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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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«Non lo so» rispose il suo amico. «Ma il sole mi abbaglia gli occhi in modo<br />

bizzarro. Come scialba e scolorita mi appare all’improvviso sua signoria! Dio mio,<br />

.che mi sta succedendo?»<br />

«Lo straordinario è» disse l’altro «che la pipa, che era spenta solo un attimo fa, è di<br />

nuovo perfettamente accesa, e con le braci più rosse che abbia mai veduto. C’è<br />

qualcosa di misterioso in quello straniero. Ehi... che sbuffo di fumo! Scialbo e<br />

scolorito l’hai chiamato? Diamine, quando si è girato, la stella che ha sul petto<br />

sembrava incandescente.»<br />

«Proprio così», dissero gli altri «e abbaglierà la bella l’olly Gookin che sta<br />

affacciandosi alla finestra della sua camera.»<br />

Mentre la porta si apriva, Pennacchio si voltò verso la folla, fece un solenne<br />

inchino come un grand’uomo che accettasse la riverenza degli inferiori, e scomparve<br />

all’interno della casa. Sul suo viso c’era un sorriso misterioso, se non si poteva<br />

addirittura chiamarlo un sogghigno; ma fra tutta la moltitudine che lo contemplava<br />

nessuno sembrò possedere tanto intuito da riuscire a scorgere il carattere illusorio<br />

dello straniero, con l’eccezione di un bambinetto e di un cane bastardo.<br />

<strong>Il</strong> nostro racconto perde qui un po’ di continuità e, sorvolando le spiegazioni<br />

preliminari tra Pennacchio e il mercante, si interessa subito della graziosa Polly<br />

Gookin. Era una damigella dalla figura morbida e perfetta, con capelli chiari e occhi<br />

azzurri, e un viso grazioso e roseo che non sembrava né troppo astuto né<br />

eccessivamente ingenuo. Questa fanciulla aveva visto di sfuggita lo straniero<br />

scintillante in piedi sulla soglia e aveva subito indossato un copricapo di trine, una<br />

fila di perle, la gonna di damasco più rigida con il più elegante dei fazzoletti, in<br />

preparazione dell’incontro. Affrettandosi dalla sua camera alla sala dei ricevimenti, si<br />

era, come sempre, guardata nell’ampio specchio che le serviva per far pratica di belle<br />

maniere... ora un sorriso, ora un atteggiamento dignitoso, ora un sorriso più dolce del<br />

precedente, baciandosi persino la mano, scrollando il capo e agitando il ventaglio;<br />

mentre dall’altra parte dello specchio una ragazzina incorporea ripeteva ogni gesto e<br />

faceva tutte le sciocchezze che faceva Polly, ma senza farla vergognare di esse. In<br />

breve, era per manchevolezza di ingegno della bella Polly, piuttosto che per sua<br />

volontà, se la giovane non era un completo artificio come l’illustre Pennacchio; e<br />

facendo lei esercizio a quel modo della sua semplicità, il fantoccio della strega poteva<br />

ben sperare di conquistarla.<br />

Non appena Polly udì i passi gottosi del padre avvicinarsi alla porta della sala,<br />

accompagnati dal secco scalpiccio delle scarpe a tacco alto di Pennacchio, si mise a<br />

sedere impettita e cominciò innocentemente a canticchiare una canzone.<br />

«Polly, figlia mia!» gridò il vecchio mercante. «Vieni qui, piccola.»<br />

L’aspetto di Gookin, quando aprì la porta, era esitante e preoccupato.<br />

«Questo gentiluomo» continuò, presentando lo sconosciuto «è il Cavalier<br />

Pennacchio... che dico, chiedo perdono, il Lord Pennacchio... che mi ha portato un<br />

segno del ricordo di una mia vecchia amicizia. Rendi omaggio a sua signoria, figliola,<br />

e onoralo come si conviene al suo rango.»<br />

Dopo aver detto queste poche parole, l’eccellentissimo magistrato lasciò subito la<br />

stanza. Ma, anche in quei brevi istanti, se la graziosa Polly avesse guardato di lato

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