AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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circondavano. Poi vidi delle forme circolari. Eravamo nella cantina di Erik. Era là che<br />
doveva conservare il suo vino e forse anche l’acqua. Ci gettammo in ginocchio e<br />
cominciammo a scalfire un sigillo con un minuscolo coltello che avevo con me.<br />
Monsieur de Chagny pose entrambe le mani aperte sotto di esso, mentre io, con un<br />
ultimo sforzo, infrangevo il sigillo.<br />
«Che cos’è questo?» gridò il visconte. «Questa non è acqua!»<br />
<strong>Il</strong> giovane accostò le mani piene alla lanterna. Mi chinai a guardare e, nello stesso<br />
momento, gettai via la mia lanterna con tale violenza che si ruppe, spegnendosi e<br />
lasciandoci nella più completa oscurità.<br />
Ciò che avevo visto nelle sue mani era polvere da sparo! Quella scoperta ci gettò in<br />
uno stato di terrore e ci fece dimenticare tutte le nostre sofferenze passate e presenti.<br />
Ora sapevamo cosa intendeva il mostro quando aveva detto a Christine Daae: «Se la<br />
tua risposta è no, tutti saranno morti e sepolti!».<br />
Proprio così, sepolti sotto le rovine del Teatro dell’Opera di Parigi!<br />
<strong>Il</strong> mostro le aveva dato tempo fino alle undici della sera. Aveva calcolato bene. Ci<br />
sarebbero state moltissime persone in teatro e saremmo tutti saltati in aria nel bel<br />
mezzo di una rappresentazione, se Christine Daae avesse detto no!<br />
E che altro poteva pronunciare se non un no? Non sapeva che la sua decisione<br />
avrebbe segnato il destino di centinaia di persone.<br />
Ci trascinammo nell’oscurità, avanzando a tentoni verso i gradini di pietra. <strong>Al</strong>la<br />
fine trovai la scala, ma mi fermai subito sul primo gradino, perché mi era venuto alla<br />
mente un pensiero terribile... che ora era?<br />
Le undici della sera seguente potevano essere proprio in quel momento! Chi poteva<br />
dirci che ora era? Ci era sembrato di essere rimasti imprigionati in quell’inferno per<br />
giorni e giorni... fin dall’inizio del mondo. Forse saremmo saltati in aria entro breve!<br />
Ah, un rumore! Uno scricchiolio!<br />
«Avete sentito? Là, nell’angolo... santo cielo! Un rumore simile a quello di un<br />
congegno. Di nuovo! Oh, è per la scintilla! Forse è il congegno che farà esplodere<br />
ogni cosa!»<br />
Monsieur de Chagny e io cominciammo a urlare come pazzi. <strong>Il</strong> terrore ci<br />
sconvolse. Ci precipitammo di nuovo sulla scala, inciampando mentre correvamo.<br />
Trovammo la botola ancora aperta, ma ora nella stanza degli specchi c’era buio come<br />
nella cantina che avevamo appena lasciato. Strisciammo lungo il pavimento della<br />
camera della tortura, il pavimento che ci separava dalla stanza della polvere da sparo.<br />
Che ora era? Ce lo chiedevamo tentando di calcolare quanto tempo avessimo passato<br />
in quella camera, ma eravamo incapaci di ragionare. Se solo avessimo potuto<br />
guardare un orologio! <strong>Il</strong> mio era fermo, ma quello di monsieur de Chagny funzionava<br />
ancora. Mi disse di averlo caricato prima di vestirsi per andare all’Opera. Non<br />
avevamo fiammiferi con noi, e così ruppe il vetro e toccò le due lancette. Giudicando<br />
lo spazio che le separava, calcolò che fossero proprio le undici.<br />
<strong>Al</strong>l’improvviso mi sembrò di udire dei passi nella stanza accanto. Qualcuno bussò<br />
contro la parete e la voce di Christine gridò: «Raoul! Raoul!».<br />
Cominciammo subito a parlare insieme, da entrambi i lati della parete. Christine<br />
singhiozzava dicendoci che il mostro era stato terribile e non aveva fatto altro che<br />
delirare in attesa che dicesse quel “sì” che continuava a rifiutargli. Lei gli aveva