AA.VV. - Al Cinema Con Il Mostro (Ita Libro)

Introduzione
all’edizione Bluebook
L’antologia che qui si presenta è unica nel suo genere: presenta infatti alcuni fra i
migliori racconti horror utilizzati come base per sceneggiature cinematografiche.
La prima edizione italiana dell’opera (1981) era divisa in due volumi, raccolti in un
cofanetto, mentre la digitalizzazione è stata eseguita sull’edizione del 1989 (Oscar
Horror), in un unico volume di formato “tascabile”.
Alcuni interventi discutibili sono stati apportati a quest’antologia, sia dal curatore
originale (Peter Haining) che dall’editore italiano: Bluebook ha scelto di attenersi
all’edizione cartacea, ma sente qui il dovere di avvertire il lettore.
L’intervento più grave è quello di Haining che, per motivi di spazio, ha scelto
versioni più “snelle” di alcuni racconti, probabilmente per fare in modo di inserirne
un maggior numero. Solo nel caso de Il fantasma dell’Opera il curatore lo ammette
apertamente, dando una spiegazione altamente biasimevole: «Poiché la storia
originale è stilisticamente abbastanza piatta e prolissa, si è preferito ricorrere a questa
riduzione speciale». Il fatto che Haining consideri “piatta e prolissa” la storia non
vuol dire che il lettore non abbia il diritto di leggerla come l’autore l’ha concepita!
Questa dichiarazione getta un’ombra anche sugli altri racconti, di cui solo La
pericolosa partita si è potuto appurare esser stata tagliata. Visto che Bluebook ha
presentato questo racconto in formato originale nell’antologia I maghi del brivido (n.
166), si invitano i lettori a leggerlo in quella edizione.
L’altro intervento è stato apportato dall’edizione italiana, che ha scelto di
modificare il titolo dei racconti per renderne chiaro il collegamento con i film che ne
sono stati tratti. Questo però ha reso in molti casi irriconoscibili i detti racconti,
apparsi in Italia con titoli a volte completamente diversi (un esempio per tutti, il Vij di
Gogol’, che a causa di un lievissimo collegamento con il film italiano La maschera
del demonio si è visto affibbiare quest’ultimo nome!): in questo caso abbiamo deciso
di intervenire, facendo quello che l’editore non ha voluto fare, inserendo cioè
(insieme alle note tecniche) il titolo italiano “vero” di ogni racconto.