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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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molto dolce e attraente, che si avvicinava sempre più. Penetrò attraverso la parete e fu<br />

all’interno della stanza, di fronte a Christine. La ragazza si alzò e parlò alla voce,<br />

come se si rivolgesse a qualcuno al suo fianco.<br />

«Eccomi, Erik» disse. «Sono pronta, ma tu sei in ritardo.»<br />

Raoul, che stava sbirciando da dietro la tenda, non credette ai propri occhi, perché<br />

non vide nulla. <strong>Il</strong> viso di Christine si illuminò. Un sorriso di felicità apparve sulle sue<br />

labbra esangui, un sorriso simile a quello degli ammalati che ricevono le prime<br />

speranze di guarigione.<br />

La voce stava cantando la Canzone della Notte di Nozze, da Giulietta e Romeo.<br />

Raoul vide la ragazza allungare le braccia verso la voce, come aveva fatto nel sagrato<br />

della chiesa di Perros verso il violino invisibile che suonava la Resurrezione di<br />

Lazzaro. E nulla potrebbe descrivere la, passione con la quale la voce cantava “<strong>Il</strong><br />

destino mi lega a te per sempre e un giorno ancora!”.<br />

<strong>Il</strong> cuore di Raoul si spezzò. Riuscì in qualche modo a scostare la tenda che lo<br />

nascondeva e si avvicinò a Christine. La ragazza si stava muovendo verso il fondo<br />

della stanza, la cui intera parete era occupata da uno specchio enorme che rifletteva<br />

l’immagine di lei, ma non quella di lui, che si trovava dietro le sue spalle interamente<br />

nascosto dalla sua figura.<br />

Christine si mosse verso la sua immagine nello specchio e l’immagine si mosse<br />

verso di lei. Le due Christine – quella reale e quella riflessa – si toccarono e Raoul<br />

allungò le braccia per afferrarle in una stretta. Ma all’improvviso, in un bagliore di<br />

luce che lo fece barcollare, Raoul fu scagliato all’indietro; una raffica gelida gli passò<br />

sul volto ed egli vide non più due, ma quattro, otto, venti, Christine ruotargli attorno,<br />

ridere di lui e sfuggirgli tanto velocemente che non poteva toccarne nessuna. <strong>Al</strong>la<br />

fine tutto tornò immobile e Raoul vide se stesso nello specchio. Ma Christine era<br />

scomparsa.<br />

<strong>Il</strong> giorno dopo che Christine gli era svanita da sotto gli occhi, Raoul andò a far<br />

visita a madame Valerius. Trovò un quadretto delizioso. Christine seduta di fianco al<br />

letto della vecchia signora, e quest’ultima appoggiata su dei cuscini, intenta a<br />

lavorare a maglia. <strong>Il</strong> colorito bianco e roseo era tornato sulle guance della fanciulla.<br />

Gli anelli scuri attorno ai suoi occhi erano scomparsi. Se un velo di malinconia non<br />

fosse rimasto su quei lineamenti adorabili, ultima traccia del misterioso dramma tra le<br />

cui spire si dibatteva, Raoul avrebbe potuto credere che Christine non fosse affatto la<br />

donna che amava.<br />

Lei si alzò, senza mostrare la minima emozione, e gli porse la mano. Ma lo stupore<br />

del giovane era stato tanto grande che rimase là in piedi, confuso e senza dire una<br />

parola.<br />

«Ebbene, monsieur de Chagny», esclamò madame Valerius «non conoscete la<br />

nostra Christine? La sua buona fata l’ha rimandata da noi!»<br />

«Mamma!» la interruppe prontamente Christine. «Sapete che non esistono cose<br />

come l’Angelo della Musica! Ho promesso di spiegarvi ogni cosa uno di questi giorni<br />

e spero di poterlo fare, ma voi mi avete detto che fino a quel momento non mi avreste<br />

mai più rivolto domande!»

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