Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Beveva solo del bianco lei, perché il rosso provoca delle perdite. La levatrice enorme e infagottata metteva in scena due drammi, al primo, al terzo, saltellante, sudata, estasiata e vendicativa. Il mio arrivo la fece andare in bestia. Lei che aveva in mano il pubblico dal mattino, da vedette. Avevo un bell'ingegnarmi, per non urtarla, a farmi notare il meno possibile, trovare che tutto andava bene (mentre in realtà nelle sue funzioni non aveva fatto altro che scemenze spaventose), la mia venuta, la mia voce, le facevano orrore al primo colpo. Niente da fare. Una levatrice se stai a sorvergliarla, è simpatica come un patereccio. Non si sa più dove metterla perché faccia il minor danno possibile. Le famiglie debordavano dalla cucina fino ai primi gradini attraverso l'alloggio, mescolandosi agli altri parenti della casa. E quanti ce n'era di parenti! Grossi e mingherlini agglomerati a grappoli sonnolenti sotto le luci delle lampade sospese. Si faceva tardi e ne venivano ancora degli altri, dalla provincia dove vanno a letto prima che a Parigi. Ne avevano le tasche piene quelli. Tutto quello che gli raccontavo, a quei parenti del dramma di sotto come a quelli del dramma di sopra, veniva preso male. L'agonia del primo piano è durata poco. Tanto meglio e tanto peggio. Proprio nel momento in cui gli saliva l'ultimo rantolo, ecco il suo medico abituale, il dottor Omanon che se ne vien su, così, per vedere se era morto il suo cliente e mi fa una scena anche lui o quasi, perché mi trova al suo capezzale. Gli spiegai allora a Omanon che ero in servizio municipale la domenica e che la mia presenza era del tutto naturale e sono risalito al terzo con gran dignità. La donna di sopra perdeva sempre sangue. Per poco si metteva a morire anche lei senza aspettare troppo. Un minuto per farle una puntura e rieccomi sceso dal tipo di Omanon. Era proprio finita. Omanon se n'era appena andato. Ma s'era comunque beccato i miei venti franchi la carogna. Flanella. Di colpo, non volevo mollare la postazione che avevo occupato all'aborto. Risalii in fretta e furia. Davanti alla vulva sanguinante, spiegai ancora delle cose alla famiglia. La levatrice, evidentemente, non era del mio stesso avviso. Si sarebbe quasi detto che si guadagnava la grana a contraddirmi. Ma io ero lì, tanto peggio, bisogna fottersene se lei è contenta o no! Basta fantasie! Mi facevo almeno cento carte se sapevo farcela e perseverare! Ancora calma e scienza, porco dio! Resistere agli attacchi delle osservazioni e delle domande piene di vino bianco che si incrociano implacabili sulla tua testa innocente, è dura, è mica facile. La famiglia dice quello che pensa a colpi di sospiri e rutti. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 204
Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ La levatrice aspetta da parte sua che io smarroni in pieno, che me la batta e le lasci i cento franchi. Ma lei può correre la levatrice! E il mio affitto allora? Chi è che lo pagherà? 'Sto parto s'è incasinato sin dal mattino, d'accordo. Perde sangue, d'accordo anche su quello, ma non esce mica e bisogna saper resistere! Adesso che l'altro canceroso è morto di sotto, il pubblico delle agonie risale furtivamente di qui. Visto che si sta a passare una notte in bianco, che si è fatto il sacrificio, tanto vale prendere tutto quello che c'è da guardare in fatto di distrazioni nei paraggi. La famiglia di sotto venne a vedere, se qui andava a finire male come da loro. Due morti la stessa notte, nella stessa casa, sarebbe un'emozione per tutta la vita! Mica roba da niente! I cani di tutti li senti dai colpi dei sonagli che ruzzano e zompano per i gradini. Salgono anche loro. Gente venuta di lontano arriva ancora in sovrappiù, sussurrando. Le fanciulle in una volta sola «imparano quel che è la vita» come dicono le madri, simulano un'aria teneramente consapevole davanti alla disgrazia. L'istinto femminile di consolare. Un cugino ne è tutto preso, lui che stava a spiarle dal mattino. Non le molla più. E'una rivelazione nella sua stanchezza. Sono tutti sbracati. Sposerà una di loro il cugino ma vorrebbe vederle le gambe già che c'è, per poter scegliere meglio. Questa espulsione del feto non va avanti, lo stretto dev'essere secco, quello non scivola più, sanguina soltanto ancora. Sarebbe stato il suo sesto bambino. Dov'è il marito? Chiedo di lui. Bisognava trovarlo il marito per far ricoverare la moglie in ospedale. Una parente me l'aveva proposto di mandarla in ospedale. Una madre di famiglia che comunque voleva andare a dormire lei, a causa dei bambini. Ma quando si è parlato di ospedale, nessuno fu più d'accordo. Gli uni lo volevano l'ospedale, gli altri si mostravano assolutamente contrari per via delle convenienze. Non volevano nemmeno parlarne. Si son detti al riguardo perfino delle parole un po' dure tra parenti di quelle che non si dimenticano più. Sono passate in famiglia. La levatrice disprezzava tutti quanti. Ma era il marito, io, per parte mia, che volevo trovare per poterlo consultare, perché alla fine si decida in un senso o nell'altro. Ecco che si mette a spuntare da un gruppo, ancora più indeciso di tutti gli altri il marito. Toccava comunque proprio a lui decidere. Ospedale? Niente ospedale? Cosa vuole? Non lo sa. Vuol vedere. Allora guarda. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 205
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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La levatrice aspetta da parte sua che io smarroni in pieno, che me la batta e le lasci i cento<br />
franchi.<br />
Ma lei può correre la levatrice! E il mio aff<strong>it</strong>to <strong>al</strong>lora? Chi è che lo pagherà? 'Sto parto s'è<br />
incasinato sin d<strong>al</strong> mattino, d'accordo.<br />
Perde sangue, d'accordo anche su quello, ma non esce mica e bisogna saper resistere! Adesso che<br />
l'<strong>al</strong>tro canceroso è morto di sotto, il pubblico delle agonie ris<strong>al</strong>e furtivamente di qui.<br />
Visto che si sta a passare una <strong>notte</strong> in bianco, che si è fatto il sacrificio, tanto v<strong>al</strong>e prendere tutto<br />
quello che c'è da guardare in fatto di distrazioni nei paraggi.<br />
La famiglia di sotto venne a vedere, se qui andava a finire m<strong>al</strong>e come da loro.<br />
Due morti la stessa <strong>notte</strong>, nella stessa casa, sarebbe un'emozione per tutta la v<strong>it</strong>a! Mica roba da<br />
niente! I cani di tutti li senti dai colpi dei sonagli che ruzzano e zompano per i gradini.<br />
S<strong>al</strong>gono anche loro.<br />
Gente venuta di lontano arriva ancora in sovrappiù, sussurrando.<br />
Le fanciulle in una volta sola «imparano quel che è la v<strong>it</strong>a» come dicono le madri, simulano<br />
un'aria teneramente consapevole davanti <strong>al</strong>la disgrazia.<br />
L'istinto femminile di consolare.<br />
Un cugino ne è tutto preso, lui che stava a spiarle d<strong>al</strong> mattino.<br />
Non le molla più.<br />
E'una rivelazione nella sua stanchezza.<br />
Sono tutti sbracati.<br />
Sposerà una di loro il cugino ma vorrebbe vederle le gambe già che c'è, per poter scegliere<br />
meglio.<br />
Questa espulsione del feto non va avanti, lo stretto dev'essere secco, quello non scivola più,<br />
sanguina soltanto ancora.<br />
Sarebbe stato il suo sesto bambino.<br />
Dov'è il mar<strong>it</strong>o? Chiedo di lui.<br />
Bisognava trovarlo il mar<strong>it</strong>o per far ricoverare la moglie in osped<strong>al</strong>e.<br />
Una parente me l'aveva proposto di mandarla in osped<strong>al</strong>e.<br />
Una madre di famiglia che comunque voleva andare a dormire lei, a causa dei bambini.<br />
Ma quando si è parlato di osped<strong>al</strong>e, nessuno fu più d'accordo.<br />
Gli uni lo volevano l'osped<strong>al</strong>e, gli <strong>al</strong>tri si mostravano assolutamente contrari per via delle<br />
convenienze.<br />
Non volevano nemmeno parlarne.<br />
Si son detti <strong>al</strong> riguardo perfino delle parole un po' dure tra parenti di quelle che non si<br />
dimenticano più.<br />
Sono passate in famiglia.<br />
La levatrice disprezzava tutti quanti.<br />
Ma era il mar<strong>it</strong>o, io, per parte mia, che volevo trovare per poterlo consultare, perché <strong>al</strong>la fine si<br />
decida in un senso o nell'<strong>al</strong>tro.<br />
Ecco che si mette a spuntare da un gruppo, ancora più indeciso di tutti gli <strong>al</strong>tri il mar<strong>it</strong>o.<br />
Toccava comunque proprio a lui decidere.<br />
Osped<strong>al</strong>e? Niente osped<strong>al</strong>e? Cosa vuole? Non lo sa.<br />
Vuol vedere.<br />
Allora guarda.<br />
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