AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

questo siatene più che certo. Gettarono via i loro frusti abiti e si servirono liberamente
del guardaroba e dei gioielli di famiglia. Le cantine del château, poi, erano ben
fornite di vini prelibati, e quei pazzi sanno meglio del diavolo come gustare simili
nettari. Si sono trattati a meraviglia, ve lo dico io.»
«E il nuovo metodo... quali furono le innovazioni introdotte dal capo dei ribelli?»
«Innanzi tutto, non è detto che un pazzo debba necessariamente essere uno sciocco,
come del resto vi ho già fatto osservare; è mia sincera opinione che questo
trattamento fosse molto migliore di quello precedentemente applicato. Era un
trattamento davvero eccellente... semplice... pulito... senza inconvenienti di sorta,
veramente delizioso... era...»
E qui le osservazioni del mio ospite furono bruscamente interrotte da una nuova
serie di grida con le stesse caratteristiche di quelle che già prima ci avevano tanto
turbato. Ora, però, sembravano provenire da persone che si stavano rapidamente
avvicinando.
«Buon Dio!» esclamai. «I pazzi sono certamente riusciti a scappare.»
«Temo proprio che abbiate ragione» convenne monsieur Maillard, facendosi
mortalmente pallido. Fece appena in tempo a concludere la frase, che si udirono alte
grida e vivaci imprecazioni proprio sotto le finestre del salone; e risultò subito
evidente che le persone radunate là fuori cercavano con ogni mezzo di penetrare nella
stanza. La porta cominciò a risuonare sotto i colpi di qualcosa che doveva essere un
robusto martello da fabbro, mentre anche gli scuri venivano colpiti e scrollati con
disumana violenza.
Seguì una scena di terribile confusione. Monsieur Maillard, con mio incredulo
stupore, si lanciò sotto la credenza: certo mi sarei aspettato da lui un comportamento
ben più risoluto. I componenti dell’orchestra, che durante l’ultimo quarto d’ora si
erano rivelati troppo ubriachi per continuare il loro dovere, balzarono in piedi di
colpo coi loro strumenti saldi in pugno e saltarono sul tavolo, dove presero a eseguire
uno “Yankee Doodle” che se anche era un po’ stonato, tuttavia ben poteva
testimoniare della loro ritrovata vigoria e che si protrasse per tutto il tempo in cui
regnò quella disperata confusione.
Nel frattempo andò a piazzarsi sul tavolo, in mezzo a bottiglie e bicchieri, anche il
signore che già in precedenza si era a stento riusciti a trattenere dal compiere quel
balzo. E non appena si fu sistemato in tale posizione, subito prese a tessere
un’orazione che senza dubbio si sarebbe rivelata molto interessante, se qualcuno
avesse avuto agio di poterla ascoltare. Contemporaneamente, l’uomo che sembrava
tanto affascinato dalle trottole prese a frullare tutt’intorno alla stanza con una rapidità
che aveva del prodigioso, tenendo le braccia aperte all’infuori così da formare col
corpo un angolo precisamente retto: sembrava davvero una trottola e, nella sua folle
corsa, gettava a terra chiunque si frapponesse sulla sua strada. Poi, la mia attenzione
fu catturata da un susseguirsi di botti e frizzi di champagne e dovetti rendermi conto
che la causa di quei rumori era la stessa persona che già durante la cena si era esibita
nella parte di una bottiglia di siffatto pregevole vino. E anche l’uomo-rana aveva ora
preso a gracidare come se la salvezza della sua anima dipendesse da ogni singola nota
che usciva dalla sua gola. E in mezzo a tanta confusione si levava alto e continuo il
potente ragliare di un asino. Scorsi anche la mia vecchia amica madame Joyeuse, per