Viaggio al termine della notte - L. F. Celine - Beneinst.it
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Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ siesta, in fondo alla sua capanna, dove già riposava la concubina indigena tornata dal villaggio. Un paio di tettone splendide questa negra, educata per bene dalle Suore del Gabon. Non soltanto la giovane parlava francese con la pronuncia blesa, ma sapeva anche offrire il chinino con le conserve e beccare le pulci penetranti nel profondo della pianta dei piedi. Sapeva rendersi utile in cento modi al coloniale, senza stancarlo o stancandolo, a sua scelta. Alcide mi aspettava. Era un po' seccato. Fu questo invito di cui mi aveva onorato il tenente Grappa a deciderlo indubbiamente alle grandi confidenze. Ed erano pepate le confidenze. Senza che lo pregassi, mi fece di Grappa un ritratto espresso al vetriolo. Gli risposi che la pensavo in tutto proprio come lui. Il punto debole dell'Alcide, era che trafficava malgrado i regolamenti militari assolutamente contrari, con i negri della foresta d'intorno e anche con i dodici fucilieri della milizia. Approvvigionava quel piccolo mondo con tabacco di tratta, senza pietà. Quando i miliziani avevano ricevuto la loro parte di tabacco, non gli restava più un soldo da prendere, s'erano fumati tutto. Fumavano perfino sull'anticipo. Questo piccolo cabotaggio, vista la rarità di numerario nella regione, danneggiava la riscossione delle imposte, sosteneva Grappa. Il tenente Grappa non voleva, per prudenza, provocare durante la sua gestione uno scandalo a Topo, ma insomma forse geloso, gli faceva la faccia storta. Avrebbe voluto che tutte le minuscole disponibilità indigene restassero, si può anche capire, per le imposte. A ciascuno il suo genere e le sue piccole ambizioni. All'inizio la pratica del credito sulla paga gli era sembrata un po' sorprendente e anche dura ai fucilieri che lavoravano solo per fumare il tabacco di Alcide, ma ci si erano abituati a colpi di calci in culo. Adesso, non cercavano nemmeno più d'andarsela a prendere la paga, se la fumavano prima, tranquillamente, ai bordi della capanna di Alcide, tra i fiorellini vivaci, tra due esercitazioni immaginarie. A Topo insomma, per quanto minuscolo fosse il luogo, c'era posto lo stesso per due sistemi di civiltà, quella del tenente Grappa, piuttosto alla romana, che frustava i sottoposti per cavarci semplicemente un tributo, di cui tratteneva, secondo quanto affermava l'Alcide, una parte vergognosa e personale, e poi il sistema di Alcide propriamente detto, più complicato, nel quale già si scorgevano i segni del secondo stadio di civiltà, la nascita d'un cliente in ogni fuciliere, quella combinazione commercial-militare insomma, molto più moderna, più ipocrita, che è la nostra. Per quel che riguarda la geografia il tenente Grappa riusciva a stimare solo con l'aiuto di qualche carta molto approssimativa che conservava in postazione i vasti territori affidati alla sua custodia. Non aveva per niente voglia di saperne di più sul conto di quei territori. Gli alberi, la foresta, dopo tutto, si sa quel che sono, si vedono benissimo da lontano. Dissimulata tra le fronde e le pieghe di quell'immensa tisana, qualche tribù anche troppo sparpagliata marciva qua e là tra pulci e mosche, abbrutita dai Totem ingozzando invariabilmente ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 104
Louis Ferdinand Celine “Viaggio al termine della notte.” ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ manioca andata a male... Orde perfettamente ingenue e candidamente cannibali, stremate dalla miseria, devastate da mille pestilenze. Nessun motivo per avvicinarle. Niente che giustificasse una spedizione amministrativa dolorosa e senza echi. Quando aveva finito di amministrare la legge, Grappa si volgeva piuttosto verso il mare, e contemplava quell'orizzonte da cui un certo giorno era apparso lui, e attraverso il quale un certo giorno se ne sarebbe andato, se tutto girava bene... Per quanto familiari e persino simpatici mi fossero diventati quei posti, dovetti comunque pensare a lasciare alfine Topo per il postaccio che m'avevano promesso in capo a qualche giorno di navigazione fluviale e di peregrinazioni nelle foreste. Con Alcide, eravamo arrivati a capirci benissimo Cercavamo insieme di pescare i pescesega, quelle specie di squali che pullulavano davanti alla capanna. Lui a quel gioco era maldestro come me. Non beccavamo mai niente. La sua capanna era arredata solo dal letto smontabile, il mio, e qualche cassa piena o vuota. Mi pareva che dovesse metter via abbastanza soldi col suo piccolo commercio. « Dov'è che la metti?... gli chiedevo a più riprese. Dov'è che te la nascondi la tua sporca grana? » Era per farlo arrabbiare. « Ti farai una gran baldoria della madonna quando torni? » Lo stuzzicavo. E almeno venti volte mentre attaccavamo l'immancabile conserva di pomodori, immaginavo per la sua gioia le peripezie di un giro fenomenale quando tornava a Bordeaux, di flamba in flamba. Non rispondeva niente. Ridacchiava soltanto, come se si divertisse a sentirmi dire quelle cose lì. A parte le esercitazioni e le sessioni giudiziarie, non capitava davvero niente a Topo, allora per forza tornavo il più spesso possibile sullo stesso scherzo, in mancanza d'altri soggetti. Negli ultimi tempi, una volta mi venne la voglia di scrivere al signor Puta, per batter cassa. Alcide si sarebbe incaricato di impostare la lettera col prossimo Papaoutah. La roba da scrivere Alcide la teneva in una piccola scatola di biscotti proprio come quella che avevo visto a Branledore, proprio la stessa. Tutti i sergenti raffermati avevano dunque le stesse abitudini. Ma quando mi vide aprire la sua scatola Alcide, ebbe un gesto che mi sorprese per impedirmelo. Ero imbarazzato. Non sapevo perché me lo proibiva, la rimisi sul tavolo. « Ah! aprila va'! ha detto infine lui. Va' che non fa niente! » Sùbito sul rovescio del coperchio era incollata la foto di una ragazzina. Solo la testa, un volto proprio dolce davvero con lunghi boccoli, come si portavano a quel tempo. Presi carta e penna e rinchiusi in fretta la scatola. Ero molto imbarazzato dalla mia indiscrezione, ma mi chiedevo tuttavia perché la cosa l'aveva tanto sconvolto. Immaginai sùbito che si doveva trattare di una creatura sua, di cui aveva evitato di parlarmi fin lì. Non chiedevo altro, ma lo sentivo alle mie spalle che cercava di raccontarmi qualcosa su quella foto, con una strana voce che non gli conoscevo ancora. Farfugliava. Non sapevo più dove mettermi, io. ________________________________________________________________________________________________________________________ Beneinst.it 105
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Louis Ferdinand <strong>Celine</strong> “<strong>Viaggio</strong> <strong>al</strong> <strong>termine</strong> <strong>della</strong> <strong>notte</strong>.”<br />
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manioca andata a m<strong>al</strong>e...<br />
Orde perfettamente ingenue e candidamente cannib<strong>al</strong>i, stremate d<strong>al</strong>la miseria, devastate da mille<br />
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Niente che giustificasse una spedizione amministrativa dolorosa e senza echi.<br />
Quando aveva fin<strong>it</strong>o di amministrare la legge, Grappa si volgeva piuttosto verso il mare, e<br />
contemplava quell'orizzonte da cui un certo giorno era apparso lui, e attraverso il qu<strong>al</strong>e un certo<br />
giorno se ne sarebbe andato, se tutto girava bene...<br />
Per quanto familiari e persino simpatici mi fossero diventati quei posti, dovetti comunque pensare<br />
a lasciare <strong>al</strong>fine Topo per il postaccio che m'avevano promesso in capo a qu<strong>al</strong>che giorno di<br />
navigazione fluvi<strong>al</strong>e e di peregrinazioni nelle foreste.<br />
Con Alcide, eravamo arrivati a capirci benissimo Cercavamo insieme di pescare i pescesega, quelle<br />
specie di squ<strong>al</strong>i che pullulavano davanti <strong>al</strong>la capanna.<br />
Lui a quel gioco era m<strong>al</strong>destro come me.<br />
Non beccavamo mai niente.<br />
La sua capanna era arredata solo d<strong>al</strong> letto smontabile, il mio, e qu<strong>al</strong>che cassa piena o vuota.<br />
Mi pareva che dovesse metter via abbastanza soldi col suo piccolo commercio.<br />
« Dov'è che la metti?... gli chiedevo a più riprese.<br />
Dov'è che te la nascondi la tua sporca grana? » Era per farlo arrabbiare. « Ti farai una gran<br />
b<strong>al</strong>doria <strong>della</strong> madonna quando torni? » Lo stuzzicavo.<br />
E <strong>al</strong>meno venti volte mentre attaccavamo l'immancabile conserva di pomodori, immaginavo per la<br />
sua gioia le peripezie di un giro fenomen<strong>al</strong>e quando tornava a Bordeaux, di flamba in flamba.<br />
Non rispondeva niente.<br />
Ridacchiava soltanto, come se si divertisse a sentirmi dire quelle cose lì.<br />
A parte le eserc<strong>it</strong>azioni e le sessioni giudiziarie, non cap<strong>it</strong>ava davvero niente a Topo, <strong>al</strong>lora per<br />
forza tornavo il più spesso possibile sullo stesso scherzo, in mancanza d'<strong>al</strong>tri soggetti.<br />
Negli ultimi tempi, una volta mi venne la voglia di scrivere <strong>al</strong> signor Puta, per batter cassa.<br />
Alcide si sarebbe incaricato di impostare la lettera col prossimo Papaoutah.<br />
La roba da scrivere Alcide la teneva in una piccola scatola di biscotti proprio come quella che<br />
avevo visto a Branledore, proprio la stessa.<br />
Tutti i sergenti raffermati avevano dunque le stesse ab<strong>it</strong>udini.<br />
Ma quando mi vide aprire la sua scatola Alcide, ebbe un gesto che mi sorprese per impedirmelo.<br />
Ero imbarazzato.<br />
Non sapevo perché me lo proibiva, la rimisi sul tavolo. « Ah! aprila va'! ha detto infine lui.<br />
Va' che non fa niente! » Sùb<strong>it</strong>o sul rovescio del coperchio era incollata la foto di una ragazzina.<br />
Solo la testa, un volto proprio dolce davvero con lunghi boccoli, come si portavano a quel tempo.<br />
Presi carta e penna e rinchiusi in fretta la scatola.<br />
Ero molto imbarazzato d<strong>al</strong>la mia indiscrezione, ma mi chiedevo tuttavia perché la cosa l'aveva<br />
tanto sconvolto.<br />
Immaginai sùb<strong>it</strong>o che si doveva trattare di una creatura sua, di cui aveva ev<strong>it</strong>ato di parlarmi fin lì.<br />
Non chiedevo <strong>al</strong>tro, ma lo sentivo <strong>al</strong>le mie sp<strong>al</strong>le che cercava di raccontarmi qu<strong>al</strong>cosa su quella<br />
foto, con una strana voce che non gli conoscevo ancora.<br />
Farfugliava.<br />
Non sapevo più dove mettermi, io.<br />
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