AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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neppure un uomo su cento, affermò, era dotato di mezzi più efficaci dei suoi. E<br />
affinché potesse stare a testa alta tra i migliori di quelli, gli conferì all’istante<br />
ricchezze di valore incalcolabile. Parte di esse consistevano in una miniera d’oro<br />
all’Eldorado, e diecimila titoli di una bolla infranta, e mezzo milione di acri di vigneti<br />
al Polo Nord, e un castello in aria, e uno château in Spagna con tutte le rendite e i<br />
profitti che se ne ricavavano. Inoltre, gli trasferì la proprietà di una certa nave carica<br />
di sale di Cadiz che lei stessa, in virtù delle sue arti negromantiche, aveva fatto colare<br />
a picco dieci anni addietro nel punto più profondo dell’oceano. Se il sale non si era<br />
disciolto e si poteva portarlo al mercato, avrebbe reso un discreto gruzzolo<br />
vendendolo tra i pescatori. Perché non gli mancasse il denaro spicciolo gli diede un<br />
“farthing” di rame coniato a Birmingham, essendo quelle le uniche monete che lei<br />
aveva a disposizione, e parecchi altri di ottone, che applicò alla fronte dello<br />
spaventapasseri rendendola più gialla che mai.<br />
«Solo con quell’ottone» disse Mamma Rigby «potrai aprirti le strade di tutto il<br />
mondo. Baciami, mio caro! Per te ho fatto quanto di meglio potevo.»<br />
Oltre a ciò, affinché l’avventuriero non dovesse rinunciare a possibili vantaggi al<br />
momento del suo ingresso alla vita, la benevola vecchia gli diede un segno con il<br />
quale doveva presentarsi a un certo magistrato, membro del consiglio, mercante, e<br />
dignitario della chiesa (cariche, queste quattro, tutte riunite in un solo uomo), che era<br />
forse l’uomo più autorevole della vicina metropoli. <strong>Il</strong> segno non era né più né meno<br />
che una singola parola che Mamma Rigby bisbigliò allo spaventapasseri e che questi<br />
avrebbe dovuto bisbigliare al mercante.<br />
«Pur malato di gotta qual è, il vecchio correrà qua e là a tuo piacimento una volta<br />
che gli avrai mormorato quella parola all’orecchio» disse la vecchia strega. «Mamma<br />
Rigby conosce l’eccellentissimo giudice Gookin, e l’eccellentissimo giudice Gookin<br />
conosce Mamma Rigby!»<br />
A questo punto la strega avvicinò il suo viso grinzoso a quello del fantoccio,<br />
ridacchiando irrefrenabilmente e compiacendosi in tutta là sua persona all’idea di<br />
quanto stava per comunicargli.<br />
«L’eccellentissimo Gookin» mormorò «ha per figlia un’avvenente fanciulla. Ora<br />
ascoltami, mio caro! Tu hai un aspetto grazioso e abbastanza intelligenza. Già,<br />
abbastanza intelligenza! Te ne renderai conto tu stesso quando avrai visto il cervello<br />
di molte altre persone. Ora, con il tuo esterno e il tuo interno, sei proprio l’uomo<br />
adatto a conquistare il cuore di una giovane fanciulla. Non ci sono dubbi! Ti dico che<br />
sarà così. Ti basterà usare la faccia tosta, sospirare; sorridere, agitare il berretto,<br />
spingere in avanti la gamba come un maestro ballerino, mettere la mano destra sul<br />
lato sinistro del panciotto, e la bella Polly Gookin sarà tua!»<br />
Per tutto questo tempo la nuova creatura aveva continuato ad aspirare e sbuffare la<br />
vaporosa fragranza della pipa, e sembrava voler proseguire in quell’occupazione<br />
anche per il piacere che gli procurava oltre che per essere la condizione<br />
indispensabile alla sua esistenza. Era meraviglioso vederlo comportarsi con la<br />
superiorità di un essere umano. I suoi occhi (perché sembrava ne avesse un paio)<br />
erano rivolti a Mamma Rigby e grazie alle giunture appropriate egli annuiva o<br />
scuoteva la testa. Non gli mancavano neppure le parole adatte all’occasione:<br />
«Davvero! Proprio così! Dimmi, per favore! È possibile! Sulla mia parola! Per nessun