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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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donna dei suoi sogni era stata vista la sera prima al Bois con un uomo. Sulle prime il<br />

visconte non volle credergli, ma l’altro gli riferì tali precisi particolari, che cessò di<br />

protestare. L’avevano vista, sembrava, in una carrozza con il finestrino abbassato.<br />

C’era la luna piena ed era stata riconosciuta senz’ombra di dubbio. Quanto al suo<br />

compagno, si era vista solo la sagoma scura nascosta nel buio. La carrozza procedeva<br />

a passo d’uomo lungo un viale solitario accanto alla tribuna coperta a Longchamp.<br />

Raoul si vestì con fretta frenetica, pronto a dimenticare le sue pene lanciandosi,<br />

come si suol dire, “nel vortice del piacere”. Ahimè, non fu che un ospite poco<br />

appariscente e, abbandonato presto il fratello, si ritrovò alle dieci di sera in una<br />

carrozza dietro il campo di corse di Longchamp.<br />

C’era un gelo terribile. La strada era deserta e illuminata dal chiarore della luna.<br />

Raoul disse al conducente di aspettarlo all’angolo di una via e, nascondendosi come<br />

poteva, rimase a battere i piedi contro il freddo. Era là da circa mezz’ora quando una<br />

carrozza svoltò nella strada e si mosse a passo d’uomo nella sua direzione.<br />

Mentre si avvicinava, Raoul vide una donna sporgere il capo dal finestrino.<br />

<strong>Al</strong>l’improvviso la luna illuminò il suo pallido volto.<br />

«Christine!»<br />

<strong>Il</strong> sacro nome della sua amata gli era sfuggito dal cuore, ma un attimo più tardi<br />

avrebbe dato qualsiasi cosa per richiamarlo in petto, perché quel gesto gettò Christine<br />

nella confusione più completa. <strong>Il</strong> finestrino venne sollevato e la carrozza sfrecciò<br />

davanti a Raoul prima che questi avesse il tempo di saltare di fronte ai cavalli. In un<br />

attimo la carrozza non fu che un punto nero lontano sulla strada bianca...<br />

Quando il cameriere gli portò la posta il mattino seguente, trovò Raoul seduto sul<br />

letto. Non si era neppure spogliato, e alla vista del suo volto il cameriere temette che<br />

gli fosse accaduta qualche sventura. Raoul strappò le lettere dalle mani dell’uomo.<br />

Riconobbe la carta e la scrittura di Christine.<br />

Mio caro,<br />

andate al ballo in maschera dell’Opera che si terrà la notte di dopodomani. A<br />

mezzanotte in punto, trovatevi nella stanzetta dietro il camino della grande sala.<br />

Rimanete in piedi accanto alla porta che conduce alla Rotonda. Non fate accenno ad<br />

anima viva di questo appuntamento. Indossate un domino bianco e assicuratevi di<br />

essere ben mascherato. Se mi amate, non fatevi riconoscere.<br />

Christine<br />

Finalmente arrivò l’ora dell’appuntamento. <strong>Con</strong> il viso coperto da una maschera<br />

adorna di lunghi e fitti pizzi, e un’aria molto sciocca nel suo lungo costume bianco, il<br />

visconte pensava di essere assolutamente ridicolo. Gli uomini di mondo non<br />

andavano al ballo dell’Opera indossando buffi costumi. Era del tutto comico. Una<br />

cosa, tuttavia, lo consolava; non sarebbe mai stato possibile riconoscerlo.<br />

Quel ballo era qualcosa di veramente eccezionale. Indetto poco prima degli ultimi<br />

tre giorni di Carnevale, tutti pensavano che sarebbe stato molto più allegro, rumoroso<br />

e bohémien di un qualsiasi ballo in maschera. Numerosi artisti avevano accettato di<br />

parteciparvi accompagnati da un’intera corte di modelle e allievi, e a mezzanotte<br />

stavano creando un fracasso pauroso. Raoul arrivò cinque minuti prima della<br />

mezzanotte, ma non indugiò a guardare i costumi multicolori che facevano mostra di

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