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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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Egli non rispose. Margaret tornò a sedersi e finse di leggere. Poco dopo, Oliver<br />

Haddo cominciò a parlare. La sua voce sembrava giungerle da molto lontano.<br />

«Mi giudicate un ciarlatano perché aspiro a cose che vi sono sconosciute. Non<br />

tentereste neppure di comprendere. Non arrivereste mai a riconoscere che io lotto con<br />

tutta la mia anima per raggiungere un grande scopo.»<br />

Lei non rispose, e per qualche istante vi fu silenzio. Ora la voce di Haddo era<br />

diversa e curiosamente carica di seduzione.<br />

«Mi guardate con disgusto e disprezzo. Eravate quasi disposta a lasciarmi morire<br />

per strada, piuttosto che allungarmi una mano soccorritrice. E se in quel momento<br />

non vi foste dimostrata misericordiosa, quasi contro la vostra stessa volontà, io sarei<br />

morto.»<br />

«<strong>Il</strong> modo in cui vi guardo non può avere per voi molta importanza» sussurrò lei.<br />

Margaret non capiva perché il tono della voce di Haddo, così morbido e basso, le<br />

serrasse il cuore in una morsa, facendole scorrere il sangue sempre più velocemente.<br />

«E invece è molto importante. Mi addolora terribilmente pensare al vostro<br />

disprezzo. Sento la vostra bontà e la vostra purezza, e fatico io stesso a sopportare la<br />

mia indegnità. Voi distogliete lo sguardo da me come se io fossi immondo.»<br />

Margaret girò leggermente la propria sedia e lo osservò. Rimase meravigliata di<br />

fronte al mutamento del suo aspetto. La sua oscena obesità non sembrava più<br />

repellente, poiché i suoi occhi avevano una nuova espressione; ora si erano fatti<br />

incredibilmente teneri e umidi di lacrime. La sua bocca era torturata da un dolore<br />

appassionato. Margaret non aveva mai visto tanta infelicità sul viso di un uomo e si<br />

sentì invadere da una prepotente ondata di rimorso.<br />

«Non voglio essere scortese con voi» disse.<br />

«Me ne vado. È il modo migliore per ripagarvi di quello che avete fatto.»<br />

Le parole suonarono così amare, così umiliate, che Margaret si sentì imporporare<br />

le guance.<br />

«Vi chiedo di restare. Ma parliamo di altre cose.»<br />

Per un istante egli rimase in silenzio. Sembrava non vedere nemmeno più<br />

Margaret, mentre lei lo fissava pensierosa. Poi gli occhi di Haddo si posarono su una<br />

riproduzione della Gioconda appesa a una parete. Di colpo riprese a parlare,<br />

recitando le mielate parole con cui Walter Pater aveva espresso la sua ammirazione<br />

per quel dipinto perfetto.<br />

«Suo è il capo su cui sono scese tutte le fini del mondo, e le palpebre sono un po’<br />

stanche. È una bellezza estratta dall’interno e posta sulla carne, il deposito, cellula<br />

accanto a cellula, di strani pensieri, fantastici sogni ad occhi aperti e vivide passioni.<br />

Ponetela per un istante accanto a una di quelle bianche divinità greche o a qualche<br />

bella donna dell’antichità: tutte rimarrebbero oscurate da questa bellezza in cui è<br />

passata l’anima con ogni sua malattia. Tutti i pensieri e .l’esperienza del mondo<br />

hanno inciso e modellato in lei, con il loro potere di affinamento e di espressione<br />

della forma esteriore, la sensualità della Grecia, la lussuria di Roma, il misticismo del<br />

Medioevo con la sua ambizione spirituale e gli amori fantasiosi, il ritorno del mondo<br />

pagano, i peccati dei Borgia.»<br />

La sua voce, toccante e melodiosa, si fondeva con la soave musicalità delle parole,<br />

a tal punto che Margaret sentiva di non aver mai realmente compreso prima il loro

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