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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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Questa è la fine della storia lasciata dal persiano.<br />

Nonostante l’orrore spaventoso di una situazione che sembrava abbandonarli alla<br />

morte, monsieur de Chagny e il suo compagno furono salvati dalla sublime dedizione<br />

di Christine Daae. Ho appreso il resto della storia dalle stesse labbra di Daroga.<br />

Quando andai a trovarlo abitava ancora nel suo minuscolo appartamento in rue de<br />

Rivoli, di fronte alle Tuileries. Era molto malato e ci volle tutta la mia persuasione di<br />

storico votato alla verità per convincerlo a rivivere un’altra volta per me<br />

quell’incredibile tragedia. <strong>Il</strong> suo povero viso appariva consunto, ma la mente era<br />

ancora del tutto limpida e mi raccontò la sua storia con la massima lucidità.<br />

Secondo il racconto, quando Daroga riapri gli occhi si trovò steso su un letto.<br />

Monsieur de Chagny dormiva su un divano accanto al guardaroba. Un angelo e un<br />

diavolo stavano vegliando su di loro.<br />

Dopo gli inganni fantastici e le illusioni della camera della tortura, la normalità di<br />

quella stanzetta tranquilla sembrava creata allo scopo preciso di sbalordire ancora una<br />

volta le menti mortali che erano state tanto sventate da avventurarsi in quella casa da<br />

incubo. E il personaggio mascherato sembrava ancor più spaventoso nel suo costume<br />

di tempi passati. Si chinò sul persiano e gli disse all’orecchio:<br />

«Stai meglio, Daroga?»<br />

Christine Daae non disse una parola; si muoveva silenziosa per la stanza, come una<br />

suora di carità che avesse fatto voto di non parlare. Portò una tazza di cordiale, o di tè<br />

caldo – non lo ricordava esattamente – e l’uomo mascherato la prese dalle mani di lei<br />

e la diede al persiano. Monsieur de Chagny continuava a dormire.<br />

Erik versò una goccia di rum nella tazza di Deroga e, indicando il visconte, disse:<br />

«Si è ripreso molto prima che sapessimo se tu eri ancora vivo. Sta bene e ora dorme».<br />

Erik lasciò la stanza per un attimo e il persiano si rizzò sui gomiti, si guardò<br />

attorno, e vide Christine seduta accanto al fuoco. La chiamò, ma era ancora molto<br />

debole e ricadde sul cuscino. Lei gli si avvicinò, gli posò la mano sulla fronte e se ne<br />

andò di nuovo. E il persiano ricordò che, mentre si allontanava, non lanciò neppure<br />

uno sguardo a monsieur de Chagny che dormiva pacificamente, e si sedette di nuovo<br />

sulla sua sedia accanto al camino.<br />

Erik ritornò con alcune minuscole bottiglie che posò sul camino. E, di nuovo<br />

bisbigliando per non svegliare monsieur de Chagny, disse al persiano, dopo avergli<br />

tastato il polso: «Ora siete entrambi salvi. Presto vi riporterò sulla superficie della<br />

terra, per compiacere mia moglie».<br />

Poi si alzò, senza altre spiegazioni, e scomparve di nuovo.<br />

<strong>Il</strong> persiano guardò il profilo tranquillo di Christine sotto la lampada. Stava<br />

leggendo un libretto dai bordi dorati. La chiamò di. nuovo, molto gentilmente, ma<br />

Christine era rapita dal libro e non lo udì neppure.<br />

Erik ritornò mescolando una pozione per Daroga, e lo avvertì di non parlare<br />

un’altra volta con “sua moglie” né con alcun altro, perché poteva essere molto<br />

pericoloso per tutti.<br />

<strong>Al</strong>la fine il persiano cadde addormentato come monsieur de Chagny e non si<br />

risvegliò finché non fu nella sua camera, assistito dal suo fedele servitore il quale gli<br />

disse che la notte precedente era stato trovato appoggiato contro la porta di casa, dove

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