AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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notevole e una coscienza irreprensibile. <strong>Al</strong>la morte del vecchio conte Philibert era<br />
diventato il capo di una delle più antiche e distinte famiglie di Francia, i cui rami<br />
risalivano fino al quattordicesimo secolo.<br />
Suo fratello Raoul era nato vent’anni dopo di lui, e all’epoca della morte del<br />
vecchio conte ne aveva dodici. Philippe si impegnò attivamente nell’educazione del<br />
fratello minore, assistito ammirevolmente in questo compito dapprima dalle sorelle e<br />
in seguito da una vecchia zia, vedova di un ufficiale di marina, che viveva a Brest e<br />
infuse nel giovane Raoul la predilezione per il mare. <strong>Il</strong> ragazzo salì a bordo della<br />
nave-scuola Borda, terminò il suo corso e navigò per tutto il mondo.<br />
Si mantenne timido e innocente. A dire il vero, coccolato come era stato dalle due<br />
sorelle e dalla vecchia zia, aveva tratto da quella educazione puramente femminile<br />
modi che erano quasi candidi, caratterizzati da un fascino che nulla era ancora<br />
riuscito a rovinare. Ora aveva poco più di ventun’anni e ne dimostrava diciotto, con i<br />
suoi capelli biondi e gli occhi azzurri.<br />
Philippe guastò Raoul e approfittò della licenza di aspettativa del giovane per<br />
mostrargli Parigi con tutte le sue delizie lussuriose e artistiche. Lo portava con sé<br />
ovunque andasse, introducendolo perfino al foyer del balletto dove si diceva che il<br />
conte fosse “in amicizia” con la Sorelli. Spesso, dopo cena, andava a trascorrere<br />
un’ora o due in compagnia della ballerina che, sebbene non fosse molto intelligente,<br />
possedeva gli occhi più belli che si fossero mai veduti.<br />
Tuttavia Philippe non avrebbe condotto il fratello dietro le scene dell’Opera se<br />
Raoul non gliel’avesse chiesto per primo, rinnovando ripetutamente la sua richiesta<br />
con un’ostinazione che il conte ricordò molto più tardi.<br />
Quella sera Philippe, dopo aver applaudito Christine Daae, si girò verso Raoul e<br />
notò che era decisamente pallido. «Andiamo» aveva detto Raoul con voce tremante.<br />
«Dove vuoi andare?» chiese il conte, stupito per l’improvvisa eccitazione del<br />
fratello.<br />
«Andiamo a vederla. Non ha mai cantato così prima d’ora.»<br />
<strong>Il</strong> conte diede al giovane uno sguardo curioso e sorridente e apparve piuttosto<br />
compiaciuto. Ora capiva perché Raoul sembrava distratto quando gli si parlava e<br />
perché tentava sempre di far convergere ogni conversazione sull’Opera.<br />
Rimandando di alcuni minuti la sua visita abituale della Sorelli, il conte seguì il<br />
fratello lungo il corridoio che conduceva al camerino di Christine Daae e vide che<br />
questo era pieno di gente. La ragazza non era ancora rinvenuta e il medico del teatro<br />
era arrivato proprio pochi istanti prima che Raoul entrasse nella stanza. Fu così. che<br />
Christine ricevette i primi soccorsi dall’uno e riaprì gli occhi tra le braccia dell’altro.<br />
<strong>Il</strong> conte e molti altri si accalcavano sulla porta.<br />
«Non credete, dottore, che questi gentiluomini farebbero meglio a liberare la<br />
stanza?» chiese Raoul freddamente.<br />
«Avete assolutamente ragione» rispose il dottore.<br />
E mandò via tutti, tranne Raoul e la cameriera, che guardò il giovane con malcelato<br />
stupore. Non lo aveva mai veduto prima di allora, eppure non osava fargli domande.<br />
<strong>Il</strong> dottore, dal canto suo, immaginò che il giovane si comportasse a quel modo perché<br />
ne aveva tutti i diritti.