Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it

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28.05.2013 Views

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ pane?». E basta. Dopo, nient'altro che fuoco e poi rumore insieme. Ma proprio uno di quei rumori che uno non crederebbe mai possano esistere. Ci ha riempito a tal punto gli occhi, le orecchie, il naso, la bocca, all'improvviso, il rumore, che ho creduto proprio che era finita, che ero diventato fuoco e rumore io stesso. E invece no, il fuoco se n'è andato, il rumore mi è rimasto a lungo in testa, e poi le braccia e le gambe che tremavano come se qualcuno ti scuotesse da dietro. Avevano l'aria di lasciarmi, e poi a ogni modo sono restati i miei arti. Nel fumo che pungeva gli occhi ancora per un bel po', l'odore acuto della polvere e dello zolfo ci restava come per uccidere le cimici e le pulci della terra intera. Immediatamente dopo, ho pensato al maresciallo d'alloggio Barousse che era andato in pezzi come l'altro ci aveva raccontato. Era una buona notizia. Tanto meglio! ti ho pensato subito io: «Una grandissima carogna di meno al reggimento!». Aveva voluto spedirmi al consiglio di disciplina per una scatola di conserva. «A ciascuno la sua guerra», mi son detto io. Da quel lato lì, bisogna convenirne, aveva l'aria di servire a qualcosa la guerra! Ne conoscevo proprio ancora tre o quattro al reggimento, dannati fetenti che li avrei proprio volentieri aiutati a trovare una granata come Barousse. Quanto al colonnello, a lui, non gli volevo del male. Anche lui però era morto. Non lo vidi più, di colpo. E che era stato dislocato sulla scarpata, allungato sul fianco dall'esplosione e proiettato fin nelle braccia del cavaliere a piedi, il messaggero, finito anche lui. Si abbracciavano tutti e due per il momento e per sempre, ma il cavaliere non aveva più la testa. Nient'altro che un'apertura sopra il collo, con del sangue dentro che borbottava con dei gluglù come la marmellata nella pentola. Il colonnello aveva il ventre aperto, faceva una brutta smorfia. Aveva dovuto fargli male quel colpo lì il momento che era arrivato. Tanto peggio per lui! Se fosse partito con le prime palle, quello non gli sarebbe capitato. Tutta quella carne sanguinava insieme moltissimo. Dei colpi di granata scoppiavano ancora a destra e a sinistra della scena. Ho lasciato quei posti senza insistere, tutto felice di avere un così bel pretesto per svignarmela. Canticchiavo perfino un briciolino, barcollando, come quando si è finita una buona seduta di canottaggio e si hanno le gambe un po' strane. «Una sola granata! Se ne sistemano in fretta di cose con una sola granata», mi dicevo io. «Ah! di' un po'! che mi ripetevo tutto il tempo. Ah! di' un po'...» Non c'era più nessuno in fondo alla strada. I tedeschi se n'erano andati. Però avevo imparato in fretta la mossa di non camminare d'ora in poi se non dietro il riparo degli alberi. Avevo fretta di arrivare al campo per sapere se c'erano degli altri del reggimento che erano stati uccisi in ricognizione. Ci devono anche essere dei bei trucchi, mi dicevo ancora, per farsi prendere prigioniero!... ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 10

Louis Ferdinand CelineViaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ Qua e là degli avanzi di acri fumate s'impigliavano nelle zolle. «Son forse tutti morti a quest'ora? mi domandavo io. Dal momento che non vogliono capire niente di niente, è questo che sarebbe vantaggioso e pratico, che fossero tutti ammazzati molto in fretta... Così la finiremmo subito... Si tornerebbe a casa... Si ripasserebbe forse da Place Clichy in trionfo... Solo quegli uno o due che sarebbero sopravvissuti... Nei miei disegni... Ragazzi simpatici e ben piantati, dietro il generale, tutti gli altri sarebbero morti come il colonn... Come Barousse... come Vanaille... (altra carogna)... ecc. Ci coprirebbero di decorazioni, di fiori, si passerebbe sotto l'Arco di Trionfo. Entreremmo nei ristoranti, serviti senza pagare, si pagherebbe più niente, mai più nella vita! Siamo gli eroi! direbbe uno al momento del conto... I difensori della patria! E quello basterebbe!... Si pagherebbe con delle bandierine francesi!... La cassiera li rifiuterebbe perfino i soldi degli eroi, e anzi te ne darebbe lei, con dei baci quando passi davanti alla cassa. Quello varrebbe la pena di vivere.» Mi accorsi scappando che sanguinavo dal braccio, ma solo un po', non una ferita che poteva bastare, una scorticatura. Bisognava ricominciare. Si rimise a piovere, i campi delle Fiandre sbavavano acqua sporca. Ancora per un bel po' non ho incontrato nessuno, solo il vento e poi poco dopo il sole. Di quando in quando, non sapevo da dove, una palla, così, attraverso il sole e l'aria mi cercava, tutta vispa, decisa ad accopparmi, in quella solitudine, a me. Perché? Mai più, fossi anche vissuto cent'anni ancora, sarei andato a passeggio per la campagna. Promesso. Andando per la mia strada, mi ricordavo la cerimonia della vigilia. In un prato aveva avuto luogo la cerimonia sul rovescio di una collina; il colonnello con il suo vocione aveva arringato il reggimento: «In alto i cuori! che aveva detto... Alto i cuori! e viva la Francia!» Quando non si ha immaginazione, morire è poca cosa, quando se ne ha, morire è troppo. Ecco il mio parere. Non avevo mai capito tante cose in un colpo solo. Il colonnello non aveva mai avuto immaginazione, lui. Tutte le disgrazie a quell'uomo gli erano venute di lì, le nostre soprattutto. Ero dunque il solo a sapermi immaginare la morte in quel reggimento? La preferivo tardiva, la mia di morte... Tra vent'anni... Trent'anni... Anche più in là, rispetto a quella che volevano darmi subito, mangiar fango delle Fiandre, a bocca piena, più della bocca, spaccata fino alle orecchie, da una scheggia. Uno ha pure il diritto di avere un'idea sulla propria morte. Ma allora dove andare? Diritto davanti a me? Terga al nemico? Se i gendarmi così, m'avessero ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 11

Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />

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Qua e là degli avanzi di acri fumate s'impigliavano nelle zolle. «Son forse tutti morti a quest'ora?<br />

mi domandavo io.<br />

D<strong>al</strong> momento che non vogliono capire niente di niente, è questo che sarebbe vantaggioso e<br />

pratico, che fossero tutti ammazzati molto in fretta...<br />

Così la finiremmo sub<strong>it</strong>o...<br />

Si tornerebbe a casa...<br />

Si ripasserebbe forse da Place Clichy in trionfo...<br />

Solo quegli uno o due che sarebbero sopravvissuti...<br />

Nei miei disegni...<br />

Ragazzi simpatici e ben piantati, dietro il gener<strong>al</strong>e, tutti gli <strong>al</strong>tri sarebbero morti come il colonn...<br />

Come Barousse... come Vanaille... (<strong>al</strong>tra carogna)... ecc.<br />

Ci coprirebbero di decorazioni, di fiori, si passerebbe sotto l'Arco di Trionfo.<br />

Entreremmo nei ristoranti, serv<strong>it</strong>i senza pagare, si pagherebbe più niente, mai più nella v<strong>it</strong>a!<br />

Siamo gli eroi! direbbe uno <strong>al</strong> momento del conto...<br />

I difensori <strong>della</strong> patria! E quello basterebbe!...<br />

Si pagherebbe con delle bandierine francesi!...<br />

La cassiera li rifiuterebbe perfino i soldi degli eroi, e anzi te ne darebbe lei, con dei baci quando<br />

passi davanti <strong>al</strong>la cassa.<br />

Quello varrebbe la pena di vivere.» Mi accorsi scappando che sanguinavo d<strong>al</strong> braccio, ma solo un<br />

po', non una fer<strong>it</strong>a che poteva bastare, una scorticatura.<br />

Bisognava ricominciare.<br />

Si rimise a piovere, i campi delle Fiandre sbavavano acqua sporca.<br />

Ancora per un bel po' non ho incontrato nessuno, solo il vento e poi poco dopo il sole.<br />

Di quando in quando, non sapevo da dove, una p<strong>al</strong>la, così, attraverso il sole e l'aria mi cercava,<br />

tutta vispa, decisa ad accopparmi, in quella sol<strong>it</strong>udine, a me.<br />

Perché? Mai più, fossi anche vissuto cent'anni ancora, sarei andato a passeggio per la campagna.<br />

Promesso.<br />

Andando per la mia strada, mi ricordavo la cerimonia <strong>della</strong> vigilia.<br />

In un prato aveva avuto luogo la cerimonia sul rovescio di una collina; il colonnello con il suo<br />

vocione aveva arringato il reggimento: «In <strong>al</strong>to i cuori! che aveva detto...<br />

Alto i cuori! e viva la Francia!» Quando non si ha immaginazione, morire è poca cosa, quando se<br />

ne ha, morire è troppo.<br />

Ecco il mio parere.<br />

Non avevo mai cap<strong>it</strong>o tante cose in un colpo solo.<br />

Il colonnello non aveva mai avuto immaginazione, lui.<br />

Tutte le disgrazie a quell'uomo gli erano venute di lì, le nostre soprattutto.<br />

Ero dunque il solo a sapermi immaginare la morte in quel reggimento? La preferivo tardiva, la<br />

mia di morte...<br />

Tra vent'anni...<br />

Trent'anni...<br />

Anche più in là, rispetto a quella che volevano darmi sub<strong>it</strong>o, mangiar fango delle Fiandre, a bocca<br />

piena, più <strong>della</strong> bocca, spaccata fino <strong>al</strong>le orecchie, da una scheggia.<br />

Uno ha pure il dir<strong>it</strong>to di avere un'idea sulla propria morte.<br />

Ma <strong>al</strong>lora dove andare? Dir<strong>it</strong>to davanti a me? Terga <strong>al</strong> nemico? Se i gendarmi così, m'avessero<br />

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