28.05.2013 Views

AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Un’altra risata disgustosa. «Be’, non ci vorrà molto per scoprirlo Christine, amore<br />

mio; non c’è bisogno di aprire la porta per vedere che cosa accade nella camera della<br />

tortura. Ti piacerebbe vedere? Se c’è qualcuno vedrai la finestra invisibile accendersi<br />

in cima alla parete, vicino al soffitto. Basterà scostare la tenda nera e spegnere la luce<br />

qua dentro. Ecco fatto. Spegniamo la luce! Non devi aver paura del buio quando sei<br />

con tuo marito!»<br />

Poi udimmo un grido angoscioso di Christine.<br />

«No! Ho paura! Ho paura del buio ti dico! Non mi importa più di quella stanza!»<br />

E quello che io temevo più di ogni cosa cominciò. La stanza fu invasa<br />

all’improvviso dalla luce. <strong>Il</strong> visconte di Chagny fu preso tanto alla sprovvista che<br />

barcollò là dove si trovava. E la voce infuriata ruggì.<br />

«Te l’avevo detto che c’era qualcuno! La vedi la finestra, ora? La finestra<br />

illuminata lassù? L’uomo al di là della parete non può vederla! Ma tu salirai sulla<br />

scala pieghevole. Ecco a che cosa serve! Mi hai chiesto spesso di dirtelo e ora lo sai!<br />

Serve a guardare la camera della tortura! Vai e guarda dalla finestrella, mia cara!»<br />

Non so se il visconte udì la voce soffocata della ragazza, perché era troppo<br />

assorbito dallo spettacolo sbalorditivo che aveva davanti agli occhi. Quanto a me,<br />

avevo osservato quella vista fin troppo spesso, dalla finestrella di Mazenderan.<br />

Udimmo gli scalini spinti contro la parete.<br />

«Sali con me? No? <strong>Al</strong>lora andrò da solo, mia cara!»<br />

«No, lascia che vada io!»<br />

In quel momento udimmo distintamente queste parole sopra la nostra testa:<br />

«Non c’è nessuno, mio caro!»<br />

«Nessuno? Sei sicura che non ci sia nessuno?»<br />

«Certo, naturalmente... Non c’è nessuno!»<br />

«Bene, d’accordo! Che succede, Christine? Non starai per svenire, vero,<br />

considerando che non c’è nessuno? Ecco, scendi. Così! Riprenditi. Che cosa ti è<br />

sembrato della veduta dalla finestrella?»<br />

«Oh, molto bella!»<br />

«Ecco, così! Stai meglio ora, vero? Che strana casa, vero?»<br />

«È molto bella! L’hai fatta tu? Sei un grande artista, Erik.»<br />

«Già, un grande artista... a modo mio.»<br />

«Ma dimmi, Erik, perché hai chiamato quella stanza la camera della tortura?»<br />

«Oh, è molto semplice. Per prima cosa, che cosa hai visto?»<br />

«Ho visto una foresta.»<br />

«E cosa c’era nella foresta?»<br />

«<strong>Al</strong>beri.»<br />

«E hai visto dei rami! E cosa c’è sui rami.» chiese quella voce spaventosa. «C’è<br />

una forca! Ecco perché chiamo la mia foresta la camera della tortura!»<br />

Christine era sconvolta. «Spegni la luce nella finestrella!» l’implorò. «Erik, spegni<br />

quella luce!<br />

Perché aveva capito che quella luce, apparsa così all’improvviso e di cui il mostro<br />

aveva parlato con voce tanto minacciosa, doveva significare qualcosa di terribile. Una<br />

sola cosa la tranquillizzò per un attimo, e cioè il vedere noi due dietro la parete in<br />

mezzo a quella luce abbagliante, ancora sani e salvi.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!