Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Una volta solo, fu anche peggio. Tutta quell'America veniva a tormentarmi, a pormi interrogativi enormi e a confermarmi brutti presentimenti, perfino là in quella camera. Sul letto, ansioso, tentai di familiarizzare con la penombra di quella scatola per cominciare. I muri tremavano a un rombo periodico, dal lato finestra. Passaggio del metrò sopraelevato. Zompava di fronte, tra due strade, come una granata, riempito di carni tremolanti e macinate, avanzava a scossoni attraverso la città lunatica di quartiere in quartiere. Lo si vedeva laggiù che andava a farsi sbatacchiare la carcassa sopra un torrente di putrelle con un'eco che rimbombava ancora per un bel po' dietro a lui da una muraglia all'altra, quando l'aveva superato, a cento all'ora. L'ora di cena sopraggiunse in quella prostrazione, e poi anche quella del dormire. E'soprattutto il metrò furioso che mi aveva sconvolto. Dall'altro lato di quel pozzo di cortile, la parete s'illuminò di una, poi due camere, poi decine. In alcune di quelle, potevo scorgere quel che capitava. Erano delle coppie che andavano a dormire. Sembravano disfatti come la gente di casa nostra gli americani, dopo le ore verticali. Le donne avevano cosce molto piene e molto pallide, quelle che ho potuto vedere bene almeno. La maggior parte degli uomini si rasava fumando un sigaro prima di coricarsi. A letto prima si toglievano gli occhiali e poi la dentiera in un bicchiere e mettevano il tutto in evidenza. Non avevano l'aria di parlarsi tra loro, tra sessi, proprio come in strada. Li si sarebbe detti dei docili bestioni, abituati ad annoiarsi. Non ho scorto che due coppie in tutto farsi alla luce le cose che mi aspettavo e senza alcuna violenza. Le altre donne, loro, mangiavano caramelle a letto aspettando che il marito avesse finito la toeletta. E poi, hanno tutti spento. E'triste la gente che si corica, si vede che se ne fottono che le cose vanno come vogliono loro, si vede che non cercano mica di capire loro, il perché uno è là. Gli fa proprio lo stesso. Dormono non importa come, è tipico dei gasati, dei babbioni, dei non suscettibili, americani o no. Hanno sempre la coscienza tranquilla. Ne avevo viste troppe io di cose non chiare per essere contento. Ne sapevo troppo e non ne sapevo abbastanza. Bisogna uscire, ecco che mi dissi, uscire ancora. Forse incontrerai di nuovo Robinson. Era un'idea idiota evidentemente ma mi ci attaccavo per avere il pretesto di uscire di nuovo, tanto più che avevo un bel girarmi e rigirarmi sul paglione, non riuscivo ad agguantare un briciolo di sonno. Anche a masturbarsi in quei casi lì non si prova né conforto, né distrazione. Allora è la vera disperazione. Quel che è peggio è che uno si chiede come l'indomani troverà quel pò di forza per continuare a fare quel che ha fatto il giorno prima e poi già da tanto tempo, dove troverà la forza per quelle ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 134

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ iniziative sceme, quei mille progetti che non arrivano a niente, quei tentativi per uscire dalla necessità opprimente, tentativi che abortiscono sempre, e tutti per arrivare a convincersi una volta per tutte che il destino è invincibile, che bisogna sempre ricadere ai piedi della muraglia, ogni sera, sotto l'angoscia dell'indomani, sempre più precario, più sordido. Forse è anche l'età che sopraggiunge, traditora, e ci annuncia il peggio. Non si ha più molta musica in sé per far ballare la vita, ecco. Tutta la gioventù è già andata a morire in capo al mondo nel silenzio della verità. E dove andar fuori, ve lo chiedo, quando uno non ha più dentro una quantità sufficiente di delirio? La verità, è un'agonia che non finisce mai. La verità di questo mondo è la morte. Bisogna scegliere, morire o mentire. Non ho mai potuto uccidermi io. La cosa migliore era dunque uscire per strada, 'sto piccolo suicidio. Ognuno ha il suo bernoccolo, il suo metodo per conquistare sonno e sbobba. Dovevo proprio riuscire a dormire per ritrovare abbastanza forze da guadagnarmi un tozzo di pane l'indomani. Ritrovare lo slancio, giusto quel che bastava per trovare un lavoro domani e scavalcare sùbito, aspettando, l'ignoto del sonno. Non bisogna credere che è facile addormentarsi una volta che ti sei messo a dubitare di tutto, soprattutto a causa di tutte quelle paure che ti hanno fatto. Mi vestii e bene o male arrivai all'ascensore, ma un po' rimbambito. Dovetti ancora passare nell'atrio davanti ad altre file, ad altri incantevoli enigmi dalle gambe così attraenti, dai volti delicati e severi. Delle dee insomma, delle dee adescatrici. Si sarebbe potuto cercare di capirsi. Ma avevo paura di farmi arrestare. Complicazioni. Quasi tutti i desideri del povero sono puniti con la prigione. E la strada mi riprese. Non era più la stessa folla di prima. Questa manifestava un po' più d'audacia mentre s'accalcava lungo i marciapiedi, come se fosse arrivata quella folla in un paese meno arido, quello della distrazione, il paese della sera. La gente avanzava verso le luci sospese lontano nella notte, serpenti inquieti e multicolori. Da tutte le strade dei dintorni affluiva. Faceva molti dollari, pensavo io, una folla così, soltanto in fazzoletti, per esempio, o in calze di seta! E anche solo in sigarette! E dire che tu, te ne puoi andare a spasso in mezzo a tutto quel denaro, quello non ti dà un soldo in più, neanche per andare a mangiare! E'disperante quando uno ci pensa, come gli uomini si difendono gli uni contro gli altri, come altrettante case. Sono stato anch'io a trascinarmi verso le luci, un cinema, e poi un altro di fianco, e poi ancora un altro e per tutta la strada allo stesso modo. Perdevamo grossi pezzi di folla davanti ad ognuno di essi. Ne ho scelto uno, io, di cinema dove c'erano delle donne sulle foto in sottoveste e che cosce! Signori! Sode! Abbondanti! Giuste! E poi delle teste Carine lì sopra, come disegnate a contrasto, delicate, fragili, a matita, senza ritocchi da fare, perfette, non una sciatteria, non una sbavatura, ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 135

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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iniziative sceme, quei mille progetti che non arrivano a niente, quei tentativi per uscire d<strong>al</strong>la<br />

necess<strong>it</strong>à opprimente, tentativi che abortiscono sempre, e tutti per arrivare a convincersi una volta<br />

per tutte che il destino è invincibile, che bisogna sempre ricadere ai piedi <strong>della</strong> muraglia, ogni<br />

sera, sotto l'angoscia dell'indomani, sempre più precario, più sordido.<br />

Forse è anche l'età che sopraggiunge, trad<strong>it</strong>ora, e ci annuncia il peggio.<br />

Non si ha più molta musica in sé per far b<strong>al</strong>lare la v<strong>it</strong>a, ecco.<br />

Tutta la gioventù è già andata a morire in capo <strong>al</strong> mondo nel silenzio <strong>della</strong> ver<strong>it</strong>à.<br />

E dove andar fuori, ve lo chiedo, quando uno non ha più dentro una quant<strong>it</strong>à sufficiente di<br />

delirio? La ver<strong>it</strong>à, è un'agonia che non finisce mai.<br />

La ver<strong>it</strong>à di questo mondo è la morte.<br />

Bisogna scegliere, morire o mentire.<br />

Non ho mai potuto uccidermi io.<br />

La cosa migliore era dunque uscire per strada, 'sto piccolo suicidio.<br />

Ognuno ha il suo bernoccolo, il suo metodo per conquistare sonno e sbobba.<br />

Dovevo proprio riuscire a dormire per r<strong>it</strong>rovare abbastanza forze da guadagnarmi un tozzo di<br />

pane l'indomani.<br />

R<strong>it</strong>rovare lo slancio, giusto quel che bastava per trovare un lavoro domani e scav<strong>al</strong>care sùb<strong>it</strong>o,<br />

aspettando, l'ignoto del sonno.<br />

Non bisogna credere che è facile addormentarsi una volta che ti sei messo a dub<strong>it</strong>are di tutto,<br />

soprattutto a causa di tutte quelle paure che ti hanno fatto.<br />

Mi vestii e bene o m<strong>al</strong>e arrivai <strong>al</strong>l'ascensore, ma un po' rimbamb<strong>it</strong>o.<br />

Dovetti ancora passare nell'atrio davanti ad <strong>al</strong>tre file, ad <strong>al</strong>tri incantevoli enigmi d<strong>al</strong>le gambe così<br />

attraenti, dai volti delicati e severi.<br />

Delle dee insomma, delle dee adescatrici.<br />

Si sarebbe potuto cercare di capirsi.<br />

Ma avevo paura di farmi arrestare.<br />

Complicazioni.<br />

Quasi tutti i desideri del povero sono pun<strong>it</strong>i con la prigione.<br />

E la strada mi riprese.<br />

Non era più la stessa folla di prima.<br />

Questa manifestava un po' più d'audacia mentre s'acc<strong>al</strong>cava lungo i marciapiedi, come se fosse<br />

arrivata quella folla in un paese meno arido, quello <strong>della</strong> distrazione, il paese <strong>della</strong> sera.<br />

La gente avanzava verso le luci sospese lontano nella <strong>notte</strong>, serpenti inquieti e multicolori.<br />

Da tutte le strade dei dintorni affluiva.<br />

Faceva molti dollari, pensavo io, una folla così, soltanto in fazzoletti, per esempio, o in c<strong>al</strong>ze di<br />

seta! E anche solo in sigarette! E dire che tu, te ne puoi andare a spasso in mezzo a tutto quel<br />

denaro, quello non ti dà un soldo in più, neanche per andare a mangiare! E'disperante quando<br />

uno ci pensa, come gli uomini si difendono gli uni contro gli <strong>al</strong>tri, come <strong>al</strong>trettante case.<br />

Sono stato anch'io a trascinarmi verso le luci, un cinema, e poi un <strong>al</strong>tro di fianco, e poi ancora un<br />

<strong>al</strong>tro e per tutta la strada <strong>al</strong>lo stesso modo.<br />

Perdevamo grossi pezzi di folla davanti ad ognuno di essi.<br />

Ne ho scelto uno, io, di cinema dove c'erano delle donne sulle foto in sottoveste e che cosce!<br />

Signori! Sode! Abbondanti! Giuste! E poi delle teste Carine lì sopra, come disegnate a contrasto,<br />

delicate, fragili, a mat<strong>it</strong>a, senza r<strong>it</strong>occhi da fare, perfette, non una sciatteria, non una sbavatura,<br />

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