Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ bambino, per far passare la madre nella stanza vicina. Quanto tornammo, il piccolo ripeteva davanti a Lola un passo di danza che aveva imparato al corso del Conservatorio. «Bisogna ancora fargli dare qualche ora di lezioni private, concluse Lola, e potrei anche presentarlo al teatro Globe alla mia amica Vera! Forse ha un avvenire questo bambino!» La madre, dopo quelle buone parole incoraggianti si profuse in ringraziamenti e piagnistei. Ricevette al tempo stesso una mazzetta di dollari verdi che nascose nel busto come un biglietto galante. «Questo bambino mi piacerebbe molto, concluse Lola, quando fummo di nuovo fuori, ma mi devo sopportare la madre insieme al figlio e a me non piacciono le madri troppo furbe... E poi il piccolo è comunque troppo viziato... Non è il genere d'attaccamento che desidero... Vorrei provare un sentimento assolutamente materno... Mi capisci, Ferdinand?...» Per mangiare io capisco tutto quel che uno vuole, non è più intelligenza è caucciù. Non si smuoveva mica, dal suo desiderio di purezza. Quando fummo arrivati qualche strada più in là, mi chiese dove sarei andato a dormire quella sera e fece con me ancora qualche passo sul marciapiede. Le risposi che se non trovavo immediatamente qualche dollaro, non avrei dormito da nessuna parte. «Va bene, rispose lei, accompagnami fino a casa e là ti darò un po' di soldi e poi te ne andrai dove vorrai.» Voleva seminarmi nella notte, il più in fretta possibile. Era regolare. A forza d'essere spinto a quel modo nella notte, si deve comunque finire per arrivare da qualche parte, mi dicevo. E'una consolazione. «Coraggio, Ferdinand, ripetevo a me stesso, per tenermi su, a forza di essere sbattuto fuori dappertutto, finirai di sicuro per trovarlo il trucco che gli fa tanta paura a tutti, a tutti gli stronzi che ci sono in giro, deve stare in fondo alla notte. E per questo che non ci vanno loro in fondo alla notte!» Dopo tirava un gelo totale fra noi nella sua auto. Era come se le strade che superavamo ci minacciassero con tutto il loro silenzio armato di pietre fino in alto, all'infinito, con una specie di diluvio in sospensione. Una città in agguato, un mostro a sorpresa, vischioso di bitumi e di piogge. Finalmente, rallentammo. Lola mi precedette verso la porta. «Sali, m'invitò lei, seguimi!» Di nuovo il suo salotto. Mi chiedevo quanto mi avrebbe dato per finirla e cavarsi d'impiccio. Cercava dei biglietti ,in una borsetta lasciata su un mobile. Sentivo lo stormire pazzesco dei biglietti stropicciati. Che attimi! In città c'era solo quel rumore. Però ero ancora così imbarazzato che le chiesi, non so perché, del tutto a sproposito, notizie di sua madre che avevo dimenticato. «E'malata mia madre, fece lei girandosi per guardarmi bene in faccia. - Dov'è dunque in questo momento? - A Chicago. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 148
Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ - Di cosa soffre tua madre? - Di un cancro al fegato... La faccio curare dai migliori specialisti della città... Il trattamento mi costa molto caro, ma loro la salveranno. Me l'hanno garantito.» Precipitosamente, mi fornì ancora molti altri particolari che riguardavano le condizioni di sua madre a Chicago. Diventata improvvisamente tenera e familiare non poteva più fare a meno di chiedermi qualche conforto intimo. L'avevo in pugno. «E tu, Ferdinand, pensi anche tu che la guariranno vero mia madre? - No, risposi io molto apertamente, molto categorico, i cancri al fegato sono assolutamente inguaribili.» Di colpo, lei impallidì fino al bianco degli occhi. Era proprio la prima volta la strega che la vedevo sconcertata per qualche cosa. «Ma però, Ferdinand, loro mi hanno assicurato che guarirà, gli specialisti! Me l'hanno certificato... Me l'hanno scritto!... Sono dei medici molto importanti sai?... -Per la grana, Lola, ci saranno sempre per fortuna dei medici importanti... Farei la stessa cosa io se fossi al loro posto... E anche tu Lola faresti altrettanto...» Quel che le dicevo le parve all'improvviso così innegabile, così evidente, che non osava più lottare. Per una volta, per la prima volta forse in vita sua non la soccorreva più la faccia tosta. « Senti, Ferdinand, mi dài un dolore immenso ti rendi conto? Io amo molto mia madre, tu lo sai vero che l'amo molto?...» Capitava a fagiolo allora! Dio bonino! Che cavolo gliene importa a qualcuno, che uno ami o no sua madre? Singhiozzava nel suo vuoto la Lola. «Ferdinand, sei un fallito schifoso, riprese lei furiosa, nient'altro che un lurido malvagio!... Ti vendichi anche nel modo più vigliacco possibile d'esser messo male venendomi a dire delle cose spaventose... Sono anche sicura che fai molto male a mia madre parlando a questo modo!...» Le prendevano nella sua disperazione dei residui del metodo Coué.(14) La sua eccitazione non mi faceva affatto più paura di quella degli ufficiali dell'Amiral-Bragueton, quelli che pensavano di distruggermi per far arrapare le dame sfaccendate. La guardavo con attenzione, Lola, mentre mi affibbiava tutti quei nomi e provavo una qualche fierezza nel constatare per contrasto che la mia indifferenza, che dico, la mia gioia cresceva quanto più lei mi ingiuriava. Come si è buoni dentro. « Per sbarazzarsi di me, calcolavo io, adesso bisognerà che lei mi dia almeno venti dollari... Forse anche di più...» Presi l'iniziativa: « Lola, ti prego prestami i soldi che mi hai promesso o se no dormirò qui e mi sentirai ripeterti tutto quello che so sul cancro, le sue complicazioni, la sua ereditarietà, perché è ereditario, Lola, il cancro. Non bisogna dimenticarlo! » Via via che facevo risaltare, che rifinivo i dettagli sul cancro di sua madre, me la vedevo davanti a me che illividiva Lola, sveniva, cedeva. « Ah! la troia! mi dicevo io, tienila bene, Ferdinand! Per una volta che hai il coltello dal manico! Non mollarla la corda... Non ne troverai una così robusta per un bel pò!...» « Prendi! tieni! fece lei, assolutamente esasperata, ecco i tuoi cento dollari e sparisci e non tornare più, mi hai sentito: mai!... Out! Out! Out! Brutto maiale!... ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 149
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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bambino, per far passare la madre nella stanza vicina.<br />
Quanto tornammo, il piccolo ripeteva davanti a Lola un passo di danza che aveva imparato <strong>al</strong><br />
corso del Conservatorio. «Bisogna ancora fargli dare qu<strong>al</strong>che ora di lezioni private, concluse Lola,<br />
e potrei anche presentarlo <strong>al</strong> teatro Globe <strong>al</strong>la mia amica Vera! Forse ha un avvenire questo<br />
bambino!» La madre, dopo quelle buone parole incoraggianti si profuse in ringraziamenti e<br />
piagnistei.<br />
Ricevette <strong>al</strong> tempo stesso una mazzetta di dollari verdi che nascose nel busto come un biglietto<br />
g<strong>al</strong>ante.<br />
«Questo bambino mi piacerebbe molto, concluse Lola, quando fummo di nuovo fuori, ma mi<br />
devo sopportare la madre insieme <strong>al</strong> figlio e a me non piacciono le madri troppo furbe...<br />
E poi il piccolo è comunque troppo viziato...<br />
Non è il genere d'attaccamento che desidero...<br />
Vorrei provare un sentimento assolutamente materno...<br />
Mi capisci, Ferdinand?...» Per mangiare io capisco tutto quel che uno vuole, non è più<br />
intelligenza è caucciù.<br />
Non si smuoveva mica, d<strong>al</strong> suo desiderio di purezza.<br />
Quando fummo arrivati qu<strong>al</strong>che strada più in là, mi chiese dove sarei andato a dormire quella<br />
sera e fece con me ancora qu<strong>al</strong>che passo sul marciapiede.<br />
Le risposi che se non trovavo immediatamente qu<strong>al</strong>che dollaro, non avrei dorm<strong>it</strong>o da nessuna<br />
parte.<br />
«Va bene, rispose lei, accompagnami fino a casa e là ti darò un po' di soldi e poi te ne andrai<br />
dove vorrai.» Voleva seminarmi nella <strong>notte</strong>, il più in fretta possibile.<br />
Era regolare.<br />
A forza d'essere spinto a quel modo nella <strong>notte</strong>, si deve comunque finire per arrivare da qu<strong>al</strong>che<br />
parte, mi dicevo.<br />
E'una consolazione. «Coraggio, Ferdinand, ripetevo a me stesso, per tenermi su, a forza di essere<br />
sbattuto fuori dappertutto, finirai di sicuro per trovarlo il trucco che gli fa tanta paura a tutti, a<br />
tutti gli stronzi che ci sono in giro, deve stare in fondo <strong>al</strong>la <strong>notte</strong>.<br />
E per questo che non ci vanno loro in fondo <strong>al</strong>la <strong>notte</strong>!» Dopo tirava un gelo tot<strong>al</strong>e fra noi nella<br />
sua auto.<br />
Era come se le strade che superavamo ci minacciassero con tutto il loro silenzio armato di pietre<br />
fino in <strong>al</strong>to, <strong>al</strong>l'infin<strong>it</strong>o, con una specie di diluvio in sospensione.<br />
Una c<strong>it</strong>tà in agguato, un mostro a sorpresa, vischioso di b<strong>it</strong>umi e di piogge.<br />
Fin<strong>al</strong>mente, r<strong>al</strong>lentammo.<br />
Lola mi precedette verso la porta.<br />
«S<strong>al</strong>i, m'inv<strong>it</strong>ò lei, seguimi!» Di nuovo il suo s<strong>al</strong>otto.<br />
Mi chiedevo quanto mi avrebbe dato per finirla e cavarsi d'impiccio.<br />
Cercava dei biglietti ,in una borsetta lasciata su un mobile.<br />
Sentivo lo stormire pazzesco dei biglietti stropicciati.<br />
Che attimi! In c<strong>it</strong>tà c'era solo quel rumore.<br />
Però ero ancora così imbarazzato che le chiesi, non so perché, del tutto a spropos<strong>it</strong>o, notizie di<br />
sua madre che avevo dimenticato.<br />
«E'm<strong>al</strong>ata mia madre, fece lei girandosi per guardarmi bene in faccia.<br />
- Dov'è dunque in questo momento? - A Chicago.<br />
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