AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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«Ma cosa ti spinge a tornare, Christine?» chiese lui con frenesia.<br />
«Se non tornerò con lui potrebbero accadere disgrazie terribili! Ma non posso<br />
farlo, so che si dovrebbe provare dispiacere per la gente che vive sottoterra, ma è<br />
troppo orrendo! Mi resta solo un giorno; se non vado mi trascinerà giù con lui e cadrà<br />
in ginocchio davanti a me. Mi dirà che mi ama! E piangerà! Oh, quelle lacrime,<br />
Raoul, non riuscirò a sopportare un’altra volta la vista di quelle lacrime che<br />
scorrono!»<br />
Si contorse le mani con angoscia, mentre Raoul la stringeva contro il suo cuore.<br />
«No, no, non lo sentirai mai più dire che ti ama, né vedrai quelle lacrime!<br />
Dobbiamo andarcene subito, Christine!»<br />
E tentò di trascinarla via di là. Ma lei lo fermò.<br />
«No, no» disse scuotendo la testa tristemente. «Non ora! Sarebbe troppo crudele.<br />
Lasciamo che mi ascolti cantare domani sera, poi ce ne andremo via. Verrai a<br />
prendermi nel mio camerino a mezzanotte in punto. Lui sarà ad aspettarmi al lago.<br />
Dovrai portarmi via, Raoul, anche se mi rifiutassi di venire, perché sento che se torno<br />
indietro questa volta, forse non farò mai più ritorno...<br />
Ed emise un sospiro che sembrò seguito da un altro identico dietro le sue spalle.<br />
«Hai sentito?»<br />
«No», rispose Raoul «non ho sentito nulla...»<br />
«È troppo terribile» disse lei «essere sempre scossi a questo modo! Eppure qui non<br />
corriamo alcun pericolo. Siamo a casa nostra, in cielo, all’aria aperta, alla luce. <strong>Il</strong> sole<br />
splende e gli uccelli della notte non sopportano la vista del sole. Non l’ho mai visto<br />
alla luce del giorno. Deve essere spaventoso! Oh, la prima volta che lo vidi pensai<br />
che sarei morta.<br />
«Udii la sua voce per tre mesi senza vederlo. La prima volta pensai come te che<br />
quella voce angelica stesse cantando in un’altra stanza. Uscii e guardai dappertutto,<br />
ma non riuscii a trovare nessuno sebbene nella stanza continuasse a sentirsi la voce. E<br />
non solo cantava, ma rispondeva anche alle mie domande come la voce di un uomo<br />
vero. Non avevo dimenticato l’Angelo della Musica che il mio povero padre aveva<br />
promesso di inviarmi appena fosse morto. In realtà penso che sia anche un po’ colpa<br />
di mamma. Gliene parlai e lei disse subito: “Deve essere l’Angelo... ma ad ogni modo<br />
non farai nulla di male a chiederglielo”. E così feci, e quella voce d’uomo mi rispose<br />
che sì, era la voce dell’Angelo, la voce che io aspettavo e che mio padre aveva<br />
promesso di mandarmi.<br />
«Da quella volta in poi, io e la voce diventammo grandi amici. Mi chiese di<br />
potermi dare lezioni ogni giorno. Tu non hai idea, sebbene abbia udito quella voce, di<br />
che cosa fossero quelle lezioni.<br />
«Eravamo accompagnati da una musica che non avevo mai udito prima. Veniva da<br />
dietro la parete ed era meravigliosamente perfetta. La voce sembrava accordarsi con<br />
la mia nel modo più completo.<br />
«Un giorno mi disse: “Aspetta e vedrai; conquisteremo Parigi!” e io aspettai,<br />
vivendo in una sorta di sogno estatico. Fu allora che ti vidi per la prima volta, una<br />
sera, tra il pubblico. Ero così felice di vederti di nuovo che non pensai di nascondere<br />
la mia gioia quando tornai nel mio camerino. Sfortunatamente la voce era arrivata<br />
prima di me e si accorse che era successo qualcosa. Mi chiese che cosa avessi e io