chiedeva cose del genere da quando ruminava i ricordi di viaggio Robinson. Aveva delle curiosità, si metteva perfino a parlare di donne. Adesso andavo a vederlo un po' meno spesso perché è verso quella stessa epoca che sono stato assegnato al consultorio d'un piccolo dispensario per i tubercolosi dei dintorni. Bisogna chiamare le cose col loro nome, quello mi fruttava ottocento franchi al mese. Come malati erano piuttosto quelli delle borgate che avevo, quella specie di villaggio che non arriva mai a liberarsi fino in fondo del fango, incastrato nelle immondizie e orlato di sentieri dove ragazzine troppo sveglie e petulanti, lungo le palizzate, scappano da scuola per beccarsi tra un satiro e l'altro venti soldi, patatine fritte e la blenorragia. Paese da cinema d'avanguardia dove la biancheria sporca avvelena gli alberi e tutte le insalate gocciolano d'urina il sabato sera. Nel mio campo, durante quei pochi mesi di pratica specializzata non realizzai alcun miracolo. E dire che ce n'era un gran bisogno di miracoli. Ma i miei clienti non ci tenevano che facessi dei miracoli, contavano al contrario sulla loro tubercolosi per farsi passare dallo stato di miseria assoluta in cui deperivano da sempre allo stato di miseria relativa che conferiscono le microscopiche pensioni del governo. Si tiravano dietro i loro sputi più o meno positivi di riforma in riforma da dopo la guerra. Dimagrivano a colpi di febbre alimentata dal mangiar poco, dal vomitare spesso, dal bere spaventosamente e dal lavorare lo stesso, un giorno su tre a dire il vero. La speranza della pensione li possedeva anima e corpo. Gli sarebbe discesa un giorno come la grazia, la pensione, purché avessero la forza d'aspettare ancora un po' invece di morire del tutto. Non si sa mica cosa significa ritornare e aspettare qualcosa fin tanto che non si è osservato quel che possono aspettare e ritornare i poveri che sperano in una pensione. Ci passavano pomeriggi e settimane intere a sperare, nell'ingresso e sulla soglia del mio dispensario pulcioso, mentre fuori continuava a piovere, e a rimenarsela con le loro speranze di percentuali, la voglia di sputi decisamente infetti, dei veri sputi, sputi tubercolotici al cento per cento. La guarigione veniva solo molto dopo la pensione nei loro sogni, certo che ci pensavano alla guarigione, ma appena un po', tanto la voglia di vivere di rendita, una rendita anche piccolissima, non importa in quali condizioni li abbagliava totalmente. Non poteva esistere altro al di là di quel desiderio intransigente, estremo, che qualche piccola voglia subalterna e la loro stessa morte diventava al confronto qualcosa di abbastanza accessorio, ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 226
Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ un rischio sportivo tutt'al più. La morte dopo tutto non è questione che di qualche ora, perfino di minuti, mentre una rendita è come la miseria, dura tutta la vita. I ricchi sono ubriachi in un altro modo e non possono riuscire a capire queste frenesie previdenziali. Essere ricco, è un'altra ebbrezza, è dimenticare. E'proprio per questo che si diventa ricchi, per dimenticare. Avevo perso poco a poco la cattiva abitudine di promettergli la salute ai miei malati. Non poteva fargli un gran piacere, la prospettiva d'essere ben portanti. Serve a lavorare essere ben portanti, e dopo? Mentre una pensione dello Stato, anche infima, è una cosa divina, puramente e semplicemente. Quando non si hanno dei soldi da dare ai poveri, è meglio star zitti. Quando gli si parla d'altro che non siano i soldi, li si inganna, si mente, quasi sempre. I ricchi, è facile divertirli, bastano degli specchi per esempio, perché ci si possano contemplare, perché non c'è nulla di meglio al mondo che guardare i ricchi. Per tonificarli, li tirano su i ricchi, ogni dieci anni, di un gradino nella Legion d'onore, come delle vecchie tette, ed eccoli occupati per altri dieci anni. E' tutto. I miei clienti, loro, erano degli egoisti, dei poveri, materialisti tutti immiseriti nei loro sporchi progetti di pensione, con l'aiuto dello sputo di sangue positivo. Il resto gli faceva lo stesso. Anche le stagioni gli facevano lo stesso. Loro delle stagioni sentivano e volevano sapere solo quello che ha un rapporto con la tosse e la malattia, che d'inverno, per esempio, si prendono più raffreddori che d'estate, ma che si sputa per contro facilmente sangue in primavera e che quando fa caldo si può arrivare a perdere tre chili a settimana... Qualche volta li sentivo parlare tra loro, quando mi credevano fuori, aspettando il loro turno. Raccontavano sul mio conto orrori a non finire e menzogne da farsi scoppiare l'immaginazione. Doveva dargli coraggio sputtanarmi a quel modo, non so quale coraggio misterioso che gli era indispensabile per essere sempre più spietati, coriacei e cattivi, per durare, per resistere. Dir male così, spettegolare, disprezzare, minacciare, 'sta cosa gli faceva del bene, c'è da credere. Comunque, avevo fatto del mio meglio, io, per riuscirgli simpatico, in tutti i modi, sposavo la loro causa, e cercavo di essergli utile, gli davo molto ioduro per cercare di fargli sputare i loro sporchi bacilli e tutto comunque senza arrivare mai a neutralizzare la loro carogneria. Restavano lì davanti a me, sorridenti come dei domestici quando li interrogavo, ma non mi amavano, anzitutto perché gli facevo del bene, poi perché non ero ricco e essere curati da me, voleva dire essere curati gratis e questo non è mai lusinghiero per un malato, anche se ha fatto domanda di pensione. Alle mie spalle, non c'era dunque sconcezza che non avessero propagato sul mio conto. Non avevo la macchina io come la maggior parte degli altri medici dei dintorni, ed era anche come una malattia ai loro occhi il fatto che andavo a piedi. Non appena venivano eccitati un po' i miei malati, e i colleghi non andavano al risparmio, si vendicavano si sarebbe detto di tutte le mie cortesie, di com'ero servizievole, disponibile. Tutto questo è normale. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 227
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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un rischio sportivo tutt'<strong>al</strong> più.<br />
La morte dopo tutto non è questione che di qu<strong>al</strong>che ora, perfino di minuti, mentre una rend<strong>it</strong>a è<br />
come la miseria, dura tutta la v<strong>it</strong>a.<br />
I ricchi sono ubriachi in un <strong>al</strong>tro modo e non possono riuscire a capire queste frenesie<br />
previdenzi<strong>al</strong>i.<br />
Essere ricco, è un'<strong>al</strong>tra ebbrezza, è dimenticare.<br />
E'proprio per questo che si diventa ricchi, per dimenticare.<br />
Avevo perso poco a poco la cattiva ab<strong>it</strong>udine di promettergli la s<strong>al</strong>ute ai miei m<strong>al</strong>ati.<br />
Non poteva fargli un gran piacere, la prospettiva d'essere ben portanti.<br />
Serve a lavorare essere ben portanti, e dopo? Mentre una pensione dello Stato, anche infima, è<br />
una cosa divina, puramente e semplicemente.<br />
Quando non si hanno dei soldi da dare ai poveri, è meglio star z<strong>it</strong>ti.<br />
Quando gli si parla d'<strong>al</strong>tro che non siano i soldi, li si inganna, si mente, quasi sempre.<br />
I ricchi, è facile divertirli, bastano degli specchi per esempio, perché ci si possano contemplare,<br />
perché non c'è nulla di meglio <strong>al</strong> mondo che guardare i ricchi.<br />
Per tonificarli, li tirano su i ricchi, ogni dieci anni, di un gradino nella Legion d'onore, come delle<br />
vecchie tette, ed eccoli occupati per <strong>al</strong>tri dieci anni.<br />
E' tutto.<br />
I miei clienti, loro, erano degli egoisti, dei poveri, materi<strong>al</strong>isti tutti immiser<strong>it</strong>i nei loro sporchi<br />
progetti di pensione, con l'aiuto dello sputo di sangue pos<strong>it</strong>ivo.<br />
Il resto gli faceva lo stesso.<br />
Anche le stagioni gli facevano lo stesso.<br />
Loro delle stagioni sentivano e volevano sapere solo quello che ha un rapporto con la tosse e la<br />
m<strong>al</strong>attia, che d'inverno, per esempio, si prendono più raffreddori che d'estate, ma che si sputa per<br />
contro facilmente sangue in primavera e che quando fa c<strong>al</strong>do si può arrivare a perdere tre chili a<br />
settimana...<br />
Qu<strong>al</strong>che volta li sentivo parlare tra loro, quando mi credevano fuori, aspettando il loro turno.<br />
Raccontavano sul mio conto orrori a non finire e menzogne da farsi scoppiare l'immaginazione.<br />
Doveva dargli coraggio sputtanarmi a quel modo, non so qu<strong>al</strong>e coraggio misterioso che gli era<br />
indispensabile per essere sempre più spietati, coriacei e cattivi, per durare, per resistere.<br />
Dir m<strong>al</strong>e così, spettegolare, disprezzare, minacciare, 'sta cosa gli faceva del bene, c'è da credere.<br />
Comunque, avevo fatto del mio meglio, io, per riuscirgli simpatico, in tutti i modi, sposavo la loro<br />
causa, e cercavo di essergli utile, gli davo molto ioduro per cercare di fargli sputare i loro sporchi<br />
bacilli e tutto comunque senza arrivare mai a neutr<strong>al</strong>izzare la loro carogneria.<br />
Restavano lì davanti a me, sorridenti come dei domestici quando li interrogavo, ma non mi<br />
amavano, anz<strong>it</strong>utto perché gli facevo del bene, poi perché non ero ricco e essere curati da me,<br />
voleva dire essere curati gratis e questo non è mai lusinghiero per un m<strong>al</strong>ato, anche se ha fatto<br />
domanda di pensione.<br />
Alle mie sp<strong>al</strong>le, non c'era dunque sconcezza che non avessero propagato sul mio conto.<br />
Non avevo la macchina io come la maggior parte degli <strong>al</strong>tri medici dei dintorni, ed era anche<br />
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Non appena venivano ecc<strong>it</strong>ati un po' i miei m<strong>al</strong>ati, e i colleghi non andavano <strong>al</strong> risparmio, si<br />
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