Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ attendono il viaggiatore, mentre quella, l'americana, lei non sveniva, no, lei si teneva bella rigida, là, per niente stravaccata, rigida da far paura. Ne abbiamo dunque riso come dei balenghi. Fa strano per forza, una città costruita per diritto. Ma non potevamo godercelo noi, lo spettacolo, che dal collo in su, per il freddo che veniva in quel momento dal largo, attraverso una grossa bruma grigia e rosa, e rapida e pungente all'assalto dei nostri pantaloni e dei crepacci di quella muraglia, le strade della città, dove anche le nuvole s'ingolfavano sotto la spinta del vento. La nostra galera apriva il suo magro solco giusto all'altezza dei moli, là dove veniva a morire un'acqua color cacca, tutta gorgogliante d'una sequela di piccoli traghetti e di rimorchiatori avidi e asmatici. Per uno che è messo male, non è mai comodo sbarcare da nessuna parte ma per un galeotto è anche peggio, specialmente perché la gente d'America non ama affatto i galeotti che vengono dall'Europa. « Son tutti anarchici » dicono loro. Vogliono insomma ospitare in casa loro solo dei curiosi che gli portano della grana, perché tutti i soldi d'Europa, sono figli di Dollaro. Avrei forse potuto provare come altri che c'erano già riusciti a traversare il porto a nuoto e poi una volta sulla banchina mettermi a gridare: « Viva Dollaro! Viva Dollaro! » E' un trucco. C'è molta gente che è sbarcata a quel modo e dopo ha fatto fortuna. Non è sicuro, sono cose che si raccontano solo. Ne càpitano nei sogni di molto peggio. Io, avevo un altra combinazione in testa insieme alla febbre. Poiché a bordo della galera avevo imparato a contar bene le pulci (non soltanto a prenderle, ma a farne delle addizioni, e delle sottrazioni, insomma delle statistiche), mestiere delicato che ha l'aria di niente, ma che costituisce una tecnica bella e buona, volevo servirmene. Gli americani se ne può dire quello che si vuole, ma in fatto di tecnica, sono degli esperti. Gli sarebbe piaciuto da matti il mio modo di contare le pulci, ne ero certo in anticipo. Non doveva andare buca secondo me. Stavo per offrirgli i miei servigi quando all'improvviso diedero l'ordine alla nostra galera d'andarsi a fare una quarantena in un'ansa lì vicino, al riparo, a un tiro di schioppo da un piccolo villaggio appartato, in fondo a una baia tranquilla, due miglia a est di New York. E restammo là tutti in osservazione per settimane e settimane, tanto che ci facemmo delle abitudini. Così ogni sera dopo il rancio si staccava da bordo per andare al villaggio la squadra della provvista d'acqua. Dovevo farne parte per realizzare i miei obiettivi. Gli amici sapevano bene dove volevo arrivare ma loro l'avventura non li tentava. « E matto, dicevano loro, ma non è pericoloso. » Sull'Infanta Combitta si pappava mica male, li randellavano un po' i compagni, ma non troppo, e insomma poteva andare. Era un sgobbo medio. E poi sublime vantaggio, non li licenziavano mai dalla galera e si dava perfino il caso che il Re gli aveva promesso per quando avrebbero sessantadue anni una specie di piccola pensione. Questa prospettiva li rendeva felici, gli dava di che sognare e la domenica per sentirsi liberi, come se non bastasse, giocavano a votare. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 124

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Nelle settimane in cui fu imposta la quarantena, ruggivano tutti insieme nel sottoponte, si dibattevano e penetravano a vicenda. E poi alla fine quel che gli impediva di scappare con me, è soprattutto che loro non volevano intendere o saper niente di questa America di cui mi ero incapricciato io. A ciascuno i suoi mostri, per loro era l'America la bestia nera. Cercavano perfino di farmi venire una gran repulsione. Avevo un bel dirgli che conoscevo gente in quel paese, la mia piccola Lola fra gli altri, che adesso doveva essere molto ricca, e poi indubbiamente il Robinson che doveva essersi fatto una posizione negli affari, loro non volevano recedere dalla loro avversione per gli Stati Uniti, dal disgusto, dall'odio: « La smetterai mai d'essere suonato » mi dicevano loro. Un giorno ho fatto come se andassi con loro alla cannella del villaggio e poi gli ho detto che non sarei rientrato nella galera. Ciao! Erano bravi ragazzi in fondo, gran lavoratori e mi hanno ripetuto ancora che loro non mi approvavano per niente, ma mi augurarono buon lavoro, buona fortuna e buon divertimento ma a modo loro. « Va'! mi han detto loro. Va'! Ma ti avvertiamo ancora: Hai mica dei gusti giusti per un pidocchioso! E' la febbre che ti rende tocco! Ci tornerai indietro dalla tua America e in uno stato peggio del nostro! E' i tuoi gusti che ti rovineranno! Vuoi imparare? Ne sai già troppo per quel che sei! » Avevo un bel rispondergli che avevo degli amici sul posto e che mi aspettavano. Balbettavo. « Degli amici? facevano loro a 'sto modo, degli amici? ma se ne strabattono della tua faccia i tuoi amici! E' un pezzo che ti hanno dimenticato i tuoi amici!... - Ma, voglio vedere gli americani io! avevo un bell'insistere. E per di più ci hanno delle donne come non ce ne sono altrove! . . . - Ma torna indietro con noi, eh pirla! mi rispondevano quelli. Non val la pena andarci te lo diciamo noi! Diventi più matto di quel che sei! Te lo raccontiamo sùbito noialtri cos'è che sono gli americani! O tutti milionari o tutti carogne! Non c'è via di mezzo! Tu di sicuro te li vedi nemmeno i milionari nello stato che arrivi! Ma quanto a carogne, puoi contarci che te ne faranno trangugiare! Lì puoi stare tranquillo! E non ci vuole più di un secondo!... » Ecco com'è che mi hanno trattato i compagni. Mi esasperavano tutti alla fine quei falliti, quei rotti in culo, quei sotto-uomini. « Levatevi dai coglioni! gli ho risposto io; è la gelosia che vi fa straparlare, ecco tutto! Se mi fanno schiattare gli americani, lo vedremo proprio! Ma quel che è certo, è che tutti quanti siete, ci avete solo un bignè in mezzo alle gambe e per giunta bello moscio! » Gliela avevo cantata! Ero contento! Poiché scendeva la notte dalla galera gli fecero dei fischi. Si sono rimessi a remare tutti in cadenza, tranne uno, io. Ho aspettato fino a non sentirli più, del tutto, e poi ho contato fino a cento e sono corso più forte che potevo fino al villaggio. Un posticino civettuolo era il villaggio, ben illuminato, case di legno, che aspettavano che uno se ne servisse, disposte a destra, a sinistra d'una cappella, tutta silenziosa anche quella, soltanto che io avevo dei brividi, la malaria e poi la paura. Qua e là, s'incontrava un marinaio di quella guarnigione che non aveva l'aria di prendersela e anche dei bambini e poi una ragazzina con dei gran bei muscoli: l'America! Ero arrivato. Proprio quello che fa piacere vedere dopo tante brutte avventure. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 125

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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attendono il viaggiatore, mentre quella, l'americana, lei non sveniva, no, lei si teneva bella rigida,<br />

là, per niente stravaccata, rigida da far paura.<br />

Ne abbiamo dunque riso come dei b<strong>al</strong>enghi.<br />

Fa strano per forza, una c<strong>it</strong>tà costru<strong>it</strong>a per dir<strong>it</strong>to.<br />

Ma non potevamo godercelo noi, lo spettacolo, che d<strong>al</strong> collo in su, per il freddo che veniva in<br />

quel momento d<strong>al</strong> largo, attraverso una grossa bruma grigia e rosa, e rapida e pungente <strong>al</strong>l'ass<strong>al</strong>to<br />

dei nostri pant<strong>al</strong>oni e dei crepacci di quella muraglia, le strade <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà, dove anche le nuvole<br />

s'ingolfavano sotto la spinta del vento.<br />

La nostra g<strong>al</strong>era apriva il suo magro solco giusto <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tezza dei moli, là dove veniva a morire<br />

un'acqua color cacca, tutta gorgogliante d'una sequela di piccoli traghetti e di rimorchiatori avidi e<br />

asmatici.<br />

Per uno che è messo m<strong>al</strong>e, non è mai comodo sbarcare da nessuna parte ma per un g<strong>al</strong>eotto è<br />

anche peggio, speci<strong>al</strong>mente perché la gente d'America non ama affatto i g<strong>al</strong>eotti che vengono<br />

d<strong>al</strong>l'Europa. « Son tutti anarchici » dicono loro.<br />

Vogliono insomma osp<strong>it</strong>are in casa loro solo dei curiosi che gli portano <strong>della</strong> grana, perché tutti i<br />

soldi d'Europa, sono figli di Dollaro.<br />

Avrei forse potuto provare come <strong>al</strong>tri che c'erano già riusc<strong>it</strong>i a traversare il porto a nuoto e poi<br />

una volta sulla banchina mettermi a gridare: « Viva Dollaro! Viva Dollaro! » E' un trucco.<br />

C'è molta gente che è sbarcata a quel modo e dopo ha fatto fortuna.<br />

Non è sicuro, sono cose che si raccontano solo.<br />

Ne càp<strong>it</strong>ano nei sogni di molto peggio.<br />

Io, avevo un <strong>al</strong>tra combinazione in testa insieme <strong>al</strong>la febbre.<br />

Poiché a bordo <strong>della</strong> g<strong>al</strong>era avevo imparato a contar bene le pulci (non soltanto a prenderle, ma a<br />

farne delle addizioni, e delle sottrazioni, insomma delle statistiche), mestiere delicato che ha l'aria<br />

di niente, ma che cost<strong>it</strong>uisce una tecnica bella e buona, volevo servirmene.<br />

Gli americani se ne può dire quello che si vuole, ma in fatto di tecnica, sono degli esperti.<br />

Gli sarebbe piaciuto da matti il mio modo di contare le pulci, ne ero certo in anticipo.<br />

Non doveva andare buca secondo me.<br />

Stavo per offrirgli i miei servigi quando <strong>al</strong>l'improvviso diedero l'ordine <strong>al</strong>la nostra g<strong>al</strong>era d'andarsi<br />

a fare una quarantena in un'ansa lì vicino, <strong>al</strong> riparo, a un tiro di schioppo da un piccolo villaggio<br />

appartato, in fondo a una baia tranquilla, due miglia a est di New York.<br />

E restammo là tutti in osservazione per settimane e settimane, tanto che ci facemmo delle<br />

ab<strong>it</strong>udini.<br />

Così ogni sera dopo il rancio si staccava da bordo per andare <strong>al</strong> villaggio la squadra <strong>della</strong><br />

provvista d'acqua.<br />

Dovevo farne parte per re<strong>al</strong>izzare i miei obiettivi.<br />

Gli amici sapevano bene dove volevo arrivare ma loro l'avventura non li tentava. « E matto,<br />

dicevano loro, ma non è pericoloso. » Sull'Infanta Comb<strong>it</strong>ta si pappava mica m<strong>al</strong>e, li ran<strong>della</strong>vano<br />

un po' i compagni, ma non troppo, e insomma poteva andare.<br />

Era un sgobbo medio.<br />

E poi sublime vantaggio, non li licenziavano mai d<strong>al</strong>la g<strong>al</strong>era e si dava perfino il caso che il Re gli<br />

aveva promesso per quando avrebbero sessantadue anni una specie di piccola pensione.<br />

Questa prospettiva li rendeva felici, gli dava di che sognare e la domenica per sentirsi liberi, come<br />

se non bastasse, giocavano a votare.<br />

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