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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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scala e Raoul si sporse dalla balaustra sopra di lei. <strong>Al</strong>l’improvviso udì due voci<br />

conversare in fretta. Colse una frase.<br />

«Non perdete la chiave.»<br />

Era la voce della padrona della locanda. L’uscio che dava sul mare fu aperto e di<br />

nuovo chiuso a chiave. Poi tutto tornò tranquillo.<br />

Raoul corse in camera sua e spalancò la finestra. Individuò la sagoma bianca di<br />

Christine sulla banchina deserta.<br />

<strong>Il</strong> primo piano del Sole calante non era molto alto e un albero che cresceva lungo<br />

la parete esterna aiutò Raoul a scendere a terra senza che la padrona se ne accorgesse.<br />

Lo stupore della brava donna, tuttavia, fu enorme quando l’indomani mattina il<br />

giovane venne riportato da lei semicongelato e più morto che vivo. Quando le dissero<br />

che l’avevano trovato lungo disteso sui gradini dell’altare maggiore della chiesetta,<br />

corse immediatamente a riferirlo a Christine, che si precipitò da basso e fece del suo<br />

meglio per aiutarlo a riprendersi. <strong>Il</strong> giovane riaprì ben presto gli occhi e non faticò a<br />

tornare in sé quando vide il bellissimo viso della sua amica chino su di lui.<br />

Poche settimane più tardi, quando la tragedia dell’Opera richiese l’intervento del<br />

pubblico Ministero, monsieur Mifroid, commissario di polizia, interrogò il visconte di<br />

Chagny a proposito degli avvenimenti di quella notte a Perros. Cito le domande e le<br />

risposte come riportate nel rapporto ufficiale (pp. 150 et seq.)<br />

D. Mademoiselle Daae non vi vide scendere dalla vostra stanza lungo il curioso<br />

percorso che decideste di scegliere?<br />

R. No, Monsieur, sebbene nel seguirla non mi fossi curato di attutire il rumore dei<br />

miei passi. In realtà desideravo che si voltasse e mi vedesse. Ma sembrava non<br />

sentirmi e si comportava esattamente come se non ci fossi. Lasciò la banchina e a un<br />

tratto svoltò improvvisamente lungo la strada. L’orologio della chiesa aveva battuto<br />

un quarto a mezzanotte e io pensai che fosse per questo che aveva tanta fretta, perché<br />

cominciò quasi a correre e continuò con quel passo finché non giunse sul sagrato<br />

della chiesa.<br />

D. <strong>Il</strong> cancello era aperto?<br />

R. Sì, monsieur, e ciò mi sorprese; ma non parve sorprendere mademoiselle Daae.<br />

D. C’era qualcun altro sul sagrato?<br />

R. Non vidi nessuno, e se ci fosse stato qualcuno certamente l’avrei visto. La luna<br />

brillava sulla neve e rischiarava la notte.<br />

D. Siete superstizioso?<br />

R. No, monsieur; sono cattolico praticante.<br />

D. In quali condizioni mentali vi trovavate?<br />

R. Del tutto normali, ve l’assicuro. <strong>Il</strong> fatto che mademoiselle Daae uscisse a<br />

quell’ora mi aveva dapprima preoccupato, ma non appena la vidi andare verso la<br />

chiesa pensai che intendesse espletare qualche opera pia sulla tomba del padre. Si<br />

inginocchiò accanto alla lapide e cominciò a pregare. In quel momento suonò la<br />

mezzanotte. <strong>Al</strong>l’ultimo rintocco la vidi levare gli occhi al cielo e allargare le braccia<br />

come in preda a un’estasi. Me ne stavo chiedendo la ragione quando alzai io stesso il<br />

capo e tutto dentro di me sembrò trascinarmi verso l’Invisibile, che stava suonando la<br />

musica più perfetta. Io e Christine conoscevamo quella musica, l’avevamo udita da

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