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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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sé lungo lo scalone di marmo e non rispose a nessuno, svincolandosi dalle confidenze<br />

audaci di alcune coppie che erano già diventate troppo allegre. Attraversando la<br />

grande sala e sfuggendo a un vortice di ballerini nel quale era stato involontariamente<br />

coinvolto, riuscì finalmente a entrare nella stanza menzionata dalla lettera di<br />

Christine. La trovò stipata, poiché quello spazio esiguo era il punto in cui<br />

convergevano tutti coloro che andavano a mangiare nella Rotonda e quelli che ne<br />

ritornavano, e dove la baldoria infuriava più sfrenata.<br />

Raoul si appoggiò contro una porta e rimase ad aspettare. Non dovette attendere<br />

molto. Un domino nero gli passò accanto e gli fece un cenno con la mano. Lui<br />

comprese che si trattava di lei e la seguì.<br />

«Siete voi, Christine?» chiese tra i denti.<br />

<strong>Il</strong> domino nero si girò prontamente portandosi un dito alle labbra, senza dubbio per<br />

avvertirlo di non menzionare più il suo nome. Raoul continuò a seguirla in silenzio.<br />

Di tanto in tanto il domino nero si voltava per controllare se lui era ancora alle sue<br />

spalle.<br />

Mentre Raoul passava di nuovo nella grande sala – questa volta nella scia della sua<br />

guida – non poté fare a meno di notare un gruppo stretto attorno una persona il cui<br />

travestimento, l’aria eccentrica e l’aspetto cadaverico stavano facendo sensazione. Si<br />

trattava di un uomo vestito completamente di scarlatto, con un cappello enorme e<br />

alcune piume in cima a un teschio spaventoso. Dalle sue spalle pendeva un immenso<br />

mantello di velluto rosso che si trascinava sul pavimento come lo strascico di un re, e<br />

su quel mantello erano ricamate a lettere d’oro alcune parole che tutti leggevano e<br />

ripetevano ad alta voce:<br />

«Non toccatemi! Sono la Morte Rossa!»<br />

Ad un tratto un uomo estremamente coraggioso tentò di toccarlo... ma una mano di<br />

scheletro scattò dalla manica scarlatta e afferrò il polso dello sventato che, sentendo<br />

la stretta scheletrica della Morte emise un grido di paura e dolore. Quando finalmente<br />

la Morte Rossa lo lasciò andare, corse via come un pazzo, inseguito dallo scherno dei<br />

presenti. Fu in quel momento che Raoul passò di fronte a quella maschera sinistra che<br />

si era appena girata nella sua direzione. E per un pelo non esclamò: “<strong>Il</strong> teschio di<br />

Perros-Guirec!”.<br />

L’aveva riconosciuto! Avrebbe voluto correre verso di lui dimenticando Christine,<br />

ma il domino nero, che appariva anch’esso in preda a una strana eccitazione, lo prese<br />

per il braccio e lo trascinò fuori dalla stanza lontano dalla folle calca in mezzo alla<br />

quale la Morte Rossa si aggirava.<br />

<strong>Il</strong> domino nero continuava a guardarsi indietro e in due occasioni dovette vedere<br />

qualcosa che lo spaventò, perché allungò il passo costringendo Raoul ad accelerare<br />

come se fossero seguiti.<br />

Salirono due piani. Lassù le scale e i corridoi erano quasi deserti. <strong>Il</strong> domino nero<br />

aprì la porta di un palco privato e ordinò a Raoul di seguirlo. Poi Christine, che ormai<br />

lui aveva riconosciuto dalla voce, richiuse la porta dietro di loro e lo avvisò di restare<br />

sul fondo del palco e di non farsi vedere. Raoul si tolse la maschera. Christine<br />

continuò a tenere la sua. E quando il giovane le chiese di sfilarsela, fu sorpreso di<br />

vederla posare l’orecchio sul divisorio e ascoltare ansiosamente un rumore che veniva

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