AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«Povero Pennacchio!» continuò. «Potrei facilmente dargli un’altra possibilità e rimandarlo indietro domani. Ma no, i suoi sentimenti sono troppo delicati, la sua sensibilità troppo profonda. Si direbbe che abbia troppo buon cuore per muoversi a proprio vantaggio in un mondo tanto vuoto e privo di cuore. Bene! Bene! Dopo tutto posso sempre farne uno spaventapasseri. È un’occupazione innocente e utile e si adatterà bene al mio caro; e se ognuno dei suoi fratelli umani ne avesse una altrettanto appropriata, sarebbe molto meglio per l’umanità. Quanto a questa pipa di tabacco, serve più a me che a lui.» Così dicendo Mamma Rigby si infilò il bocchino tra le labbra. «Dickon!» gridò nel suo tono alto e stridulo. «Un altro tizzone per la mia pipa!»
Il fantasma dell’Opera di Gaston Leroux Titolo originale: Le fantôme de l’Opéra (1910) da cui il film: THE PHANTOM OF THE OPERA (USA, 1925), Universal Regia: Rupert Iulian Interpreti: Lon Chaney, Mary Philbin Il fantasma dell’Opera fu indiscutibilmente il miglior film dell’orrore prodotto nell’epoca del muto. Anche se da allora ha avuto due altre versioni dotate di tutti i benefici (come dicono alcuni) del sonoro e del Technicolor, la superba interpretazione originale di Lon Chaney (il primo grande divo internazionale dell’orrore dopo il tedesco Werner Krauss ne Il gabinetto del dottor Caligari nel 1919) fa di questo film una pietra miliare nella storia del cinema, e non solo del genere orrorifico. Chaney riuscì a incarnare in modo praticamente perfetto il mostruoso abitatore dell’Opéra di Parigi, ma solo a prezzo di notevoli disagi e sofferenze personali. Al fine di deformare il proprio viso in quella orribile maschera utilizzò pezzetti di fil di ferro per dilatarsi gli occhi e scoprire le gengive, mentre poi le riprese si succedevano, cominciò a girare la voce che l’attore aveva un aspetto talmente orribile da rendere impresentabile al pubblico il film. Tuttavia venne presentato, anche se soffrì in parte di alcune divergenze fra l’attore e il regista, e si rivelò un capolavoro. Il film era tratto da una popolare storia dello scrittore francese Gaston Leroux pubblicata per la prima volta a Parigi nel 1908. Molto ammirata all’epoca, ha goduto in seguito di ben poche edizioni. Poiché la storia originale è stilisticamente abbastanza piatta e prolissa, si è preferito ricorrere a questa riduzione speciale che non solo si mantiene fedele all’originale ma altresì accentua gli aspetti drammatici del film... un film che a mio giudizio merita ampiamente le parole scritte in merito da Carlos Clarens nel suo libro An Illustrated History of the Horror Film: «Consciamente o meno, l’influenza del Fantasma dell’Opera si è fatta sentire in quasi tutti i film dell’orrore da allora ad oggi». Era la notte in cui monsieur Debienne e monsieur Poligny, direttori dell’Opera, stavano dando un gala d’addio per festeggiare il loro ritiro in pensione. All’improvviso il camerino della Sorelli, una delle ballerine più importanti, fu invaso da una mezza dozzina di ragazze del balletto urlanti di terrore e in preda alla più grande confusione. La Sorelli si guardò attorno con aria furiosa, mentre la piccola Jammes – la ragazzina col naso dalla punta storta e le guance rosate – esclamò con voce tremante: «È il fantasma!».
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La sua voce si fece molto bassa, ed
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gli oggetti che li circondavano. Ne
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Freaks di Tod Robbins Titolo italia
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«Ah, quel bastardo!» mormorava mo
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la fine di Jacques Courbé, anzi, s
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ne ritornano a casa ridono invariab
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La pericolosa partita di Richard Co
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«È russo, vero?» «Cosacco» pre
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Finalmente i suoi sforzi ebbero ter
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Quella sera il generale Zaroff cons
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paura, Johann... avete paura. Andat
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testa. Tra le ciglia vidi sopra di
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parlare: «Bene, signor Stone, siet
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Nota di Peter Haining In questa sec
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ivolse al vicino chiedendogli: «Mi
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Adésso stava avanzando direttament
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A un segno dell’ufficiale, il ser
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stava inondando il suo corpo portan
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Farquhar si immerse, affondò quant
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spinge il cancello per entrare e si
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vuote: gli ampi camini vanno crolla
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di abbandonare la regione, e soltan
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Il teschio maledetto di Robert Bloc
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prosaica carta da macellaio, che in
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Gli uomini mascherati erano forti.
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«Non ti capisco affatto» dichiar
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presenza stessa della morte. Il tes
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Un urlo salì dalla sua gola... ma
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entusiasmo: a tutte queste qualità
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poi sembrò lentamente farsi avanti
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a rizzare una vela di fortuna che s
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Fummo sottoposti alle più dure sof
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semplice menzione, ma devo aggiunge
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