Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Non brontolavamo più. « Andatevene! faceva, come al solito, la brutta biffa. - Bene, comandante! » Ed eccoci allora partiti dal lato del cannone e senza farci pregare tutti e cinque. Si sarebbe detto che andavamo per ciliege. Era ben riparato da quel lato lì. Era la Mosa, con le sue colline, con le vigne sopra, l'uva non ancora matura e l'autunno, e villaggi in legno belli secchi dopo tre mesi d'estate, che dunque bruciavano facilmente. Avevamo notato questo noialtri, una notte che non si sapeva assolutamente più dove andare. Un villaggio bruciava sempre dalla parte del cannone. Ci avvicinavamo mica molto, mica troppo, lo guardavamo soltanto da abbastanza lontano il villaggio, da spettatori si potrebbe dire, a dieci, dodici chilometri per esempio. E tutte le sere poi verso quell'epoca, molti villaggi si sono messi ad ardere all'orizzonte, questo si ripeteva, ne eravamo circondati, come dal gran cerchio di una strana festa di tutti quei paesi là che bruciavano davanti a noi e ai due lati, con fiamme che montavano e leccavano le nuvole. Si vedeva passarci tutto nelle fiamme, le chiese, i fienili, le une dopo gli altri, i covoni di fieno che facevano le fiamme più animate, più alte del resto, e poi le travi che s'alzavano tutte diritte nella notte con barbe di faville prima di ricadere nella luce. Si vede bene com'è che brucia un villaggio, anche a venti chilometri. Era allegro. Un borgo da niente che non si notava nemmeno durante il giorno, in fondo a una campagnetta meschina, eh be', si ha mica idea la notte, quando brucia, l'effetto che può fare! Potrebbe essere Notre-Dame! Ci mette anche tutta una notte a bruciare un villaggio, anche uno piccolo, alla fine si direbbe un enorme fiore, poi, nient'altro che un boccio, poi più niente. Fuma, e allora è mattino. I cavalli che lasciavamo sellati, nei campi intorno a noi, non si muovevano. Noi, andavamo a ronfare nell'erba, salvo uno, che faceva la guardia, a turno, per forza. Ma quando ci sono dei fuochi da guardare, la notte passa molto meglio, è più niente da sopportare, non è più la solitudine. Sfortuna che non han durato i villaggi... In capo a un mese, in quel cantone, non ce n'era già più. Le foreste anche, gli han tirato sopra, coi cannoni. Non han durato otto giorni le foreste. Fanno ancora bei fuochi le foreste, ma sta per finire. Dopo di allora, i convogli dell'artiglieria presero tutte le strade in un senso e i civili che si mettevano in salvo, nell'altro. Insomma, non potevamo più, noialtri, né andare né venire; bisognava restare dove si era. Si faceva la coda per andare a crepare. Perfino il generale non trovava più accampamenti senza soldati. Abbiamo finito per dormire tutti in aperta campagna, generali o no. Quelli che avevano ancora un po' di cuore l'hanno perso. E a partire da quei mesi lì che hanno cominciato a fucilare i soldati semplici per tirargli su il morale, a drappelli interi, e che il gendarme ha cominciato a essere citato all'ordine del giorno per il modo con cui conduceva la sua piccola guerra personale, quella profonda, vera tra le vere. Dopo una sosta, siamo rimontati a cavallo, qualche settimana più tardi, e siamo ripartiti verso il ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 18

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ nord. Il freddo se ne venne con noi anche lui. Il cannone non ci lasciava più. Tuttavia, non ci si incontrava più con i tedeschi se non per caso, ora un ussaro o un gruppo di fucilieri, di qui, di là, in giallo e verde, dei bei colori. Sembrava che li cercassimo, ma ce ne andavamo più lontano quando li si scorgeva. A ogni incontro, due o tre cavalieri ci restavano, ora dei nostri, ora dei loro. E i loro cavalli liberati, staffe impazzite e sonanti, galoppavano a vuoto e si precipitavano giù verso di noi da molto lontano con le loro selle dagli arcioni bizzarri, e il cuoio fresco come quello dei portafogli a Capodanno. Erano i nostri cavalli che andavano a raggiungere, subito amici. Una bella fortuna! Non siamo certo noi che avremmo potuto fare altrettanto! Un mattino tornando dalla ricognizione, il tenente Sainte-Engence invitava gli altri ufficiali a constatare che lui non gli raccontava balle. « Ne ho infilzati due! » assicurava in giro, e mostrava al tempo stesso la sciabola dove, era vero, il sangue rappreso colmava la piccola scanalatura, fatta apposta per quello. «E'stato straordinario! Bravo, Sainte-Engence!... L'aveste visto, signori! Che assalto! » rincarava la dose il capitano Ortolan. Era nello squadrone di Ortolan che era successo. « Ho perso niente della faccenda! Ero mica lontano! Un colpo di punta al collo in avanti e a destra!... Toc! Il primo cade!... Altra punta in pieno petto!... A sinistra! Traversare! Una vera parata da concorso, signori!... Ancora bravo, Sainte-Engence! Due lancieri! A un chilometro da qui! I due tizi sono ancora lì! In piena azione! La guerra è finita per loin, eh, Sainte-Engence?... Che bella accoppiata! Han dovuto svuotarsi come conigli!» Il tenente Sainte-Engence, il cui cavallo aveva galoppato a lungo, accoglieva omaggi e complimenti dei compagni con modestia. Adesso che Ortolan s'era fatto garante dell'impresa, era rassicurato e si defilava, portava la bestia ad asciugare facendola girare lentamente attorno allo squadrone riunito come se si fosse trattato del dopocorsa di una prova di siepi. Dovremmo mandar subito laggiù un'altra ricognizione e dalla stessa parte! subito! si dava da fare il capitano Ortolan tutto eccitato. Quei due balenghi son venuti a perdersi di qui, ma ce ne devono essere degli altri dietro... Ecco, voi, brigadiere Bardamu, andateci un po' con i vostri quattro uomini! E proprio a me che si rivolgeva il capitano. E quando vi tireranno addosso, eh be' cercate di scovarli e di venirmi subito a dire dove sono! Devono essere dei Brandeburghesi! ...» Quelli in servizio permanente raccontavano che in caserma, in tempo di pace, compariva quasi mai il capitano Ortolan. Invece, adesso, in guerra, ricuperava forte. A dire il vero, era infaticabile. Il suo slancio, anche fra tanti altri sconsiderati, diventava di giorno in giorno più notevole. Raccontavano anche che sniffasse cocaina. Pallido e con le occhiaie, sempre in tremito sulle fragili membra, appena metteva piede a terra, prima barcollava e poi si riprendeva e misurava a grandi passi i campi alla ricerca d'una impresa ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 19

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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Non brontolavamo più. « Andatevene! faceva, come <strong>al</strong> sol<strong>it</strong>o, la brutta biffa.<br />

- Bene, comandante! » Ed eccoci <strong>al</strong>lora part<strong>it</strong>i d<strong>al</strong> lato del cannone e senza farci pregare tutti e<br />

cinque.<br />

Si sarebbe detto che andavamo per ciliege.<br />

Era ben riparato da quel lato lì.<br />

Era la Mosa, con le sue colline, con le vigne sopra, l'uva non ancora matura e l'autunno, e villaggi<br />

in legno belli secchi dopo tre mesi d'estate, che dunque bruciavano facilmente.<br />

Avevamo notato questo noi<strong>al</strong>tri, una <strong>notte</strong> che non si sapeva assolutamente più dove andare.<br />

Un villaggio bruciava sempre d<strong>al</strong>la parte del cannone.<br />

Ci avvicinavamo mica molto, mica troppo, lo guardavamo soltanto da abbastanza lontano il<br />

villaggio, da spettatori si potrebbe dire, a dieci, dodici chilometri per esempio.<br />

E tutte le sere poi verso quell'epoca, molti villaggi si sono messi ad ardere <strong>al</strong>l'orizzonte, questo si<br />

ripeteva, ne eravamo circondati, come d<strong>al</strong> gran cerchio di una strana festa di tutti quei paesi là che<br />

bruciavano davanti a noi e ai due lati, con fiamme che montavano e leccavano le nuvole.<br />

Si vedeva passarci tutto nelle fiamme, le chiese, i fienili, le une dopo gli <strong>al</strong>tri, i covoni di fieno che<br />

facevano le fiamme più animate, più <strong>al</strong>te del resto, e poi le travi che s'<strong>al</strong>zavano tutte dir<strong>it</strong>te nella<br />

<strong>notte</strong> con barbe di faville prima di ricadere nella luce.<br />

Si vede bene com'è che brucia un villaggio, anche a venti chilometri.<br />

Era <strong>al</strong>legro.<br />

Un borgo da niente che non si notava nemmeno durante il giorno, in fondo a una campagnetta<br />

meschina, eh be', si ha mica idea la <strong>notte</strong>, quando brucia, l'effetto che può fare! Potrebbe essere<br />

Notre-Dame! Ci mette anche tutta una <strong>notte</strong> a bruciare un villaggio, anche uno piccolo, <strong>al</strong>la fine si<br />

direbbe un enorme fiore, poi, nient'<strong>al</strong>tro che un boccio, poi più niente.<br />

Fuma, e <strong>al</strong>lora è mattino.<br />

I cav<strong>al</strong>li che lasciavamo sellati, nei campi intorno a noi, non si muovevano.<br />

Noi, andavamo a ronfare nell'erba, s<strong>al</strong>vo uno, che faceva la guardia, a turno, per forza.<br />

Ma quando ci sono dei fuochi da guardare, la <strong>notte</strong> passa molto meglio, è più niente da<br />

sopportare, non è più la sol<strong>it</strong>udine.<br />

Sfortuna che non han durato i villaggi...<br />

In capo a un mese, in quel cantone, non ce n'era già più.<br />

Le foreste anche, gli han tirato sopra, coi cannoni.<br />

Non han durato otto giorni le foreste.<br />

Fanno ancora bei fuochi le foreste, ma sta per finire.<br />

Dopo di <strong>al</strong>lora, i convogli dell'artiglieria presero tutte le strade in un senso e i civili che si<br />

mettevano in s<strong>al</strong>vo, nell'<strong>al</strong>tro.<br />

Insomma, non potevamo più, noi<strong>al</strong>tri, né andare né venire; bisognava restare dove si era.<br />

Si faceva la coda per andare a crepare.<br />

Perfino il gener<strong>al</strong>e non trovava più accampamenti senza soldati.<br />

Abbiamo fin<strong>it</strong>o per dormire tutti in aperta campagna, gener<strong>al</strong>i o no.<br />

Quelli che avevano ancora un po' di cuore l'hanno perso.<br />

E a partire da quei mesi lì che hanno cominciato a fucilare i soldati semplici per tirargli su il<br />

mor<strong>al</strong>e, a drappelli interi, e che il gendarme ha cominciato a essere c<strong>it</strong>ato <strong>al</strong>l'ordine del giorno per<br />

il modo con cui conduceva la sua piccola guerra person<strong>al</strong>e, quella profonda, vera tra le vere.<br />

Dopo una sosta, siamo rimontati a cav<strong>al</strong>lo, qu<strong>al</strong>che settimana più tardi, e siamo ripart<strong>it</strong>i verso il<br />

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