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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«Mi avete mandato a chiamare, Christine; sapevate che la vostra lettera non mi<br />

avrebbe lasciato indifferente e che mi sarei precipitato a Perros. Come avete potuto<br />

pensarlo senza credere che vi amassi?»<br />

«Pensavo che avreste ricordato i nostri giochi da bambini, ai quali così spesso<br />

partecipava anche mio padre. In realtà non so proprio cos’ho pensato. Forse ho<br />

sbagliato a scrivervi. Questo anniversario e la vostra improvvisa apparizione l’altra<br />

sera nel mio camerino dell’Opera mi hanno rammentato un tempo ormai lontano e mi<br />

hanno convinta a scrivervi.»<br />

C’era qualcosa nell’atteggiamento di Christine che colpì Raoul come non del tutto<br />

naturale. Non sentiva alcuna ostilità in lei, tutt’altro. Era la morbidezza malinconica<br />

dei suoi occhi a dirglielo. Ma perché quella morbidezza era così malinconica? Era ciò<br />

che voleva sapere e che più l’irritava.<br />

«Ma perché pensate che sia venuto da voi, se non per amore?» continuò Raoul<br />

aprendole il suo cuore. «Quando mi incontraste nel vostro camerino fu forse la prima<br />

volta che vi accorgeste di me?»<br />

La ragazza fu incapace di mentire. «No» disse. «Vi avevo visto spesso nel palco di<br />

vostro fratello. E anche sul palcoscenico.<br />

«Lo sapevo!» esclamò Raoul. «Ma perché allora, quando mi vedeste nel camerino<br />

ai vostri piedi, perché mi rispondeste come se non mi aveste mai conosciuto?»<br />

«Non volete dirmelo!» continuò Raoul in tono irato e dispiaciuto. «Ebbene,<br />

risponderò io per voi. Perché c’era qualcun altro nella stanza, Christine; qualcuno a<br />

cui diceste: “Canto solo per te! Questa sera ti ho donato la mia anima...”.»<br />

Christine afferrò il braccio di Raoul. «<strong>Al</strong>lora stavate origliando dietro la porta?»<br />

«Sì, perché vi amo... E ho sentito tutto.»<br />

«Avete sentito cosa?»<br />

«Lui vi ha detto: “Christine, tu devi amarmi!”.»<br />

A quelle parole un pallore mortale si diffuse sul volto di Christine. «<strong>Con</strong>tinuate!»<br />

gli ordinò. «<strong>Con</strong>tinuate! Ditemi tutto ciò che avete udito!»<br />

Incapace di comprendere, Raoul rispose:<br />

«L’ho udito rispondervi, quando diceste di avergli donato la vostra anima: “La tua<br />

anima è una cosa bellissima, bambina, e ti ringrazio. Nessun imperatore ricevette mai<br />

dono più prezioso. Persino gli angeli hanno pianto questa notte”.»<br />

Christine lanciò un grido di dolore. Raoul fu preso dal terrore e tentò di stringerla<br />

tra le braccia, ma lei si divincolò e fuggì in preda alla più grande confusione.<br />

Raoul tornò alla locanda, sentendosi affaticato e triste. Gli dissero che Christine si<br />

era ritirata in camera sua e che aveva detto che non sarebbe scesa per la cena. Raoul<br />

cenò da solo, andò nella sua stanza e tentò di leggere; si coricò e tentò di dormire.<br />

Nella camera accanto non si udivano rumori.<br />

Le ore passarono lentamente. Erano le undici e mezzo quando sentì distintamente<br />

qualcuno che si muoveva nella camera attigua alla sua con passo leggero e furtivo.<br />

Senza preoccuparsi di motivare le sue azioni, Raoul si vestì, attento a non fare<br />

rumore, e aspettò. <strong>Il</strong> cuore gli sobbalzò in petto quando udì la porta di Christine<br />

ruotare lentamente sui cardini. Aprendo silenziosamente la porta, vide la ragazza<br />

scivolare lungo il corridoio illuminato dal chiarore della luna. Christine scese dalla

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