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AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

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del teschio ma che pure aveva bisogno di avvicinarlo di tanto in tanto allo scopo di<br />

eseguire certi riti perversi e abominevoli.<br />

«Venivano in casa mia, ti dico, per adorare quel teschio schifoso! E quando mi fu<br />

rubato, ne fui contento... molto contento.<br />

«Posso solo dirti di stare lontano da tutta questa faccenda! Non andare da quel<br />

Marco, e non avere nulla a che fare con quel maledetto avanzo di cimitero!»<br />

Maitland annuì. «Molto bene» disse. «Ti ringrazio per l’avvertimento.»<br />

Poco dopo lasciò Sir Fitzhugh.<br />

Mezz’ora più tardi, stava salendo le scale della squallida stanza di soffitta di<br />

Marco.<br />

Salì fino alla stanza di Marco, si arrampicò sugli scalini scricchiolanti della<br />

malridotta abitazione di Soho, ascoltando il battito stranamente soffocato del proprio<br />

cuore.<br />

Ma non per molto. Un ringhio improvviso risuonò dal pianerottolo superiore e<br />

Maitland superò le ultime rampe con fretta frenetica.<br />

La porta della camera di Marco era chiusa a chiave, ma i rumori che provenivano<br />

dall’interno consigliarono Maitland a prendere misure disperate.<br />

Gli avvertimenti di Sir Fitzhugh l’avevano convinto a portare con sé in quella<br />

missione la sua pistola d’ordinanza. L’estrasse, e con un colpo fracassò la serratura.<br />

Maitland spalancò la porta, mandandola a sbattere contro la parete, mentre gli<br />

ululati raggiungevano l’estremo frenetico crescendo. Entrò nella stanza, poi si fermò.<br />

Qualcosa si era scagliato contro di lui dal pavimento; qualcosa gli si stava<br />

lanciando alla gola.<br />

Maitland alzò la pistola e fece fuoco.<br />

Per un istante i suoni e le immagini si annebbiarono. Quando si riebbe, era semiinginocchiato<br />

a terra, accanto alla porta. Una grossa sagoma irsuta era immobile ai<br />

suoi piedi. Maitland riconobbe la carcassa di un gigantesco cane poliziotto.<br />

<strong>Al</strong>l’improvviso ricordò gli accenni di Marco all’animale. Dunque tutto si spiegava!<br />

Era stato il cane a ululare e ad attaccarlo. Ma... perché?<br />

Maitland si alzò ed entrò nella sordida camera da letto; <strong>Il</strong> fumo degli spari si<br />

levava ancora in spirali verso l’alto. Guardò l’animale riverso, notando le zanne gialle<br />

luccicanti che digrignavano perfino nella morte. Poi si guardò intorno, i mobili<br />

malandati, la scrivania in disordine, il letto scompigliato...<br />

<strong>Il</strong> letto scompigliato sul quale era steso Marco con la gola lacerata in un rosso<br />

rosario di morte.<br />

Maitland fissò il corpo del piccolo uomo grasso con un brivido. Poi vide il teschio.<br />

Era posato sul cuscino accanto alla testa di Marco, un sinistro compagno di letto che<br />

pareva scrutare con curiosità il cadavere in un atteggiamento di spettrale<br />

camaraderie. <strong>Il</strong> sangue era spruzzato su quegli zigomi cavi, ma anche al di là di<br />

quelle macchie sanguinolente, Maitland colse la peculiare solennità dell’espressione<br />

del teschio.<br />

Per la prima volta avverti completamente l’aura di malvagità che circondava il<br />

teschio di de Sade. Era tangibile in quella stanza devastata, palpabile come la

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