AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)
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con ben di peggio, quando i compagni scarseggiavano ai nostri convegni di streghe<br />
nella foresta! E se gli lasciassi tentare la fortuna tra gli altri uomini di paglia e<br />
individui vuoti che si agitano per il mondo?”<br />
La vecchia strega tirò tre o quattro boccate dalla sua pipa e sorrise.<br />
«Incontrerà dozzine di suoi simili ad ogni angolo di strada!» continuò. «Be’, oggi<br />
non volevo impegnarmi in altre stregonerie tranne l’accensione della mia pipa; ma<br />
strega sono e strega devo essere, è inutile tentare di dimenticarlo. Trarrò un uomo dal<br />
mio spaventapasseri, fosse anche solo per il gusto di farlo!»<br />
Mentre borbottava queste parole Mamma Rigby si tolse la pipa di bocca e la cacciò<br />
nella fessura che vi corrispondeva sulla faccia di zucca dello spaventapasseri.<br />
«Aspira, caro, aspira» disse. «Sbuffa, mio gentile compagno! La tua vita dipende<br />
da questo!»<br />
Senza dubbio era una strana esortazione da rivolgersi a un semplice ammasso di<br />
legni, paglia e abiti vecchi, con niente di meglio che una zucca rinsecchita al posto<br />
della testa. Tuttavia, come dobbiamo attentamente ricordare, Mamma Rigby era una<br />
strega dai poteri e dall’abilità singolari, e se terremo debitamente questo fatto nelle<br />
nostre menti nulla ci apparirà incredibile negli avvenimenti eccezionali della nostra<br />
storia. In effetti, la maggior difficoltà sarà superata all’istante se solo riusciremo a<br />
credere che, non appena la vecchia gli ordinò di soffiare, dalla bocca dello<br />
spaventapasseri uscì uno sbuffo di fumo. Uno sbuffo debolissimo, a dire la verità; ma<br />
che venne seguito da un altro e un altro ancora, ognuno più deciso del precedente.<br />
«Soffia, carino; sbuffa, bello mio!» continuava a ripetere Mamma Rigby con il suo<br />
sorriso simpatico. «Per te è il respiro della vita, puoi credere alla mia parola.»<br />
<strong>Al</strong> di là di ogni questione la pipa era stregata. Doveva esserci un incantesimo nel<br />
tabacco, o nel tizzone ardente che vi appariva in cima in modo tanto misterioso,<br />
oppure nel fumo pungente e aromatico che si levava dall’erba bruciata. La figura,<br />
dopo alcuni tentativi incerti, soffiò finalmente un getto di fumo che dall’angolo<br />
oscuro raggiunse il raggio di sole, dove turbinò in un vortice fondendosi con esso fino<br />
a svanire con i granelli di polvere. Dovette essere uno sforzo sconvolgente, perché i<br />
due o tre sbuffi che seguirono furono più deboli anche se il tizzone continuò ad ardere<br />
gettando un riflesso sul viso dello spaventapasseri. La vecchia strega batté tra loro le<br />
mani secche, sorridendo con fare incoraggiante verso la sua opera. <strong>Con</strong>trollò che<br />
l’incantesimo funzionasse bene. <strong>Il</strong> viso giallo e raggrinzito, che fino a quel momento<br />
non era affatto stato un viso, aveva già una vaga e fantastica apparenza, per così dire,<br />
di sembianza umana, che a tratti svaniva completamente, ma che si accentuava via<br />
via a ogni nuovo sbuffo di fumo della pipa. L’intera figura, allo stesso modo, assunse<br />
un aspetto vivo. Se volessimo assolutamente analizzare a fondo la faccenda, si<br />
potrebbe dubitare che fosse avvenuto un effettivo cambiamento, alla fin fine, nella<br />
vile, consunta, scadente e male assortita materia dello spaventapasseri; ma piuttosto<br />
un’illusione spettrale e un abile effetto di luci e ombre escogitato e messo a punto in<br />
modo da trarre in inganno gli occhi della maggior parte delle persone. I miracoli della<br />
stregoneria sembrano sempre avere un’indefinibilità molto elusiva; e se poi la<br />
precedente spiegazione non colpisse la verità del processo, non saprei suggerire nulla<br />
di meglio.