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Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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Non osavo troppo avanzare verso di loro a causa degli odori.<br />

Quel contrasto era proprio fatto per sconcertare uno straniero.<br />

Tutto quello sbracamento intimo, quella formidabile familiar<strong>it</strong>à intestin<strong>al</strong>e e in strada quella<br />

perfetta aria contegnosa! Ci restavo stravolto.<br />

Ris<strong>al</strong>ii <strong>al</strong>la luce per quegli stessi gradini per riposarmi sulla stessa panchina.<br />

Orgia repentina di digestioni e volgar<strong>it</strong>à.<br />

Scoperta del comunismo <strong>al</strong>legro <strong>della</strong> cacca.<br />

Lasciavo ciascuno <strong>al</strong> suo posto gli aspetti così sconcertanti <strong>della</strong> stessa avventura.<br />

Non avevo la forza di an<strong>al</strong>izzarli né di tentare una sintesi.<br />

Era dormire che desideravo irresistibilmente.<br />

Deliziosa e insol<strong>it</strong>a frenesia! Ripresi dunque la fila dei passanti che s'addentravano in una delle<br />

strade confinanti e avanzammo a strattoni a causa dei negozi che a ogni vetrina frammentavano la<br />

folla.<br />

La porta di un hotel si apriva là, creando un gran risucchio.<br />

La gente schizzava sul marciapiede d<strong>al</strong>l'ampia porta a tamburo, fui gherm<strong>it</strong>o in senso inverso nel<br />

mezzo del grande atrio interno.<br />

Stupefacente a prima vista...<br />

Bisognava indovinare tutto, immaginare la maestos<strong>it</strong>à dell'edificio, l'ampiezza delle sue proporzioni<br />

perché tutto si svolgeva intorno a lampade così velate che ci si ab<strong>it</strong>uava solo dopo un certo tempo.<br />

Molte giovani donne in quella penombra, affondate in profonde poltrone, come in <strong>al</strong>trettanti<br />

scrigni.<br />

Intorno uomini attenti, silenziosi nel passare e ripassare a una certa distanza da loro, curiosi e<br />

intimid<strong>it</strong>i, <strong>al</strong> largo <strong>della</strong> fila di gambe incrociate a splendide <strong>al</strong>tezze di seta.<br />

Quelle meraviglie mi sembravano aspettare là eventi assai gravi e costosi.<br />

Evidentemente, non era a me che pensavano.<br />

Cosi anch'io passai a mia volta davanti a quella lunga tentazione p<strong>al</strong>pabile, con aria assolutamente<br />

clandestina.<br />

Poiché erano <strong>al</strong>meno un centinaio quegli esseri prestigiosi a gonne insù, disposte su una sola<br />

linea di poltrone, arrivai <strong>al</strong> ricevimento nel sogno d'aver assorb<strong>it</strong>o una dose di bellezza cosi forte<br />

per il mio temperamento che barcollavo.<br />

Al banco, un commesso imbrillantinato mi offri aggressivamente una camera.<br />

Mi decisi per la più piccola dell'hotel.<br />

Non ci dovevo avere in quel momento che una cinquantina di dollari scarsi, quasi più idee e<br />

nessuna fiducia.<br />

Speravo che fosse davvero la più piccola camera d'America quella che m'avrebbe offerto il<br />

commesso perché il suo hotel, il Laugh C<strong>al</strong>vin, era presentato sui manifesti come il meglio<br />

frequentato tra i più sontuosi <strong>al</strong>berghi del continente.<br />

Sopra di me che infin<strong>it</strong>à di loc<strong>al</strong>i ammobiliati! E vicino a me, in quelle poltrone, che tentazioni di<br />

stupri in serie! Che abissi! Che pericoli! Il supplizio estetico del povero è dunque interminabile?<br />

Ancora più tenace <strong>della</strong> sua fame? Ma non c'era tempo di arrendersi, lesti quelli del banco<br />

m'avevano già consegnato una chiave, pesante a piena mano.<br />

Non osai più muovere.<br />

Un fattorino sfrontato, vest<strong>it</strong>o a mo' di giovanissimo gener<strong>al</strong>e di brigata, sorse d<strong>al</strong>l'ombra davanti<br />

ai miei occhi; imperioso comandante.<br />

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