Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ cena, ma sai, in inglese, anche se non sono mai stato molto tagliato per le lingue, ero arrivato a poter comunque tenere una conversazione elementare verso la fine a Detroit... Eh be' adesso ho dimenticato quasi tutto, salvo una sola frase... Due parole... Che mi tornano tutte le volte da quando m'è capitata 'sta cosa agli occhi: Gentlemen first! E' tutto quello che posso dire adesso in inglese, non so perché... E'facile da ricordare, è vero... Gentlemen first!» E per cercare di distrarlo ci divertivamo a riparlare inglese insieme. Allora ripetevamo, ma proprio spesso: Gentlemen first! a proposito di tutto e niente come degli stupidi. Uno scherzo solo nostro. Abbiamo finito per insegnarlo allo stesso Henrouille che ogni tanto veniva un po' su per tenerci d'occhio. Ravviando nei ricordi ci chiedevamo cosa restava ancora di tutto quello... Che avevamo conosciuto insieme... Ci chiedevamo cosa era potuta diventare Molly, la nostra cara Molly... Lola, lei, volevo proprio dimenticarla, ma dopo tutto mi avrebbe fatto piacere avere notizie di tutte comunque, anche della piccola Musyne tanto per fare... Che non doveva abitare molto lontano a Parigi adesso. Da queste parti insomma... Ma ci sarebbe stato bisogno che mi buttassi comunque in una sorta di spedizione per avere notizie sue, di Musyne... Tra tutta quella gente di cui avevo dimenticato i nomi, le abitudini, gli indirizzi, e le loro gentilezze e anche i sorrisi, che dopo tanti anni di preoccupazioni, di brama di nutrirsi, gli dovevano essere girati come vecchi formaggi in penosissime smorfie... Gli stessi ricordi hanno una loro giovinezza... Loro si trasformano quando li lasci andare a male in fantasmi disgustosi che trasudano egoismo, vanità e menzogne... Marciscono come delle mele... Ci stavamo a parlare della nostra giovinezza, a gustarla e rigustarla. Diffidavamo. Mia madre, a proposito, non ero stato a trovarla da molto... E quelle visite non facevano un gran bene al sistema nervoso... Era peggio di me, quanto a tristezza mia madre... Sempre nel suo negozietto, aveva l'aria di accumularne quanto più poteva attorno a lei di delusioni dopo tanti e tanti anni... Quando andavo a vederla, mi raccontava: «Sai la zia Hortense è morta due mesi fa a Coutances... Forse avresti dovuto andarci! E Clémentin, te lo ricordi bene Clémentin? Quello che dava la cera ai palchetti e giocava con te quand'eri piccolo?... Eh be', lui, l'han tirato su l'altro ieri in rue d'Aboukir... Non aveva mangiato da tre giorni...» La sua, d'infanzia, Robinson non sapeva più da che parte prenderla quando ci pensava tanto non aveva niente di speciale. A parte il colpo della cliente, non ci trovava niente che non lo portasse alla disperazione fino a vomitare dappertutto, come in una casa dove ci fossero solo cose schifose che puzzano, scope, ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 224

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ mastelli, massaie, schiaffi... Il signor Henrouille non aveva niente da raccontare sulla sua di giovinezza fino al reggimento, salvo che a quell'epoca gli avevano fatto la foto con le nappine, che stava ancora adesso quella foto sopra l'armadio a specchio. Quand'era ridisceso giù Henrouille, Robinson mi confidava la sua agitazione che mai li avrebbe beccati adesso, i diecimila franchi promessi... «Non contarci troppo, in effetti!» gli dicevo io stesso. Preferivo prepararlo a quest'altra delusione. Dei pallini, quel che restava della scarica, affioravano ai bordi delle ferite. Glieli toglievo a più riprese, qualcuno ogni giorno. 'Sta cosa gli faceva un male cane quando lo maneggiavo a quel modo proprio sopra la congiuntiva. Avevamo avuto un bel prendere precauzioni, la gente del quartiere s'era messa a chiacchierare lo stesso, per dritto e per traverso. Non se ne accorgeva nemmeno, Robinson, per fortuna, delle chiacchiere, sarebbe stato ancora peggio. Poco da dire, eravamo circondati dai sospetti. La signora Henrouille faceva sempre meno rumore camminando per casa con le pantofole. Non contavamo su di lei e lei era lì al nostro fianco. Arrivati nel bel mezzo di quei frangenti, il minimo dubbio adesso basterebbe a travolgerci tutti. Allora ogni cosa sarebbe andata a perdersi, spaccarsi, sbattersi, fondersi, sparpagliarsi nel fosso. Robinson, la nonna, il petardo, il coniglio, gli occhi, il figlio incredibile, la nuora assassina, saremmo andati là a metterci in mostra in mezzo a tutte le nostre schifezze e i nostri brutti pudori, davanti a dei curiosi arrapati. Non ne ero contento. Non che avessi fatto qualcosa, io, di concretamente criminale. No. Ma mi sentivo colpevole lo stesso. Ero soprattutto colpevole di desiderare in fondo che tutto quello andasse avanti. E che anche non ci vedevo quasi più controindicazioni ad andare tutti insieme a gironzolare sempre più lontano nella notte. D'altronde, non c'era nemmeno bisogno di desiderarlo, quello andava da solo, e a tutta birra per giunta! I ricchi non hanno bisogno di uccidere con le loro mani per mangiare. Fanno lavorare gli altri, come si dice. Il male non lo fanno loro stessi, i ricchi. Loro pagano. Si fa di tutto per piacergli e tutti sono contenti. Mentre le loro donne sono belle, quelle dei poveri sono brutte. E'un risultato che viene dai secoli, vestiti a parte. Belle carine, ben nutrite, ben lavate. Da quando c'è, la vita non è arrivata che a questo. Quanto al resto, si ha un bel darsi da fare, si scivola, si sbanda, si ricasca nell'alcool che conserva i vivi e i morti, non si arriva a niente. E'assolutamente provato. E'da tanti di quei secoli che possiamo guardare i nostri animali che nascono, faticano e muoiono davanti a noi senza che a loro gli sia mai capitato nient'altro di speciale che non fosse ricominciare ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 225

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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mastelli, massaie, schiaffi...<br />

Il signor Henrouille non aveva niente da raccontare sulla sua di giovinezza fino <strong>al</strong> reggimento,<br />

s<strong>al</strong>vo che a quell'epoca gli avevano fatto la foto con le nappine, che stava ancora adesso quella<br />

foto sopra l'armadio a specchio.<br />

Quand'era ridisceso giù Henrouille, Robinson mi confidava la sua ag<strong>it</strong>azione che mai li avrebbe<br />

beccati adesso, i diecimila franchi promessi... «Non contarci troppo, in effetti!» gli dicevo io stesso.<br />

Preferivo prepararlo a quest'<strong>al</strong>tra delusione.<br />

Dei p<strong>al</strong>lini, quel che restava <strong>della</strong> scarica, affioravano ai bordi delle fer<strong>it</strong>e.<br />

Glieli toglievo a più riprese, qu<strong>al</strong>cuno ogni giorno. 'Sta cosa gli faceva un m<strong>al</strong>e cane quando lo<br />

maneggiavo a quel modo proprio sopra la congiuntiva.<br />

Avevamo avuto un bel prendere precauzioni, la gente del quartiere s'era messa a chiacchierare lo<br />

stesso, per dr<strong>it</strong>to e per traverso.<br />

Non se ne accorgeva nemmeno, Robinson, per fortuna, delle chiacchiere, sarebbe stato ancora<br />

peggio.<br />

Poco da dire, eravamo circondati dai sospetti.<br />

La signora Henrouille faceva sempre meno rumore camminando per casa con le pantofole.<br />

Non contavamo su di lei e lei era lì <strong>al</strong> nostro fianco.<br />

Arrivati nel bel mezzo di quei frangenti, il minimo dubbio adesso basterebbe a travolgerci tutti.<br />

Allora ogni cosa sarebbe andata a perdersi, spaccarsi, sbattersi, fondersi, sparpagliarsi nel fosso.<br />

Robinson, la nonna, il petardo, il coniglio, gli occhi, il figlio incredibile, la nuora assassina,<br />

saremmo andati là a metterci in mostra in mezzo a tutte le nostre schifezze e i nostri brutti<br />

pudori, davanti a dei curiosi arrapati.<br />

Non ne ero contento.<br />

Non che avessi fatto qu<strong>al</strong>cosa, io, di concretamente crimin<strong>al</strong>e.<br />

No.<br />

Ma mi sentivo colpevole lo stesso.<br />

Ero soprattutto colpevole di desiderare in fondo che tutto quello andasse avanti.<br />

E che anche non ci vedevo quasi più controindicazioni ad andare tutti insieme a gironzolare<br />

sempre più lontano nella <strong>notte</strong>.<br />

D'<strong>al</strong>tronde, non c'era nemmeno bisogno di desiderarlo, quello andava da solo, e a tutta birra per<br />

giunta! I ricchi non hanno bisogno di uccidere con le loro mani per mangiare.<br />

Fanno lavorare gli <strong>al</strong>tri, come si dice.<br />

Il m<strong>al</strong>e non lo fanno loro stessi, i ricchi.<br />

Loro pagano.<br />

Si fa di tutto per piacergli e tutti sono contenti.<br />

Mentre le loro donne sono belle, quelle dei poveri sono brutte.<br />

E'un risultato che viene dai secoli, vest<strong>it</strong>i a parte.<br />

Belle carine, ben nutr<strong>it</strong>e, ben lavate.<br />

Da quando c'è, la v<strong>it</strong>a non è arrivata che a questo.<br />

Quanto <strong>al</strong> resto, si ha un bel darsi da fare, si scivola, si sbanda, si ricasca nell'<strong>al</strong>cool che conserva i<br />

vivi e i morti, non si arriva a niente.<br />

E'assolutamente provato.<br />

E'da tanti di quei secoli che possiamo guardare i nostri anim<strong>al</strong>i che nascono, faticano e muoiono<br />

davanti a noi senza che a loro gli sia mai cap<strong>it</strong>ato nient'<strong>al</strong>tro di speci<strong>al</strong>e che non fosse ricominciare<br />

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