Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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Non la finirebbe più di lamentarsi e indignarsi.<br />
Era destinata.<br />
Tanto v<strong>al</strong>eva tacere e guardare fuori, d<strong>al</strong>la finestra, i velluti grigi <strong>della</strong> sera occupare già il vi<strong>al</strong>e di<br />
fronte, casa per casa, dapprima le più piccole e poi le <strong>al</strong>tre, le grandi <strong>al</strong>la fine son prese e la gente<br />
che si ag<strong>it</strong>a in mezzo, sempre più debole, equivoca e appannata, incerta tra un marciapiede e<br />
l'<strong>al</strong>tro prima di andare a cadere nel buio.<br />
Più lontano, molto più lontano delle fortificazioni, file e cortei di lumicini dispersi su tutta la<br />
larghezza dell'ombra come dei chiodi, per stendere l'oblio sulla c<strong>it</strong>tà, e <strong>al</strong>tre piccole luci ancora<br />
che scintillano tra i verdi, che lampeggiano, tra i rossi, sempre di battelli e battelli, tutta una<br />
squadriglia venuta là da ogni dove ad aspettare, tremante, che dietro la Torre s'aprano le grandi<br />
porte <strong>della</strong> Notte.<br />
Se quella madre si fosse presa un attimo per rifiatare, e anche un lungo momento di silenzio,<br />
avremmo potuto <strong>al</strong>meno lasciarci andare a rinunciare a tutto, a cercare di dimenticare che<br />
bisognava vivere.<br />
Ma lei mi braccava.<br />
« Se le facessi un clistere, Dottore? Cosa ne dice?» Non risposi né sì né no, ma consigliai una<br />
volta di più, visto che avevo la parola, il ricovero immediato in osped<strong>al</strong>e.<br />
Altri mugolii, ancora più acuti, più determinati, più stridenti in risposta.<br />
Niente da fare.<br />
Mi diressi lentamente verso la porta, con precauzione.<br />
L'ombra adesso ci separava d<strong>al</strong> letto.<br />
Non scorgevo quasi più le mani <strong>della</strong> ragazza posate sulle lenzuola, per l'identico p<strong>al</strong>lore.<br />
Tornai indietro per sentire il polso, più sottile, più furtivo di poco prima.<br />
Non respirava che a scatti.<br />
Lo sentivo bene, io, il sangue cadere sul p<strong>al</strong>chetto come i batt<strong>it</strong>i di un orologio sempre più lento,<br />
sempre più debole.<br />
Niente da fare.<br />
La madre mi precedeva verso la porta.<br />
« Soprattutto », mi raccomandò lei, raggelata, «Dottore, mi prometta di non dire niente a<br />
nessuno!» Lei mi supplicava. « Me lo giura? » Promettevo tutto quel che volevano.<br />
Tesi la mano.<br />
Furono venti franchi.<br />
Lei richiuse la porta dietro di me, poco a poco.<br />
In basso, la zia di Bébert mi aspettava con la faccia di circostanza. «Non va <strong>al</strong>lora?» s'informava<br />
lei.<br />
Capii che mi aveva aspettato là, da basso, per una mezz'ora <strong>al</strong>meno per beccarsi la commissione<br />
d'uso: due franchi.<br />
Che non riesco a ev<strong>it</strong>are. «E dagli Henrouille <strong>al</strong>lora, è andata?» volle sapere lei.<br />
Sperava di prendere la mancia anche per quelli. «Non mi hanno pagato», ho risposto io.<br />
Era anche vero.<br />
Il suo sorriso artefatto, le si girò in broncio <strong>al</strong>la zia.<br />
Mi sospettava.<br />
«E'un peccato comunque Dottore, non sapersi far pagare! Come vuole che la gente la rispetti?...<br />
Si paga in contanti <strong>al</strong> giorno d'oggi o mai!» Era anche vero.<br />
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